Recensione di Flavia d’Auria, Autore ospite de La Lampadina
Gli anelli di Saturno. un pellegrinaggio in Inghilterra
W.G. Sebald (1995)
Procuratevi una mappa del Suffolk, contea nell’East Anglia affacciata sul Mare del Nord, costeggiata da spiagge di sabbia fine, scogliere fatiscenti, estuari profondi che giungono fino a lambire la lingua di Oxfordness e mettetevi in cammino, leggeri, privi di bagaglio, per un viaggio, per lo più a piedi, e con una guida d’eccezione, W.G. Sebald.
Sarà lui a riempirvi con i suoi racconti, aneddoti, con la sua straordinaria conoscenza di luoghi, fatti storici, personaggi, di fronte ai quali, consapevoli della propria profonda ignoranza e ammirati da tale erudizione, mista ad eccentricità, non si può fare altro che farsi guidare e provare gratitudine per essere riusciti a completare il cammino, giungendo a destinazione con un nuovo bagaglio di conoscenze ed un arricchimento interiore.
Siamo nel 1992 e Sebald, lasciata ormai da anni la sua Baviera per Norwich, cittadina nella Contea del Norfolk, inizia, in solitaria, nel mese di agosto “quando i giorni della Canicola si avvicinavano alla fine”, il suo girovagare, a tratti melanconico, nel Suffolk. (Saturno è l’astro della melanconia e agosto è il suo mese).
Camminando insieme allo scrittore incontriamo ville abbandonate, sontuose residenze decadenti, misteriose costruzioni militari risalenti ai tempi della guerra fredda, campi d’aviazione da cui partivano i bombardieri verso la Germania.
Partecipiamo ad incontri curiosi come quello con Alec Garrard che, interrotta l’attività di allevatore di bestiame, dedica tutto il suo tempo e la sua energia a costruire, all’interno di una stalla, un modello in scala del tempio di Gerusalemme, che lui vorrebbe durasse molto più a lungo dell’originale. Assistiamo all’arrivo di Lord Rothschild, con la sua limousine, che gli chiede di poter esporre il plastico, una volta ultimato, all’interno della sua proprietà e da quel momento assistiamo all’ascesa della reputazione di Alec Garrard.
Incontriamo Joseph Conrad e apprendiamo della sua gioventù in un Congo dominato dai belgi colonialisti, il romantico visconte de Chateaubriand e i suoi incontri romantici, apprendiamo di fatti storici unici come quello di Cixi, l’Imperatrice vedova della Cina, ex concubina del defunto Imperatore, che condannava i principi disubbidienti a morte per vivisezione mediante taglio a fette dell’intero corpo. Si tratta della stessa Cixi che, di mattina presto assumeva per prima cosa, quale elisir destinato a mantenerla invulnerabile, una perla ridotta in polvere.
Leggiamo della pesca delle aringhe, di battaglie navali, di navigatori polacchi, di storia coloniale, di agghiaccianti vicende di bambini ebrei deportati in Croazia.
Sebald attraverso le tappe dei suoi 10 capitoli parte da un luogo, da un incontro, da un quadro quale pretesto per poi divagare e ricordare fatti storici, luoghi oramai andati dove nulla è più come prima, dove si legge distruzione ovunque, un cammino che non fa altro che immortalare un tema caro allo scrittore ovvero quello della storia naturale della distruzione.
La lettura del libro richiede impegno, ma come è giusto che sia per un lettore che si vuole “attivo”, in movimento con il corpo e con la mente, pronto a mettersi in viaggio.