ARCHEOLOGIA – La scoperta di mille teste d’ariete

Ti sono sgomberate le Vie degli Archi che portan su a Horo.
Il cuore di Seth è fraterno verso di te, come il Grande di Eliopoli.
Tu traversi il Canale delle Curve nel Settentrione del cielo,
come una stella che naviga sul Verdissimo che è sotto il ventre di Nut.
La Dat ti conduce per mano al luogo dove è Orione
dopo che il Toro del Cielo ti ha dato la sua mano.

Questa poesia egizia a carattere religioso con la quale inizio quest’articolo è un augurio rivolto al faraone Pepi (2.300 a.C.) affinché compisse con successo il viaggio che, dopo la morte, doveva condurlo tra le stelle e in mezzo agli Dei. Esprime l’importanza che davano gli Egizi all’aspetto cosmico e astrologico legato alla loro religione.
Avventurarsi nella miriade di elementi che arricchiscono il loro mondo religioso unito spesso alla mappa celeste del cielo è un impresa ardua e certo non ho intenzione di percorrerla. Un solo sguardo sull’affascinante “Zodiaco di Dendera”, il disco bronzeo del tempio di Hator rinvenuto sul soffitto del pronao della cappella di Osiris e ora conservato al museo del Louvre, ci fa intravedere la complessità nell’interpretare questa mappa, ma rappresenta comunque un grandissimo esempio di come la vita economica, culturale e sociale di un intero popolo fosse dominata dalla “scansione spazio-temporale” e quanto giustamente le informazioni relative a questi dati influenzassero il potere decisionale sulla collettività, visto che ne determinava la loro sopravvivenza. Già allora erano presenti i segni zodiacali suddivisi per stagioni collegandoli alle costellazioni visibili nel cielo.
Ma torniamo a noi e al perché di questa diversione.
Nella città di  Abydos, ad ovest del Nilo, una delle più antiche città dell’Alto Egitto ritenuta la città egiziana più sacra ai tempi dei faraoni, è stata fatta recentemente una sorprendente scoperta. Sono state rinvenute oltre 2000 teste d’ariete mummificate insieme a pecore, cani, capre selvatiche, mucche, gazzelle e manguste. Una serie di offerte votive donate durante la pratica del culto. Era sicuramente un luogo di pellegrinaggio degli antichi egizi. Si credeva che l’ingresso per l’Aldilà si trovasse nelle colline desertiche a ovest di questo sito. Era il centro del culto di Osiride, re degli inferi, ma anche la casa delle sepolture di alcuni dei primi sovrani egiziani.
I re della XIX dinastia Seti I e Ramesse II (1279-1212 a.C.), rispettivamente padre e figlio, costruirono un tempio ciascuno, al fine di consolidare il culto ancestrale reale nell’area. Il culto della triade Osiride-Iside-Horus era espresso da una grande processione rituale che si fermava in luoghi sacri designati con l’offerta di animali mummificati.
La scoperta di questo gran numero di teste di arieti senza precedenti, deposte dai fedeli in epoca tolemaica (dal 300 al 30 a.C.) utilizzati come offerte votive, indica l’importanza di questo culto. Prova, anche, che Ramesse II era ancora venerato ad Abydos mille anni dopo la sua morte. I crani degli animali dedicati a Khnum il dio dalla testa d’ariete, detto anche il dio vasaio modellatore della vita, si trovavano, ancora coperti dal lino, in uno dei magazzini a nord del tempio e nei pressi del più celebre santuario iniziato dal padre Seti I.
L’Ariete è il primo segno dello zodiaco perché anticamente il Sole si trovava in quella costellazione al momento dell’equinozio di primavera, data utilizzata come capodanno. Infatti corrisponde all’inizio dell’anno, quando tutta la vita vegetale si risveglia ed è collegato al periodo propizio per i festeggiamenti agricoli, per le feste di primavera. Khnum è il Signore dell’orzo e del grano, dei fiori, della frutta, degli uccelli, dei pesci e degli animali ed onorarlo in quel modo sembrava il massimo del rispetto.
L’Egitto continua ancora oggi a donarci emozioni per le continue scoperte date anche dalle moderne attrezzature che consentono lavori di ricerca più sofisticati. Siamo in attesa dell’inaugurazione del nuovo museo di Giza, il GEM – Grand Egyptian Museum, che dovrebbe raccogliere in un’unica sede i tesori di questo grande popolo. È prevista per ottobre di quest’anno. Situato fuori dal Cairo, sulla riva occidentale del fiume Nilo, a due chilometri a nord delle Piramidi di Giza, nei pressi della Necropoli e  ospiterà una collezione di più di 100mila oggetti. Organizziamo un viaggio con La Lampadina?

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