In America, una collezione privata diventò nel 1924 una leggendaria istituzione pubblica. La Morgan Library celebra un secolo della sua storia.
Evviva la Morgan Library con ingresso da Madison Ave. La Morgan Library nasce nel 1900 per volontà dell’influente banchiere J.P. Morgan che ne fece una biblioteca per conservare la sua collezione di libri antichi. Affida il progetto all’architetto Mc Kim esponente dell’American Renaissance che realizzerà una biblioteca di piccole dimensioni ma sontuosa. Nel 1924, dopo la morte del padre, J.P. Morgan jr. affiancato dalla bibliotecaria Belle da Costa Greene, rende pubblica la biblioteca e amplia l’edificio (Annex) con sale da lettura, sale espositive.
L’ultimo intervento di rinnovamento ed ampliamento è quello affidato a Renzo Piano terminato nel 2006. Il suo progetto integra in un unico complesso i diversi nuclei storici, la Morgan Library voluta da J.P. Morgan, l’Annex, voluta da J.P. Morgan jr. e la casa dei Morgan. L’ingresso viene previsto da Madison Avenue ed ha un padiglione di vetro che conduce e collega i diversi edifici ed i piani superiori ed inferiori. È stato costruito un auditorium e 4 nuove sale per esposizioni temporanee. La Morgan Library è una storica e leggendaria istituzione americana che quest’anno compie 100 anni e che si definisce “un luogo dove si studia la creatività”.
Per celebrare il suo primo secolo, la Morgan Library ha previsto un programma speciale di balletti, concerti, incontri letterari, ed un’esposizione sul lavoro e la storia della leggendaria bibliotecaria, Belle da Costa Greene, che fu una vera autorità in materia di manoscritti miniati.
Belle Greene fu una colta ed intelligente ragazza, appassionata alla cultura ed ambiziosa, nata nel 1883 a Washington. Belle vive in un’America dove dal 1877 sono in vigore le Jim Crow laws con le loro atroci regole: divieto ai neri di salire sugli stessi treni dei bianchi, di bere alle stesse fontane, di utilizzare gli stessi bagni, di frequentare gli stessi luoghi pubblici, gli stessi ristoranti, gli stessi teatri e ovviamente le stesse università.
Belle è figlia di Richard Greener, un attivista per i diritti delle persone di colore, primo afroamericano laureato a Harvard. La madre Geneviève era meticcia e dalla pelle bianca. Entrambi i genitori erano di razza mista. Fino al 1964 le leggi americane definivano coloured anche chi aveva solo una goccia di sangue scuro, indipendentemente dall’aspetto fisico, persone qualificate con occhi chiari e pelle chiara o olivastra, per loro l’ascensore sociale del sogno americano era precluso. Il loro destino erano i lavori sottopagati, da neri. Alcuni come Belle ed i suoi fratelli scelgono di falsificare i propri documenti e farsi passare per bianchi. Si inventano origini olandesi, portoghesi, inglesi. Un atto definitivo chiamata passing, una traversata senza ritorno. Il passing se scoperto veniva severamente punito. Era fondamentale non generare figli dato che le combinazioni della genetica avrebbero potuto riportare casualmente in auge il sangue scuro.
Belle è molto determinata ed appassionata, celerà la sua identità ed a vent’anni riesce a lavorare nella biblioteca di JP Morgan che la terrà in grandissima considerazione. Successivamente, dopo la guerra riprende la sua attività con J.P. Morgan jr. e nel 1924 corona il suo sogno. La Morgan Library diventa un’istituzione pubblica.
Il suo operato è determinante per il passaggio da collezione privata a istituzione pubblica della Morgan Library. Viene assunta come punto di riferimento dell’alta società newyorkese e ne diventa una delle figure più influenti. Ad un certo punto è la donna più pagata d’America e diventa una regina del panorama culturale e mondano newyorkese. Si veste da uno stilista parigino e diventa sua testimonial oltre oceano. Amicizie importanti come Isadora Duncan le riempiono la vita privata.
Si innamora di Bernhard Berenson, celebre critico e storico dell’arte. Bernhard, il cui cognome era Valvrojenski, era un ebreo lituano che arrivò a Boston poverissimo. Iscritto alla Boston University si distingue per il suo talento eccezionale. Anche lui preferì celare la sua identità. Bernhard e Belle si sono riconosciuti. Tuttavia la vita a due non fa per lei, che è una donna molto indipendente e determinata.
Belle muore a 66 anni a causa di un tumore nel 1950 e porta con sé il suo segreto. Solo negli anni Sessanta il velo sulla famiglia Costa Greene comincia a squarciarsi. Oggi in qualche modo la sua avventura continua. Ci sono borse di studio a suo nome e molte imprese proseguono la sua opera che è stata quella di rendere pubblica una biblioteca privata.
Ultimamente sono usciti due libri su Belle Greene:
– Alexandra Lapierre, Belle Greene, Edizioni e/o
– Marie Benedict, Victoria Christopher La bibliotecaria di New York, Newton Compton Editori
Sempre più spesso la sensibilità femminile coglie l’importanza di strutture siti cultura. Grazie di aver segnalato questa preziosa istituzione!
Splendido articolo cara Carlotta! Nel 2006 vivevo a New York e sono andata all’anteprima della Opening dove Renzo Piano ci ha deliziato di poche concise parole sul suo Splendido Progetto dove è riuscito perfettamente ad amalgamare l’antico con il Moderno.
Un Uomo Veramente Speciale!