Sappiamo tutti come ormai, nei Paesi industrializzati, il bene più prezioso e scarso non sia certo il petrolio ma qualcosa di intangibile. Sì, esatto: il tempo.
Se siete alla ricerca di un grande regalo per Natale, che ne dite di donarne un po’? Chi di voi conosce la banca del tempo?
Sono Giovanni e faccio parte di questa piccola/grande banca del tempo; per Natale regalo a Roberto 4 ore del mio tempo, gli faccio un assegno… Di queste quattro ore ne farà quello che vuole.
Roberto ha infatti un problema: sua madre vive vicino a Viterbo e deve portarLa dal medico a Roma, ma il suo lavoro in questo periodo non glielo permette. Sarà Giovanni a pensarci e a riportarla indietro. Ma come dare a Giovanni un regalo di tempo che sia analogo?
Ma certo! Roberto è bravissimo come informatico, mi darà lezioni di computer di un ora ciascuna ogni sabato del prossimo mese…. Cosi i regali saranno simili…
Funziona come una banca, ma senza soldi e senza interessi, solo quello che si dà e si riceve del proprio tempo, delle proprie competenze, delle proprie capacità.
So come fare qualcosa, metto a disposizione le mie conoscenze, le mie competenze. Se a qualcuno interessa il mio “sapere” me lo chiederà ed io potrò chiedere qualcosa in cambio. Si tratta di uno scambio alla pari, o meglio, di un baratto. Tutte le attività sono valutate con l’unità di misura che è il tempo.
Ma come funziona, chi le controlla, come sono gestite?
Il calcolo del tempo e la sua contabilità, funzionano come nelle banche vere: disponi di un libretto di assegni e un conto corrente, dove la segretaria della banca annota il dare e avere. Il conto ha dei termini per il pareggio. Chi ritira, è richiamato con cortesia e comprensione a rientrare, ma se fa il furbo viene subito esonerato.
La “regola principale è lo scambio”. E’ qualcosa di diverso del Volontariato che è un’assistenza ai bisognosi ma a senso unico. L’aiuto che circola nelle Banche del Tempo è reciproco e deve essere alla pari. Il tempo scambiato è misurato in 60 minuti per tutti.
Le Banche del Tempo servono a soddisfare bisogni materiali e immateriali, sia quelli legati all’organizzazione quotidiana della vita delle persone che delle famiglie. Le banche sono anche luoghi di socializzazione, che favoriscono la messa in comune di “saperi” e conoscenze. L’elenco degli aiuti che vengono scambiati è misurata in ore. Può essere suddiviso in due grandi aree: la prima, è composta dalle prestazioni che riguardano lo svolgimento della vita quotidiana, la spesa, la cucina, la lavanderia, le relazioni con gli enti pubblici, i bambini, gli anziani, il tempo libero…; la seconda, favorisce la socializzazione e riguarda lo scambio dei “saperi”. Cioè, il baratto delle conoscenze che le singole persone possiedono. I “saperi” sono tanti: quelli che hanno un valore di mercato, quali conoscenze informatiche, linguistiche, pittura, fotografia, cucina e ricette, ricami, pizzi, sartoria, stiro, etc e quelli senza un valore economico quali i “saperi” delle persone anziane: come si viveva anni fa, i vecchi mestieri, com’era la città… etc
Le banche del tempo si sono affermate anche nelle scuole, il merito è degli insegnanti che hanno compreso come queste associazioni siano un veicolo per l’educazione alla reciproca solidarietà all’interno della scuola: l’aiuto che i migliori in classe offrono ai meno capaci; i ragazzi, in questo modo, si scambiano “saperi esterni” alla scuola e spesso sono i meno bravi negli studi ad insegnare qualcosa ai migliori. Il nuotare, il suonare la chitarra o un’infarinatura di cultura musicale e tanto altro ancora.
Si sono anche formati piccoli gruppi di teatranti che offrono i loro spettacoli ad associazioni di adulti e anziani, favorendo in tal modo scambi e relazioni intergenerazionali davvero particolari.
Infine va segnalato l’impegno promozionale e di sostegno di amministrazioni provinciali a favore della diffusione delle Banche del Tempo. Ricordiamo Torino, Milano, Brescia, Cagliari, Napoli, Genova e Biella, che oltre a convegni e seminari, hanno organizzato brevi corsi di formazione e sviluppato una costante azione informativa presso i comuni del loro territorio. A Roma è presso la Banca del Tempo del XII Municipio che ha sede il Coordinamento Banche del Tempo, che nella capitale conta molte di questi “istituti di credito”, distribuiti fra i molti Municipi.
Come si fonda o si partecipa a una banca del tempo?
Chiunque può fondare una Banca del Tempo. Bastano poche persone (4 – 6) che, attratte dall’idea e dall’utilità della banca, coinvolgono amici o conoscenti (colleghi di lavoro, genitori di compagni di scuola dei figli, parenti, eccetera) fino a essere 15 -20 al massimo e costituire così il gruppo promotore della Banca del Tempo. E’ necessario poi stilare uno statuto e un atto costitutivo e la relativa registrazione. Infine è fondamentale che, al momento dell’apertura, la banca possa contare su un gruppo promotore già esperto e, quindi, in grado di aiutare gli altri a inserirsi.
È incredibile in questi momenti di crisi come ci sia sempre qualcosa di positivo e costruttivo da poter fare, non credete?