Dow Jones Industrial Average, è l’indice della Borsa americana che Charles Dow creò il 26 maggio 1896. La partenza fu con 12 titoli! Da quella data a oggi la sola General Electric, è rimasta nel listino con il suo nome originale, a parte una breve parentesi a fine Novecento.
L’indice Dow è stato ininterrottamente presente sul mercato per oltre cento anni fino alla Prima Guerra Mondiale, quando il New York Stock Exchange rimase chiuso per quattro mesi e mezzo.
Una decisione così pesante, fu presa in considerazioni delle teorie economiche dell’inglese Norman Angell che che con la sua pubblicazione “The Great Illusion”, aveva predetto che il conflitto avrebbe causato un collasso dell’intera economia mondiale e suggeriva di investire la più parte del proprio patrimonio in oro. La teoria terrorizzò i dirigenti della Borsa che decisero di chiudere le contrattazioni il 31 Luglio del 1914 per poi riaprirle il 15 Dicembre del 1914.
Durante quei giorni, traders, speculatori e chi capitava, portarono avanti le contrattazioni praticamente a mercato nero e proprio di fronte al quartier generale di Wall Street.. Successivamente e nonostante la Seconda Guerra Mondiale, la Borsa è andata avanti negli anni con qualche pausa ma mai lunga come la precedente e con fluttuazioni di maggior respiro.
La Borsa oggi si basa sulle contrattazioni di migliaia di società, di obbligazioni, ETF etc, gli scambi sono arteriosclerotici, lunedì è andato bene, ma martedì o la prossima ora? Chissà. Una cosa è seguire l’andamento della Borsa, altro è capire come si evolve il mercato nei mesi a venire. Economisti, politici, finanziari, ben consci della situazione, cercano di inventarsi un indice con calcoli matematici, e basati sui corsi e ricorsi, modelli passati etc, in altre parole ciascuno cerca un sistema che sia un indice di riferimento dell’andamento delle Borse. Ne nascono quindi tutti i giorni e di tutti tipi, alcuni molti seri, come la versione giapponese del Big Mac Indicator: il Sushi Index, ideato dall’economista Kenta Ishizu di Mizuho Securities e diretto a valutare l’impatto della politica economica di Shinzo Abe, primo ministro del paese, sull’andamento della spesa, sulla domanda interna, e altri parametri.. Si chiama Tuna-Mackerel Index (cioè Indice Tonno-Sgombro) poiché in effetti utilizza la misura del consumo di tonno o di sgombro, per parametrare la fiducia del consumatore giapponese.
Se nel periodo preso in considerazione si registra un elevato consumo di tonno, più costoso, la fiducia è alta, e alta anche la propensione al consumo, se al contrario, aumenta l’acquisto di sgombro, è un periodo in cui si stringe la cinghia.
Esistono anche altri indici che ci fanno, in qualche modo, sorridere.. L’ultimo di cui ho letto…non parla di oro come argomento teorizzato da Norman Angellche, o di Big Mac, o di pesce crudo, ma di bellezze americane…e si basa su una teoria tanto interessante quanto difficilmente confutabile.
Qualche tempo fa la Bespoke Investment, un gruppo che si occupa di ricerche di mercato, pubblicò una strana teoria che intitolò “the Sports Illustrated Swimsuit Issue Indicator”. Secondo questo indicatore la Borsa tenderebbe verso l’alto e con un miglior rendimento quando sulla copertina della rivista di moda per i costumi da bagno è pubblicata la fotografia di una bella ragazza americana…
Certo la relazione sembrerebbe assolutamente fuori da ogni logica, ma la statistica preparata dalla Bespoke, dal 1978, ci dice che una ragazza americana è apparsa sulla copertina della rivista su 18 numeri in anni diversi. La ricerca conferma che l’utile ottenuto dall’indice S&P 500 durante quegli anni ha prodotto un guadagno del 14.4%, con un ritorno positivo per l’88.9% del periodo.
Durante i 17 anni in cui la rivista non ha pubblicato alcuna foto in copertina, l’indice S & P 500 ha dato in media un rendimento del 10,8%, con un ritorno positivo del 76.5% del periodo. L’unica anomalia è stata nel 2008, quando la top model americana Marisa Miller era sulla prima pagina. Quell’anno, l’indice S & P 500 affondò del 38,5%. Se non ci fosse stato un anno così disastroso la media dei guadagni grazie alle bellezze americane sarebbe stato molto più evidente,
Nel 2012, è apparsa la prima volta, la super sexy Kate Upton, ed è stato un grande successo, sia per l’interesse ottenuto dalla ragazza ma anche per Wall Street. l’indice S & P 500 ha infatti registrato un rendimento del 16% totale.
Sarà il piacere e la gioia della sua immagine che predispone positivamente i signori di tutto il mondo verso ogni attività e la Borsa? Speriamo che anche il 2013 sia così, visto che la fotografia della sinuosa Kate Upton, è, anche quest’anno, in prima pagina.
Ottimo articolo, molto interessante, finalmente ci capisco un pò di più, grazie mille.
Alessandro contento Le sia piaciuto, trovo sempre di grande interesse la diversità degli indici di borsa e l’interpretazione che ne viene data… quasi un lavoro da psicanalisti.
Mi piacciono gli articoli di finanza come li scrive Carlo perché……li capisco anch’io che conosco un pochino l’Economia ma di finanza non ne azzecco granché!
Non ditemi che fra la due non c’é grande differenza perché per me si e parecchia anche.
Allora bravo Carlo e grazie.
Ciao Manù grazie per le Tue parole sempre molto apprezzate.
Hai visto i due filmati carinissimi uno, ultima riga dei flash in merito ai telefonini, quella dello “spogliatoio maschile” e poi l’altro dopo il pensiero laterale.. “anche a questo” ….?
Se non lo hai fatto guardali molto divertenti.