Vi siete mai messi nei panni di un “cadetto” di una famiglia reale?
Se guardi alla storia, passata e recente, vedi quante volte la loro vita è stata quando non tragica comunque certamente infelice.
Se pensiamo al Regno Unito di Gran Bretagna – il solo che nei tempi recenti abbia mantenuto un “tono” regale resistendo all’imborghesimento che in misura maggiore o minore ha coinvolto le altre case reali europee (le dinastie regnanti in Europa, oltre a quella britannica sono dieci: Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Danimarca, Svezia, Norvegia, Lussemburgo, Lichtenstein, Monaco, e Andorra) – ne abbiamo una chiara testimonianza. Il recente serial “The Crown” ci ha fatto ricordare la tempestosa vita di Margaret, la sorella di Elisabetta, siamo al corrente della spericolata esistenza di Andrea, fratello di Carlo III, e attualmente siamo alle prese con la confessioni di Harry, fratello minore di William, l’erede al trono.
Anche nel passato era così. Fino a che il maggiore non ha eredi propri, il cadetto è ‘potenzialmente’ un futuro regnante e quindi deve essere educato in modo appropriato. Poi quando il fratello o la sorella accede al trono il cadetto si ritrova in una posizione di grande visibilità ma con ben poca personalità propria. Umanamente, ha il desiderio di “essere qualcuno” in qualche modo e finisce quasi inevitabilmente per commettere degli errori fatali.
È questa la storia tragica di Massimiliano d’Asburgo, Imperatore del Messico. Chi ha un po’ di conoscenza di storia, si chiede certamente: ma che ci fa un Asburgo, casa Imperiale di Austria, in Messico? Perché suona curioso a tutti – ma non è stato ‘strano’ per lui quando quella corona gli fu offerta!
Massimiliano era il fratello minore di Francesco Giuseppe, il penultimo imperatore d’Austria, che ha regnato dal 1848 al 1916 e che noi conosciamo per le nostre guerre di indipendenza. A differenza del fratello (ma vah!) era di idee liberali: se uno è di tendenze conservatrici l’altro è di tendenze progressiste, questo è successo anche in Francia, infatti Luigi XVIII era di tendenze ‘costituzionali’, ed è morto nel suo letto, Carlo X, suo fratello e successore, era di tendenze ‘reazionarie’ ed è stato cacciato.
Per dargli un ruolo Francesco Giuseppe dapprima lo nominò Viceré del Lombardo-Veneto (che allora faceva parte dell’Impero d’Austria) ma poiché seguiva un po’ troppo le proprie idee ‘aperturiste’, dopo averlo rimproverato più volte lo destituì e lo richiamò a Vienna.
Una opportunità di ‘sistemazione’ si presentò di lì a poco.
Napoleone III che cercava di dare un po’ di lustro al proprio titolo di imperatore dei Francesi sulle orme del suo più famoso zio, si era imbarcato in una politica colonialista in Africa – Algeria, Senegal – in Asia – Vietnam, Laos – ma anche in America, dove inviò una spedizione in Messico a sostegno dei conservatori in lotta con il potere centrale. Questa conquistò Città del Messico, dichiarò destituito il precedente governo, indisse un referendum per la costituzione di un impero (le cose funzionavano così a quei tempi – ma a quanto pare, non sono cambiate di molto al giorno di oggi). Napoleone III offrì a Massimiliano la corona di Imperatore. Massimiliano senza sapere nulla né di Messico né di messicani, convinto, forse, che le sue idee ‘avanzate’ gli avrebbero conquistato il favore della popolazione, accettò e si imbarcò. Il fratello Imperatore lo lasciò andare senza dargli alcun aiuto, contento di toglierselo di torno.
Arrivato in Messico Massimiliano si trovò immerso nelle questioni politiche locali: da una parte i liberali guidati da Benito Juarez che non ne voleva sapere di Impero e di Imperatori, dall’altra i conservatori che non videro di buon occhio le riforme di stampo liberale, che Massimiliano seguendo le sue idee – era massone – e cercando la pacificazione aveva subito introdotto.
Quando, finita la Guerra di Secessione americana, gli Stati Uniti seguendo la dottrina Monroe “delle cose americane si interessano solo gli americani“, cominciarono a rifornire di armi Juarez, e i Francesi decisero di togliere il disturbo e ritirarono le loro truppe, Massimiliano si trovò solo . La moglie Carlotta, principessa belga, tornò in Europa cercando invano aiuto da tutte le parti e vi rimase, sprofondando in una follia intermittente. Massimiliano provò a resistere formando un proprio esercito con i reduci della guerra di secessione. Ma non ebbe successo.
Sconfitto, si trincerò nella città di Santiago di Queretaro, da dove cercò di fuggire nottetempo. Fu preso, sottoposto a Corte Marziale e condannato a morte.
Dall’Europa molte voci, di reali e personalità eminenti, si levarono in sua difesa, (mancò invece una voce favorevole da parte del presidente degli Stati Uniti). Non vennero ascoltate e Massimiliano fu fucilato.
In seguito le sue spoglie vennero trasferite in Austria dove riposano a Vienna nella Cripta dei Cappuccini insieme ai sovrani Asburgo.
Quando, giovanetto, lessi la storia di Massimiliano rimasi impressionato da questo essere visionario e sfortunato. Oggi chi si ricorda di lui?
Caro Beppe, mi è piaciuto molto il tuo articolo su Massimiliano. In molti, credo, ricordiamo la bella poesia di Carducci, “Miramare”, in cui a tinte forti viene rappresentato il destino dell’Asburgo come una sorta di nemesi storica, o di vendetta degli Dei messicani per i crimini dei Conquistadores… Molti anni fa, viaggiando in Messico con Renata, vedemmo nel museo di Monterrey le armi usate dal plotone di esecuzione, e l’impressione ci è rimasta fino ad oggi! Grazie di aver rinfrescato il ricordo.