L’evoluzionismo – la teoria scientifica tratteggiata nel 1859 da Darwin secondo la quale tutte le specie viventi sono tra loro imparentate e sono discese, attraverso successive mutazioni casuali, da antenati comuni vissuti in epoche più o meno remote – è oggi considerata dai più una ‘verità’ scientifica e come tale è insegnato nelle nostre scuole di ogni ordine e grado. Provate a chiedere ai vostri nipotini: sono tutti convinti di avere per antenati delle scimmie!
Negli Stati Uniti le cose non stanno così. Secondo quanto si legge sul web In alcuni Stati (Florida, Oklahoma e Tennessee) l’insegnamento dell’evoluzionismo è espressamente proibito (non ci dobbiamo dimenticare che gli Stati Uniti sono una Federazione di Stati – i quali, su molti argomenti, legiferano in modo del tutto indipendente), e il dibattito tra ‘evoluzionisti’ e ‘creazionisti’ continua a essere aspro.
Ancora nel 2005 è stato celebrato un processo contro una scuola che promuoveva nel corso di biologia, accanto alla teoria evoluzionista l’insegnamento anche del ‘disegno intelligente’. Quest’ultima teoria afferma che certe osservazioni dell’Universo e del mondo vivente sono meglio spiegate ipotizzando una causa “intelligente”, che non attribuendole a dei processi casuali quali la “selezione naturale”. La teoria del “disegno intelligente” è stata dichiarata “pseudo scientifica” e quindi non idonea a essere insegnata a livello scientifico. (Se surfate sul web accanto a “disegno intelligente” troverete sempre precisato “teoria pseudo scientifica”, caso mai uno lo ignorasse!). Negli Usa il Disegno intelligente è propugnato dal Discovery Institute, un think tank di indirizzo conservatore.
Michael Denton, senior fellow del Discovery Institute, ha recentemente pubblicato un libro “The miracle of man”. La controcopertina del libro recita: “Per anni gli scienziati più rinomati e i divulgatori scientifici hanno insistito che gli esseri umani non sono nulla di speciale nello schema cosmico delle cose”.
In questo nuovo libro, importante e provocatorio, Michael Denton argomenta diversamente. Secondo Denton, il cosmo è incredibilmente predisposto non solo per la vita delle cellule, non soltanto per la vita animale a base carbonio e neanche soltanto per animali che respirano ma particolarmente per creature bipedi, che si muovono sulla terraferma, che sviluppano la tecnologia e che hanno la nostra medesima struttura fisiologica.” In sostanza il cosmo è idoneo specificamente per creature come noi.
Partendo da scoperte fatte in miriadi di settori scientifici, Denton magistralmente documenta come la scienza contemporanea abbia rivitalizzato il posto tutto particolare che l’essere umano riveste in natura. “L’essere umano come rivelato dalla scienza moderna non è un insieme casuale di elementi, una irrilevante conseguenza della evoluzione cosmica. Piuttosto il nostro destino è stato iscritto nella luce delle stelle e nelle proprietà degli atomi sin dal primo momento. Ora sappiamo che tutta la natura canta il canto dell’uomo”.
Nel testo del libro Denton scrive: “Concordo sul fatto che sostenere che le scoperte della scienza moderna supportino una moderna visione antropocentrica dell’Universo possa essere fortemente controverso e possa sembrare oltraggioso a molti commentatori e critici. Tuttavia mentre le mie conclusioni possono essere controverse, i fatti sui quali si fondano non lo sono per nulla.
Questi fatti consistono nella sbalorditiva catena di idoneità ambientali preventive: la entità delle radiazioni solari, il loro spettro di assorbimento, la composizione dell’atmosfera, le peculiari caratteristiche dell’ossigeno e dell’azoto, l’esistenza e le particolari caratteristiche dell’acqua – unica sostanza presente in natura nelle tre forme fisiche – , nella sbalorditiva improbabilità, posto il gran numero di diverse costanti fisiche coinvolte, che i volumi funzionali dei diversi sistemi organici siano commisurati con la struttura corporea dei mammiferi e dell’uomo e funzionino insieme nello stesso organo, nella dipendenza dello sviluppo tecnologico, realizzato dell’essere umano dall’inizio della sua presenza ad oggi, non solo dalla sua inventiva ma anche dalle caratteristiche degli elementi già presenti in natura, nella considerazione che solo un essere come l’uomo, bipede, terricolo, mobile, dotato di mani, respirante aria, dotato di acuità visiva avrebbe potuto essere in grado di padroneggiare il fuoco – prima scoperta dalla quale tutto il progresso tecnologico è partito”.
La visione antropocentrica dell’Universo è stata pacificamente accettata per tutta la durata del Medio Evo. Poi l’importanza dell’uomo è andata via via riducendosi. Una prima “picconata” la si è data con Copernico, il quale ha tolto la Terra del centro dell’Universo, Andrea Vesalio ha svelato la complessità dell’uomo con il suo libro sull’anatomia, Giordano Bruno ha parlato di un universo infinito con altri mondi abitati da alieni, Galileo ha svelato che le stelle sono altri soli e che il nostro pianeta è solo uno delle miriadi di corpi simili. Il colpo finale alla visione medioevale è stato affibbiato da Darwin e da Monod. Da allora tutti i biologi si sono focalizzati sull’adattamento degli organismi all’ambiente e non sul fatto che è la preesistente idoneità dell’ambiente a permettere la attualizzazione degli adattamenti. La omissione di ogni riconoscimento del significato vitale di una preesistente idoneità ambientale è uno dei grandi punti ciechi dell’evoluzionismo.
L’uomo da ‘immagine di Dio’ è divenuto nel pensiero comune un insignificante frutto del caso.
Forse la crisi del mondo postmoderno nella quale ci dibattiamo ha origine anche da questo deprezzamento.
Che si sia d’accordo o meno la lettura del libro di Denton, con la pletora di osservazioni scientifiche che lo corredano, dà da pensare.
Articolo interessantissimo, grazie a Beppe Zezza per la precisione e l’onestà intellettuale con cui ha tratteggiato un tema delicato che apre a nuove prospettive. La preesistente idoneità ambientale potrebbe essere una rivoluzione copernicana negli studi biologici attuali.
Che interessante questa riflessione Giuseppe! Mi piacerebbe sentire il parere di un antropologo. Speriamo che qualcuno con questa preparazione legga il tuo articolo e ci dia altri punti di riflessione sull’argomento oltre quelli tratteggiati da te. Un saluto!
Molto interessante il tema della preesistente idoneità dell’ambiente che ha permesso la attualizzazione degli adattamenti degli esseri viventi.
Ottimo articolo dell ing. Zezza
Francesco Durantini