VIAGGI: Classic India Rally

Dal 24 gennaio  al 21 febbraio 2013 abbiamo partecipato con la nostra Volvo PV 544 al Classic India Rally: 4300 km tra lo stato del Rajasthan e lo stato del Gujarat.
Il rally è stato organizzato da ROARR, una società inglese che da anni organizza “long distance rallies”.
Il 26 gennaio appuntamento a Delhi, siamo 15 vetture tra cui una rarissima Lanchester degli anni Venti e una Lagonda 45 del 1937, due Jaguar XK 120, una Jaguar 150, un’enorme DeSoto Fireflite cabrio degli anni ʻ50 e una Lincoln Capri (l’auto con la quale negli anni Cinquanta si vinceva la Panamericana!), una Chevrolet del 1937 arrivata seconda alla Pechino Parigi. Tre Mercedes Pagoda e una velocissima 450 SL, una Giulia 1300 scuderia del Portello guidata da Roberto Chiodi e la mia Volvo PV 544 con la quale ho fatto tutti gli altri rallies in giro per il mondo.
In India esiste la regola del tre: primo avere un clacson forte e chiaro, secondo buoni freni e terzo tanta fortuna! In teoria si guida a sinistra quindi è il mio navigatore (mia moglie ) che mi dice quando superare, ma in pratica tutto ciò che si muove può arrivare da tutte le direzioni!
Per i primi 1500 km guidiamo in Rajasthan visitando fortezze e palazzi di maharaja. Entriamo nel Gujarat dal sud del Rajasthan e passando dalla città di Ahmedabad ci dirigiamo verso il mare di questa bella penisola. Andiamo nelle zone desertiche per poi tornare in Rajasthan passando da belle strade rurali e su qualche tratto di autostrada. Ritornati a Delhi abbiamo lasciato le macchine nei containers per il viaggio di ritorno in Italia.
Questo magnifico rally ci ha dato la possibilità di viaggiare in maniera del tutto particolare, vedendo e vivendo con la nostra Volvo le persone, i paesini, le campagne, i templi, le regge e le fortezze dell’India, permettendoci così di scoprire e di godere di tante meraviglie “sconosciute”.
Inizio rally a Delhi: prese le vetture dai containers, mille difficoltà burocratiche, riusciamo a partire solamente verso le 5 del pomeriggio, quindi al buio, cosa sempre da evitare possibilmente… la mia Volvo si ferma a un distributore e non vuole più partire, per fortuna era solo il filo a massa della batteria che non faceva contatto. Facile riparazione ma entriamo in un videogioco notturno, il traffico diventa un incubo, i camion non hanno le luci posteriori e usano gli abbaglianti in permanenza. Sorpassi folli, moto, bici, cani, mucche, bufali, moto e tuc tuc tutti contro di noi! Speed bumps micidiali all’ingresso e all’uscita di ogni paesino! La Volvo si comincia a lamentare ma non sa ancora cosa la aspetta! Finalmente arriviamo sani e salvi la sera tardi a Karauli, un forte del Cinquecento diventato albergo. Da Karauli andiamo a Ranthambhore, una volta terreno di caccia del Maharaja di Jaipur, ora area protetta, dove vivono 49 tigri. A pochi chilometri dalla riserva un forte costruito nell’XI secolo. Il Maharaja di Ranthambore, nel XIV secolo dette riparo nel forte ai nemici del sultanato di Delhi e il forte fu sottoposto a un massiccio assedio e infine conquistato dai musulmani. Questo forte è protetto da cinque portoni massicci muniti di punte di ferro per impedire l’accesso agli elefanti che portavano i guerrieri all’assalto. Al momento dell’assedio durato più di un anno gli abitanti erano 10.000 e avevano cibo e acqua per un anno. Il forte è magnifico e ricco di templi di tutte le religioni.
Sulla strada di Udaipur straordinario il palazzo reale di Bundi, il Garh Palace, costruito dal Maharaja Rattan Singh nel 17° secolo. Descritto da Kipling come ” opera non dell’uomo ma dei folletti” quando ci è apparso da lontano ci siamo chiesti se eravamo ospiti di Tolkien o in preda di un delirio di fantasie.
Non ci sono parole per descriverne l’architettura! Balconi, sale, fortificazioni, dipinti (pochi rimasti integri ma meravigliosi), statue di elefanti ovunque, nei capitelli, come sovrapporte, negli angoli delle stanze. I dipinti delle persone sono solamente di profilo, giacché solo gli Dei potevano essere rappresentati di fronte!
Lasciamo Bundi e andiamo a visitare il bellissimo forte di Chittaugarh costruito nel XIII secolo. Lungo la strada vediamo dei piccoli appezzamenti di fiori bianchi a oppio, coltivati e controllati dal governo nella piena legalità. Da lì ci dirigiamo verso Udaipur e sulla strada dei Monti Aravalli ci appare la fortezza di Kumbulghar costruita dal Maharana Kumbha nel 1400. Le mura, seconde solo alla muraglia cinese, sono lunghe 37 km e attraversano tredici passi di montagna. All’interno templi, palazzi e villaggi. Arrivati a Udaipur siamo invitati la sera dal Maharana Shriji Arvind Singh, grande collezionista di auto d’epoca e vincitore al Concorso di eleganza di Pebble Beach con una Rolls Royce appartenuta al nonno.
Dopo Udaipur entriamo nello stato del Gujarat che ci offre templi dalle architetture affascinanti e straordinari paesaggi.
Incredibilmente bello il tempio jainista di Palitana, composto di 800 templi.
Per visitarlo bisogna salire 3700 gradini. Restiamo sbalorditi ed emozionati nella visione di questo luogo di devozione scolpita nel marmo e vissuta ogni giorno da migliaia di pellegrini. Ci accompagnano nella visita canti, preghiere e il fascino dei fedeli vestiti di bianco che recano offerte e fiori. Gli jainisti, vegetariani assoluti, hanno un totale e religioso rispetto di ogni tipo di vita animale e vegetale, addirittura non raccolgono nulla che cresce sottoterra per non fare male a un insetto o un verme nell’estrazione del vegetale.
Il giorno seguente arriviamo a Gondal nel centro del Gujarat e siamo ospiti nella residenza estiva del Maharaja, anche lui appassionato di auto storiche.
Quando vede la Giulia di Roberto Chiodi gli racconta di avere corso con una Giulietta. Nel suo garage ha trenta belle vetture in gran parte americane dell’immediato dopoguerra. Infatti, gli Indiani con l’avvento delle vetture USA hanno scoperto che queste andavano nelle loro strade forse meglio delle Rolls a un prezzo molto inferiore!
Un’altra meraviglia che abbiamo visitato è Mount Abu del XII secolo con due templi jainisti di sublime bellezza di marmo bianco, talvolta rosa, lavorati come un merletto con figure floreali e umane che letteralmente fuoriescono dal marmo.
Lasciamo Mount Abu e andiamo a Jailsamer, il forte dorato, la città più a ovest del Rajasthan a soli 60 chilometri dal Pakistan.
La città circondata da mura controllava il passaggio, obbligato, delle carovane e il maniero ha rappresentato per secoli il rifugio di sovrani che accumulavano ricchezze e costruivano meravigliosi palazzi con balconi intarsiati all’interno delle mura. Proseguiamo per Jodhpur, sulla strada sentiamo un rumore che viene dalle sospensioni posteriori, mia moglie ormai esperta, fa subito diagnosi di una rottura dell’ammortizzatore posteriore di sinistra! A forza di buche di salti e di sterrati l’ammortizzatore ha sfondato l’alloggiamento nel bagagliaio. Niente problemi: ci fermiamo in un villaggio, dove un giovane artigiano con una vecchia saldatrice a carburo ci esegue rapidamente una perfetta riparazione. Da Jodhpur rientriamo verso Delhi, ci fermiamo a Neemrana in un albergo fortezza in cima a una collina, dove si rifugiavano i briganti.
Tornati a Delhi, lasciata la Volvo nei containers per altri due giorni ci godiamo questa bella e interessante città in attesa del nostro volo per Roma.

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3 Luglio 2013 8:58

Carissimo Giancarlo, bellissimo ed interessantissimo il tuo reportage sul rally in India.
Hai descritto con dovizia di particolari le piacevolezze delle strade indiane.

Ciao
Antonio Dal Monte