ABBIAMO OSPITI – TEATRO: Punch Drunk: The Drowned Man. Il teatro Immersivo

Articolo di Matilde Pratesi – Autore Ospite de La Lampadina

A Londra, un nuovo modo di vivere il teatro.

NL28 - teatro - Punch drunk - Temple-StudiosHo avuto recentemente un’esperienza insolita come spettatrice, alla rappresentazione della compagnia teatrale Punch Drunk a Londra. Un nuovo modo di fare teatro che mi ha portato ad arrivare al una conclusione: c’e’ teatro e teatro. Lungi da me criticare il tradizionale ruolo dello spettatore passivo che seduto assiste allo svolgersi delle scene sul palco; è un formato che funziona da secoli e un motivo ci sarà. Ma quando si prova il brivido di entrare a far parte, come in questo caso, di una scena che si sviluppa a tempo reale tutto intorno a sè, con infinite variazioni e dettagli, colonne sonore rimbombanti e attori con cui interagire, non è facile non provare un brivido di delusione la prossima volta che si guarda uno spettacolo ‘normale’. Definire ‘The Drowned Man: “A Hollywood Fable”, teatro immersivo è, per i miei gusti, limitativo. Teatro tuffo con salto mortale in acque torbide e profonde sarebbe più preciso; ma si chiama cosi e mi atterrò alla definizione. Basato su un adattamento di Woyzeck di Georg Büchner, The Drowned Man è il più recente lavoro della compagnia teatrale Punch Drunk. Dal 2000 Punch Drunk sono i pionieri di una forma di teatro – definito ‘immersivo’ – nel quale il pubblico è invitato a passare da una scena all’altra liberamente. Le rappresentazioni sono spesso tenute in enormi palazzine disoccupate; nel caso di The Drowned Man, il set è un ex magazzino di smistamento posta dei primi del Novecento accanto alla stazione di Paddington a Londra che si estende su quattro piani.

All’entrata gli spettatori vengono muniti di maschera bianca che procura loro l’anonimato e vengono incoraggiatiNL28 - teatro - Punck drunk - il teatro al silenzio. Si trovano davanti alla scelta di esplorare quattro ambienti diversi, progettati minuziosamente da Felix Barrett, Livi Vaughan e Beatrice Minns, secondo la loro preferenza personale. Su un piano troviamo una mini – versione della piccola cittadina americana dei primi anni Sessanta, completa di farmacia, bar, negozio di barbiere e fontana. Su un altro ci sembra di essere sul set di un teen movie anni Cinquanta, un altro ancora richiama l’atmosfera dei trailer parks ai confini di un bosco, o un deserto losco dall’atmosfera da rito voodoo.

La storia che si svolge da un set all’altro durante le tre ore passate lì non è, in verità, niente di particolare. Due coppie le cui storie parallele si rispecchiano: lei/lui ama lui/lei, si tradiscono e il tradito uccide il traditore. The End. Lo spettatore può scegliere se seguire la storia di un personaggio in particolare o rimanere in un set e aspettare lo svolgersi degli eventi.

Il vero protagonista qui pero è il set. Personalmente avrei passato ore solo a esplorare ogni cassetto, sotto ogni letto e dietro ogni porta solo per vedere fino a che punto arriva la precisione maniacale di chi ha creato questa incredibile dimensione parallela. Descrivere un’esperienza del genere però è difficile, con cosi tante direzioni da prendere, storie da seguire e set da esplorare. Andare a vedere The Drowned Man non può essere nient’altro che un esperienza unicamente individuale che vale la pena di fare una, due anche dieci volte, con la sicurezza che non sarà sicuramente simile a quella di prima. E in quali altre situazioni si è capaci di sedersi al bar del saloon, dopo che il protagonista ha portato l’amata nella stanza adiacente e bersi un bicchiere di (vero) whisky col barista tenebroso dietro il bar di compensato?

In conclusione, la fine dell’evento è la stessa per tutti e ci si ritrova, un po’ frastornati, tutt’insieme, con ognuno il proprio racconto che ha costruito per se. Amazing!.

Matilde Pratesi

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2 Commenti
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Saverio
24 Maggio 2014 10:20

Probabilmente Lei è troppo giovane e non può aver visto l’Orlando Furioso messo in scena da Luca Ronconi all’inizio degli Anni Settanta. Era la stessa forma di teatro innovativo, ebbe un successo enorme e fu il trampolino di lancio di Mariangela Melato. Altri tempi, altro soggetto, è ovvio.

Matilde
Reply to  Saverio
27 Maggio 2014 16:01

Ha ragione, non lo conoscevo e la ringrazio del riferimento. Per quello che sono riuscita a trovare online sul soggetto, mi pare una forma di teatro molto simile a quella che ho visto a Londra. Ho trovato un video che da una buona idea dell’Orlando Furioso di Ronconi e della bravissima Melato: https://www.youtube.com/watch?v=7K1f21nc8uk
Me lo sto guardando ora con gusto! Grazie per il suo commento.