Quando l’arte e l’architettura si incontrano…
Le città del nord dell’Europa, nella zona tra il Baltico e la Scandinavia, sono disseminate di bellissimi spazi destinati all’arte contemporanea: il Louisiana Museum of Modern Art sulla costa dell’Øresund al nord di Copenhagen, l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art, nuovissimo progetto di Renzo piano a Oslo, il Kiasma Museum of Contemporary Art di Helsinki che offre un’interessante struttura e propone coraggiose opere, a tra tutti questi spazi di notevole valore sono rimasta colpita, in un mio recente viaggio, dal Kumu di Tallinn (Estonia), in altre parole il museo d’arte contemporanea considerato il più bel museo nei paesi Baltici e forse addirittura uno dei più bei musei di arte contemporanea dei paesi del nord.
Il museo, come notoriamente la più parte dei suoi simili nascerà dopo un lungo e travagliato percorso.
Il Paese, che recupera la sua indipendenza dall’Unione Sovietica nel settembre del 1992, ha come capitale, Tallinn, città dai tratti spiccatamente medioevali, sulla costa orientale del Mar Baltico. Già all’inizio del secolo scorso si era voluto dare un degno museo alle collezioni d’arte dell’Estonia e, dopo aver interpellato in una gara, negli anni Trenta, i più grandi architetti del momento tra cui gli architetti estoni Edgar Johan Kuusik, Erich Jacoby, il finlandese Alvar Aalto e tanti altri per realizzare un nuovo e moderno museo, in seguito a vari non trascurabili trascorsi storici il progetto fu accantonato. Le opere rimasero nel tradizionale museo del Palazzo di Kadriorg operativo fino al 1992 anno in cui, visto le pessime condizioni del fabbricato, fu definitivamente chiuso.
A questo punto si rendeva indispensabile riconsiderare gli spazi da destinare all’arte del passato e del presente e alle attività ineranti. Non è stato per niente facile rendere concreto il progetto. Da quando fu bandito il concorso nel 1994, vinto da Pekka Vapaavuori (nato nel 1962) un giovanissimo architetto finlandese, quando le ruspe cominciarono il loro lavoro nella collina di Lasnamäe e prima di veder il Museo d’arte “Kumu” realizzato, passeranno undici anni. Insieme con questo prenderà corpo il complesso del Museo d’Arte dell’Estonia rappresentato da una vasta rete di musei: quello d’arte di Kadriorg, quello di Mikkel, il Museo Niguliste e quello Adamson-Eric e in cima a tutti, alla fine del grande parco, il Kadriorg Park, (che li contiene tutti), il bel museo Kumu.
E’ sorprendente quanto, rispettando i materiali usati nella zona (dolomite, legno, rame patinato e vetro) gli architetti siano riusciti a proporre una grande struttura che doveva dare lo spazio per trasmettere a un pubblico nazionale e internazionale i valori culturali dell’Estonia di ora, contenere in una giusta sede la collezione permanente e permettere di dare grande spazio alle esposizioni temporanee. La collezione permanente copre l’arte del paese dal diciottesimo secolo, il periodo dell’occupazione sovietica (1940-1991) e infine il Socialismo reale e l’arte non conformista.
Costruito sul posto dove Pietro il Grande pensava di fare finire il parco della vecchia città, l’edificio termina il grande complesso dei musei e crea un vero passaggio dalla città antica verso una zona dai nuovi sviluppi urbanistici, verso il mondo nuovo. La sua forma è senza tempo; semi circolare, inserita in uno spazio ad anfiteatro, sembra irradiare energia e forza e si bilancia perfettamente con la distribuzione degli spazi all’interno. Per non dominare l’armonia della natura che lo circonda l’edificio sparisce parzialmente sotto il suolo. L’insieme dà un senso di chiarezza e semplicità e rispetta perfettamente l’austerità delle linee interne.
Un bellissimo esempio di architettura dedicata all’arte.