Sappiamo esattamente cosa festeggiamo e perchè?
Il nostro paese ha tradizioni cristiane antichissime. La comunità cristiana di Roma era già viva e vegeta quando furono martirizzati Pietro e Paolo durante la persecuzione di Nerone, nella prima metà degli anni 60 d.C. cioè una trentina d’anni dopo la morte e resurrezione di Gesù.
Come talvolta succede quando certe cose si danno per scontate, in presenza di questa antichissima tradizione c’è anche una contemporanea scarsissima conoscenza delle radici di quella che è la principale delle feste liturgiche cristiane: la Pasqua.
Si, perché anche se nel cuore della gente il Natale è molto più sentito, la festa più importante per il Cristianesimo è la Pasqua.
E poiché la Pasqua “cade” in questi giorni nei quali viene pubblicata la nostra newsletter, ho pensato di tracciare una (brevissima) storia di questa festa.
La Pasqua ha origine in una festa che è tradizione per quasi tutti i popoli della terra. Tutti i popoli antichi infatti, avevano una “festa della primavera” per celebrare il risveglio, la rinascita della natura dopo il letargo invernale. Questa festa esprime la gioia nel vedere la vita che continua e riprende dopo la stasi e i rigori dell’inverno.
Anche il popolo ebraico – al quale apparteneva per nascita Gesù di Nazaret, detto il Cristo da coloro che credono il Lui e dal cui ceppo è nata la “religione” cristiana – celebrava questa festa di primavera.
Ma gli ebrei hanno vissuto nella loro storia un evento “fondante”, che li ha costituiti come popolo. Questo evento è stato la liberazione dalla schiavitù di Egitto, avvenuta per mano di Dio attraverso la mediazione del condottiero profeta Mosè e raccontata nel libro dell’Esodo, il secondo dei libri della Bibbia.
E’ una legge “sociologica” che tutti gli eventi “fondanti” vengano celebrati con una “festa” (l’ultima esperienza che ne abbiamo noi in Italia è il 2 Giugno: festa della Repubblica).
Considerato che questo evento, secondo la tradizione, era avvenuto in occasione della luna piena di primavera, Israele scelse come sua “festa” principale proprio la “festa della Primavera” attribuendole tuttavia un contenuto nuovo, anche se nella stessa linea di quello precedente, solo con un cambiamento di riferimento: non si celebrava più il risveglio della natura alla nuova vita dal letargo dell’inverno ma il risveglio del popolo che passava dalla schiavitù alla libertà. Il nome attribuito alla festa è stato Pasqua- Pesah in ebraico – che vuol dire “passaggio”.
Da allora – circa 1200 anni A.C – tutti gli anni gli ebrei celebrano nella festa di Pasqua il ricordo di questo evento fondante. E lo fanno quando la luna di primavera è piena.
In una notte nella quale gli ebrei celebravano Pesah è avvenuto un altro evento: Gesù di Nazaret che era stato messo a morte mediante crocifissione e deposto in un sepolcro è risuscitato dalla morte con un corpo trasformato e glorioso ed è apparso ad alcuni che erano stati suoi discepoli.
Questi suoi discepoli hanno iniziato a diffondere questa notizia incredibile e sconvolgente: uno che era morto è tornato alla vita, “anticipatore” di tutti coloro che lo avessero seguito nella via che indicava.
Quanti prestarono fede a questa notizia e cominciarono a seguire questa via che veniva loro mostrata formarono un nuovo “popolo”, non più su basi etniche ma di comunanza di fede. Quale l’evento “fondante”? Ovviamente la morte e resurrezione di Gesù avvenuta in una notte di Pasqua.
E’ venuto allora naturale attribuire un nuovo contenuto, sempre sulla stessa linea, ma più pieno, alla stessa festa di sempre: non più passaggio dal letargo dell’inverno al risveglio della primavera, non più passaggio dalla schiavitù alla libertà ma passaggio dalla morte fisica a una vita nuova senza fine.
Per quanto riguarda la data di celebrazione della festa per alcuni secoli in ambito cristiano si seguirono due tradizioni: una era di celebrare, come gli ebrei, il giorno della luna piena – qualunque fosse il giorno della settimana nel quale capitava; un’altra, invece, era di celebrarla sempre in prossimità della prima luna piena di primavera ma di Domenica – il giorno della settimana nel quale era avvenuta la resurrezione di Gesù. Delle due tradizioni questa è quella che ha prevalso – attraverso varie vicissitudini. E questo dà conto del fatto che la data della Pasqua possa “cadere” tra il 22 marzo e il 25 aprile.
L’anno scorso il 30 Marzo, quest’anno il 20 Aprile: buona Pasqua a tutti!
Sarebbe stato utile aggiungere la definizione di Pasqua “alta” e Pasqua “bassa”.
Colmo la lacuna!
Pasqua bassa e Pasqua alta sono forme popolari di indicare se la data della Pasqua “cade” presto (fine marzo-inizio aprile) o tardi (aprile inoltrato)
Grazie Beppe per aver ricordato a chi ti ha letto che la festa centrale della nostra fede è la PASQUA di nostro Signore che con la Sua resurrezione ci ha aperto la via per la vita eterna elevando la nostra natura umana a quella divina.
Bellissima “cateco-analisi” sulla Pasqua, Beppe.
Aggiungerei che la data possibile per la morte di Gesù risulterebbe, sulla base delle indicazioni evangeliche di Giovanni, il 7 aprile dell’anno 30 e ne consegue che Gesù Cristo sia risorto il 9.
Ma per noi che crediamo nel Signore l’importante è celebrare la sua Resurrezione il giorno stabilito dalla Chiesa ed ogni domenica dell’anno.
Ciao
Bello bellissimo molto interessante!