STORIA – I mitrei e il mitraismo

Durante le nostre tante passeggiate nei sottosuoli della Roma che fu, spesso ci imbattiamo in luoghi bui non molto vasti simili a grotte sotto grandi e piccole costruzioni, i Mitrei, che secondo la religione monoteista del tempo, rappresenterebbero il simbolo del cosmo. A Roma sembra ce ne fossero più di 100.
Grande successo di questo culto religioso tra il II e il III secolo d.C. incuriosito sono andato, a consultare qualche testo sull’argomento per saperne qualcosa di più.
Il tutto nasce da una leggenda del Dio Mitra che sarebbe sceso tra gli uomini con un progetto preciso: combattere il Male e far trionfare la Giustizia.
Il dio Mitra nacque il giorno del solstizio d’inverno, il 25 Dicembre, spunta da una roccia così per caso, nudo, come una statua marmorea. Alla nascita erano presenti alcuni contadini e pastori che sebbene sbalorditi dall’ evento, lo accolsero, lo protessero e lo nutrirono.  Aveva nella mano destra un coltello che è l’arma con la quale sacrificherà il toro dalla cui morte germoglierà la vita sulla terra. Nella sinistra, una fiaccola per rischiarare la via e allontanare le tenebre.
Mitra nasce come divinità solare, protettore del bestiame, dio che garantisce la pace sociale nella vita agreste. La sua prima mossa, venendo alla luce, è quella stringere un patto di alleanza con il Sole, con il Sole consuma un pasto di pane e vino, poi vola in cielo da dove continuerà ad assistere e a proteggere i suoi fedeli.
Il culto di Mitra, per come ci viene raccontato, ha l’aspetto di una religione spirituale, indaga sull’esistenza dell’anima, della sua salvezza e sull’ unità che può raggiungere attraverso le sette sfere planetarie, Luna, Mei Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, che sono le sette prove iniziatiche al culto. Con il sacrificio del toro selvaggio da lui catturato e trascinato nella grotta, diventa l’artefice divino e l’ordinatore del mondo-.
I gruppi scultorei e/o le immagini campeggiano sempre all’interno dei mitrei al centro della stanza. Il dio, è rappresentato nell’attimo dell’uccisione del toro, lo trattiene, lo uccide affondando la lama del coltello nel collo, il sangue fuoriesce copioso, quel sangue che feconderà la terra.
La vita è cosi iniziata: dal sangue del toro che bagna la terra, germoglia la pianta, dalla coda spuntano le spighe di grano. Quel momento è il big bang, inizia l’universo vitale, la morte della bestia ha dato origine al movimento cosmico delle stelle e l’evolversi del tempo.
Mitra, è affiancato da due personaggi, Cautes e Cautopates, che rappresentano il giorno e la notte, la luce e il buio, la vita e la morte. Cautes ha in mano una fiaccola rivolta verso l’alto; Cautopates rivolge  la sua torcia verso il basso. Spesso nelle rappresentazioni possono esserci anche il sole e la luna e il corvo latore del messaggio che ordina di uccidere il toro.
Il Mitraismo era più vicino ad una società segreta organizzata in tanti piccoli gruppi, limitato e destinato esclusivamente agli uomini e in particolare ai militari.
Lo storico francese dell’Ottocento, Joseph Ernest Renan (1823) afferma che se il cristianesimo fosse stato fermato nella sua espansione per via di una malattia mortale, il mondo sarebbe stato mitraico». È impossibile dire oggi, che cosa sarebbe realmente accaduto se Costantino (306-337) con il suo editto di Milano (313 d.C.) non avesse liberalizzato il culto cristiano e Teodosio (379-395), poi, con l’editto di Tessalonica (380 d.C.) imposto lo stesso come religione di Stato, mettendo così al bando il paganesimo.

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