La prima cosa che ci dicevano i nostri genitori quando da ragazzi in partenza per Inghilterra per il rituale corso di Inglesa: «Se devi parlare con un vero Inglese, e rompere ogni indugio, parla del clima». L’usanza è continuata ed è arrivata da tempo fin da noi.
Oggi Incontri un amico, il tuo primo commento è «Come stai? Ma che bel tempo!» magari però dopo, 10 minuti di pioggia scrosciante. Ma perché succede tutto questo? Inquinamento CO2, il sole che riflette, insomma chi più ne ha e più ne metta, ma una risposta precisa su cosa influisce sulle forti variazioni climatiche ancora non è chiarissima. Si parla però, di inseminazione delle nuvole come modifiche delle condizioni atmosferiche.
Ho fatto la mia ricerca sulle varie tecniche allo studio da anni in tutti paesi del mondo, L’obbiettivo della inseminazione è naturalmente il poter controllare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso la dispersione, iniezione di varie sostanze chimiche o di sale sulle nuvole.
Per studiarne gli effetti, sono state studiate varie sostanze tipo lo ioduro d’argento, il ghiaccio secco (o biossido di carbonio congelato). Sono state usate anche espansioni di propano liquido per produrre cristalli, mentre è in aumento l’uso di materiali igroscopici, come il sale. Alcuni di questi sembra abbiano dato risultati promettenti e possano influire sulle precipitazioni e quindi una maggiore o minore piovosità nelle varie zone del pianeta ed anche una prevenzione nella formazione di grandine e diminuzione dei fronti temporaleschi etc. La dispersione avviene da aerei, rilasciati da dispositivi a terra, veicolati tramite razzi o simili sulle nuvole.
I più attivi nel settore sono gli Stati Uniti e la Cina, di quest’ultimo paese naturalmente se ne sa poco o nulla. Fossero proprio quei palloni aerostatici che a volte vengo intercettati in un uno altro paese a carpire i segreti su questa tecnica ancora non chiara?
Tanti i progetti nel passato con esiti incerti, In USA uno, di qualche anno fa, denominato Stormfury sembrava potesse controllare gli uragani, non si sa se è stato un successo o meno. Il timore fu che l’inseminazione delle nuvole potesse sì alterare la direzione e la potenza degli uragani, ma avere effetti negativi sulla popolazione circostanti, il progetto fu abbandonato.
L’inseminazione fu utilizzata anche per scopi bellici nel 1972 nel Vietnam del Nord al fine di prolungare la stagione monsonica. In seguito a questa operazione si ebbe un’estensione della stagione delle piogge tra i 30 e i 60 giorni, dopo di che gli Stati Uniti firmarono la Convenzione ENMOD, che vieta l’uso di tecniche di modificazione meteorologica per scopi ostili.
La Cina sembra che utilizzi il sistema in varie zone, compresa la capitale Pechino. Ma tanti i dubbi ed anche per un conflitto politico interno tra le varie aree che si accusano l’un l’altra di “rubare la pioggia” attraverso l’inseminazione.
La Cina ha usato l’inseminazione delle nuvole a Pechino prima dei giochi olimpici del 2008 al fine di liberare l’aria dall’inquinamento, ma con quale esito? Non se ne sa più niente e se ancora utilizzata.
Diverse sono le compagnie statunitensi attive in questo settore, per citarne alcune, la Aero Systems Incorporated, l’Atmospherics Incorporated, la North American Weather Consultants, la Weather Modification Incorporated, la Weather Enhancement Technologies International e la Seeding Operations and Atmospheric Research tutte offrono servizi di modificazione meteorologica (principalmente sembra neve sulle zone montuose e impianti sciistici) incentrati sull’inseminazione delle nuvole.
Recentemente gli scienziati dello Scripps Institution of Oceanography di UC San Diego chiedono di regolamentare l’ingegneria climatica e in particolare di fermare l’uso dell’inseminazione delle nuvole sul mare. Sembra infatti che questo metodo crei delle ondate di calore anomale che si riverberebbero perfino in Europa e in altri continenti, tanto da cambiare, nel subcontinente indiano, i monsoni e aumentare i periodi di siccità. Ne verrebbe a risentire anche l’Europa con forti interferenze sulle correnti interne atlantiche (Amoc) e per quei flussi che permettono all’acqua calda dal sud di spostarsi a nord e viceversa, mantenendo, così, l’equilibrio nel clima.
I rischi sono ancora non prevedibili: le simulazioni, mostrano che nel breve periodo il sistema potrebbe raffreddare la costa pacifica degli Stati Uniti ed anche l’Europa mentre, tra una ventina di anni le temperature potrebbero aumentare in molte altre regioni.
Gli investimenti del settore sono ingenti va da sé che un sistema di regolamentazione del clima sarebbe ideale per tutto il pianeta, ma tanti i dubbi su un possibile accordo che dovrebbe riunire il più delle nazioni.
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