VIAGGI/ARTE: La Lampadina a New York

Avevamo detto che ci saremmo andati e così è stato! E questo è ciò che è successo!

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Un gruppo di simpatizzanti de La Lampadina è tornato dal bel viaggio a New York, organizzato benissimo da Carlo Verga e Luciano Berni Canani, il quale ha dato al nostro gruppo sia indicazioni per muoverci nella New York “da vedere” che spiegazioni dotte, chiare e molto vive nel contesto di due delle nostre visite-chiave al MOMA e al Guggenheim. Penso che sia più corretto dire che abbiamo soprattutto esplorato Manhattan (ma non solo) e per essere ancora più precisi quello che succede intorno alla Quinta Strada! Si raggiungeva a piedi (dal nostro albergo a Midtown Manhattan) tutti i Musei dove l’arte è regina. Una parte del soggiorno in città è stata certo molto seria e colta, ma il resto, su precise indicazioni degli “habitués”, è stato dedicato allo shopping, al mangiare e al bere in tutt’allegria. Cominciando dai negozi stupendi con un dollaro molto conveniente, per poi cenare nell’immenso ristorante giapponese “IchiUmi” con un buffet incredibile, oppure nel bistrot francese “Balthazar” raccomandato dalla guida Michelin e ancora nel locale “trendy” in cima all’albergo Standard High Line per un aperitivo con vista da urlo a 360° su New York e cena allo Standard Grill nel più puro “old american style”.

La domenica del primo giorno, a un’ora e mezzo a nord di NY, nei 30.000 metri quadri circa della stamperiaNL27 - 3 - new york - Dia Art Collection costruita nel 1929 da Nabisco, sull’argine del fiume Hudson, un gruppo di arditi ha visitato, con estremo interesse, la Dia Art Foundation’s Collection, che presenta una selezione di arte dagli anni sessanta a oggi. Notevole è un commento realistico.
Nei giorni successivi ci si è dedicati, all’infuori delle singole attività durante il tempo libero, a visitare tra i più bei musei del mondo. Quando sento parlare della Grande Mela per identificare New York, penso piuttosto alla grande madre del mondo nuovo. Una città che si presenta con una modernità oramai stabilita, quasi antica con i suoi grattacieli storici, ma con un’energia sempre proiettata verso il futuro. Il MOMA, che abbiamo percorso in lungo e in largo con la raffinata e viva spiegazione di Luciano, espone in questo momento, oltre alla sua ricca collezione storica, una rassegna dei “disegni trasferiti” (poco conosciuti), stampe, sculture e ceramiche di Gauguin (Gauguin: Metamorphoses) con qualche famosissimo quadro della collezione del Museo e una selezione della collezione della gallerista storica, Ileana Sonnabend (Ambassador for the new) nota per aver portato alla fama, a Parigi e New York, l’arte di Pollock, Rauschenberg, Jasper Johns, NL27 - 3 - new york - MomaAndy Warhol, Robert Morris, Mario Merz, Vito Acconci, Mel Bochner, John Baldessari e Jeff Koons per citare solo alcuni dei quaranta artisti esposti, che facevano parte della sua “scuderia”. E’ sempre un privilegio trovarsi nell’invidiabile rinnovata struttura (2004) dell’architetto giapponese Yoshio Taniguchi, con i suoi spazi funzionali ed eleganti.
Il mattino seguente, dopo un interessante giro di Manhattan in pullman, ci siamo dedicati al piacere di una visita alla Frick Collection guidati con brio da Saverio Salomon, capo curatore della collezione, che ci ha esposto sia la storia sia le opere contenute nel prezioso Museo. Il fondatore, Henry Clay Frick (1849-1919), grande industriale dell’acciaio, nel 1913-14 decise di costruirsi una casa, ampliata dopo la sua morte, concepita come museo, da destinare alla sua collezione costituita essenzialmente da ritratti e paesaggi.
Comunque il momento sicuramente più atteso e motore decisivo per intraprendere il nostro viaggio a New York è stato la visita alla storica mostra del Guggenheim  dedicata a Italian Futurism, 1909-1944: Recostructing the Universe. Entrare e godersi la sorprendente struttura, vista come la Torre di Babele rovesciata, uno Ziguratt all’inverso, realizzata nel 1943 da Frank Lloyd Wright su commissione di Solomon Guggenheim è sempre un’immensa emozione. Ho già avuto l’occasione di introdurre la mostra in un precedente numero della Lampadina, ma vederla, dal vivo, con la brillante e ricca spiegazione di Luciano Berni Canani, mi permette di parlarne con speciale entusiasmo. Come sappiamo il futurismo italiano è un movimento “globale”, che risponde a un pensiero che tocca tutti gli aspetti della vita e non solo l’arte nelle sue espressioni e si allarga anche al vivere quotidiano, alla politica, alla cucina, al vestiario a Tutto, come si legge nel rivoluzionario manifesto di Filippo Tommaso Marinetti pubblicato sul Figaro nel Febbraio 1909.NL27 - 3 - new york - guggheneim B
E’ un grande errore abbinare il Fascismo al movimento futurista. Effettivamente, essendo contemporaneo, ne ha illustrato certi aspetti, ma in verità è stato l’espressione, fondamentalmente, del desiderio ribelle di cambiare il mondo, di distruggere il vecchio, di trasmettere vitalità in un secolo che si apriva alla modernità, alla velocità dei nuovi macchinari per sfidare lo spazio, alla nascita di una nuova economia industriale. Bisognava essere innovatori, dirompenti, partecipare ad ogni costo per cambiare il mondo e fare, del suo credo, l’unico linguaggio da usare. La mostra ci regala una serie di opere di grande qualità di Boccioni, Balla, Russolo, Benedetta Cappa, Depero e tantissimi altri artisti, con sculture, tele, mobili, pezzi d’abbigliamento, scritti numerosi, passando dai disegni di un’architettura visionaria, a manifesti pubblicitari e quant’altro. La mostra sicuramente riunisce una serie di straordinarie opere accostate per la prima volta per questo evento, ma s’incontra forse un certo squilibrio nel rappresentare gli artisti. Pochi Boccioni e pochi Balla. Troppi Depero. Poche sculture e spazio esagerato dato a opere minori. Sarà per decisione della curatrice, per difficoltà a ottenere le opere in prestito? Non importa. La mostra è comunque affascinante per la grandissima qualità di alcune opere, che, viste dal vivo (anche a pochi centimetri), fanno provare una vera emozione con il loro colore, la loro materia e il pensiero così moderno e vivo che le caratterizza.
NL27 - 3 - new york - futurism_aeropittura_crali_before_the_parachute_opensVoglio, prima di lasciarvi, alludere ad una breve piacevolissima visita fatta da alcuni di noi a Ilaria Dagnini Brey l’autrice del “Salvate Venere” come da ultimo articolo su “La Lampadina”. Bella la Sua casa con una notevole vista su New York, c’erano il marito Carter, una breve apparizione dei figli e gli amici Dianella con il marito Terry che sta girando un film sul gioco del calcio.. Ilaria sarà a Firenze i primi di maggio per una conferenza a Firenze a palazzo Vecchio, l’argomento: i tesori d’arte salvati in Toscana durante l’ultima guerra.
In conclusione, spero che dal mio racconto emerga la grande gioia provata da tutti noi dopo un bellissimo viaggio ben organizzato e in ottima compagnia.

E qui trovate il commento di un’altra partecipante al viaggio.

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Daniela
26 Maggio 2014 22:05

Leggo con piacere che il Vostro viaggio a New York è stato un successo. Ero seduta con voi durante il volo di andata per NY. Confermo la mostra del Guggenheim e veramente interessante.
Buon proseguimento. Daniela