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La Lampadina - n. 71 ::: Giugno 2018

Cari Lettori,
questo numero, per la prima volta, esce con un piccolo ritardo in quanto abbiamo dovuto aggiornare le nostre privacy policy a tutela dei vostri dati personali, come avrete potuto constatare dalla email che Vi abbiamo spedito la settimana scorsa.

Questo mese la nostra Lampadina si accende su preziosi oggetti del passato, innovazioni tecnologiche che appartengono al secolo scorso e al futuro più prossimo, su testimonianze che valgono, veridiche ieri come oggi... 
In più siamo particolarmente felici perchè dopo più di un anno, ciò che abbiamo acquistato con l'aiuto generoso di molti di Voi, ha finalmente trovato la sua collocazione nella Sala Aggregativa Polifunzionale di Grisciano, frazione di Accumoli, colpita dal terremoto del 2017 e ancora disagiata. Giugno inizia sotto un un buon auspicio.
Buona lettura!


Mercoledi, 6 giugno 2018

Buongiorno,
oggi la nostra Lampadina si accende su:


CULTURA – Svelato il mistero delle Vasa Murrina, gli oggetti cult della Roma imperiale
Articolo di Marguerite de Merode

Già all’alba del mondo antico, la voglia di possesso e l’avidità dei personaggi più influenti, nell’ambito della loro civiltà, si rivolgevano ad alcuni oggetti realizzati con materiali preziosi: servivano ad affermare la potenza di chi riusciva ad appropriarsene ed a rappresentare autentici “status symbol”. L’oggettistica di lusso esprimeva, non solo il massimo del benessere, ma anche l’estrema raffinatezza di un artigianato artistico che ancora oggi riesce a sfidare i secoli: vasellami in oro, in argento, oggetti in avorio, in ambra, in porfido, con pietre rare ma anche realizzati in uno stranissimo materiale di cui solo ora si è svelato il mistero grazie ad un approfondito studio intrapreso dall’architetto Dario Del Bufalo. Sto parlando di quei preziosi manufatti in pietre maculate descritti da Plinio il Vecchio nel XXXVII libro della “Naturalis Historia” realizzati in una materia chiamata la “murrina vasa”.
Si sa che, per quegli oggetti costosissimi e ambitissimi, i magnati della Roma imperiale erano pronti, per entrarne in possesso, a sborsare cifre folli. Si dice che nel 63 AC Pompeo Magno scatena una guerra contro Mitridate VI re del Ponto per impossessarsi della sua leggendaria collezione di oggetti in pietre maculate; che Nerone acquista una tazza dello stesso materiale per un milione i sesterzi; che Tito Petronio distrugge un mestolo da vino murrino valutabile sino a 300.000 sesterzi pur di evitare che Nerone se ne appropriasse.
Sembra che la murrha sia un tipo di agata “speciale”, che proveniva dall’India, nella zona di Barygaza (attuale Broach nel Gujarat) importante porto commerciale che si affacciava sul golfo di Khambhat. Si sa che era sottoposta a trattamenti particolari, cotta «nel miele, resine e acidi per renderne più intenso il colore dando vita a svariatissime venature policrome» enfatizzando i suoi pregi estetici. Dopo essere stato sottoposto a una prima cottura, il pezzo giungeva in Carmania (nella provincia di Kerman dell’Iran attuale), tramite le rotte commerciali. Qui era sgrossato e tornito, ben levigato e sottoposto alla tintura a caldo nel caramello di miele. Tinto e semilavorato raggiungeva, poi, il Mediterraneo greco-romano dove veniva scolpito dai maestri di scuola ellenistica per arrivare finalmente sui grandi mercati occidentali del lusso. «Tutto questo basterebbe già da sé a rendere ragione dell’altissimo prezzo di questi manufatti nel mondo romano» osserva Del Bufalo. Plinio ci dà una descrizione estesa e completa delle caratteristiche del materiale di cui erano fatti i vasa murrina e ci spiega con chiarezza che “ad avere valore è la varietà dei colori… come quelli che si osservano nell’arcobaleno”.
Sono oltre 300 gli oggetti della preziosa materia esistenti ancora oggi nei musei di tutto il mondo. Il Louvre ne possiede un’ammirevole collezione. L’esemplare più straordinario, comunque, è la celebre Tazza Farnese, un capolavoro di valore inestimabile fabbricata ad Alessandria d’Egitto tra il III e il I secolo a.C. molto probabilmente appartenuto a Cleopatra e realizzata per celebrare la famiglia dei Tolomei. Il magnifico oggetto avrà vicissitudine delle più incredibili. Un’avventura senza pari: dopo quelle di Cleopatra, passa per le mani di Augusto, Nerone, Costantino, Federico II, Alfonso d’Aragona, Sisto IV, Lorenzo il Magnifico, Margherita d’Austria, Elisabetta Farnese e Carlo di Borbone.
Miracolosamente sopravvissuta agli innumerevoli spostamenti (sono oggetti di estrema fragilità), nel 1965, la teca dov’era custodita, venne frantumata dall’esuberanza di un custode che la colpì con un ombrello e, facendola cadere a terra, la preziosissima coppa si ruppe in dodici pezzi. Per fortuna, dopo un accurato restauro, la tazza si può ammirare ancora ora nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli dov’è custodita. Un sorprendente destino.

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Marguerite de Merode la pensa come King:

"Nulla è più pericoloso di un’ignoranza sincera e di una stupidità coscienziosa".

Martin Luther King

TECNOLOGIA - La littorina ed i treni
Articolo di Carlo Verga

il 18 ottobre 1932, Mussolini sale sul nuovissimo e avveniristico treno denominato Fiat ALB.48 per andare ad inaugurare la stazione di Littoria (ora Latina), la nuova cittadina al centro della Pianura Pontina. Era quasi la conclusione di quello sforzo enorme che aveva trasformato la zona da una palude malsana in un terreno fertile e rigoglioso e la Stazione ferroviaria era un punto di arrivo importante.
Cosa di più entusiasmante che non compiere il viaggio su questa novità tecnologica della Fiat? Sedersi sulle carrozze ben imbottite rivestite di pelle che poi avrebbero portato operai, turisti e altro in poco più di un ora da Roma a Latina a un velocità massima di oltre 110 km ora, il doppio della velocità media dei treni allora in servizio?  In quella occasione, celebrando la giornata, un giornalista del Popolo d’Italia descrisse la allora futuristica automotrice dandole il nome di “Littorina”, proprio per celebrare la destinazione di quel viaggio. Il “nome” piacque molto e, si dice, che il Senatore Agnelli lo apprezzò così tanto da adottarlo per tutte le sue “nuove” automotrici e divenne tanto popolare da sopravvivere per decenni alla fine del regime.
Le littorine erano state concepite come autobus su rotaie, avevano dei veri e propri motori di autocarri a benzina o diesel. Erano strutture leggere e riuscivano a portare da 60 a 120 persone secondo la loro configurazione a una velocità impensabile per quel tempo.  Erano anche di estrema maneggevolezza  e di manutenzione molto semplice: in caso di guasto del motore lo si poteva sostituire quasi “al volo” minimizzando così i tempi di fermo dell’automotrice. Ne è passato del tempo da allora. Fino a qualche anno fa le potevi ancora vedere sfrecciare su qualche linea secondaria o su per qualche frazione montagnosa, ora penso non esistano più se non in qualche museo ferroviario. È stato un grande treno e all’avanguardia nei trasporti su rotaia. Nella sua lunga vita furono costruite nelle varie configurazioni e motori, circa 250 “littorine”, qualcuna perfino esportata in altri paesi.
Una velocità di 110 km orari, oggi, ci fa sorridere a confronto dei 250 della nostra alta velocità ma ancor più pensando a quanto potremmo disporre tra qualche anno. Il futuro è dato dai treni a lievitazione magnetica. La cosa interessante di questi mezzi è che funzionano grazie a un sistema di elettromagneti, e non hanno bisogno di ruote né il contatto con le rotaie né di supporti esterni di energia, ma sfruttano semplicemente le proprietà fisiche della materia: "il fenomeno della permeabilità magnetica consiste nella “tendenza di ogni materiale a generare autonomamente un campo magnetico”. La velocità potrebbe raggiungere i 600 km orari, cioè coprire la distanza Roma-Milano in circa un'ora. Tutto il mondo guarda con interesse a questi nuovi sistemi, studi, ricerche, sperimentazione si susseguono quasi freneticamente.

Tra i primi ad adottarli sono stati i Cinesi, e già da qualche anno, li hanno messi in funzione sulla linea Shanghai centro e l’aeroporto. Compiono il tragitto, di 33 km, in soli 7 minuti e 20 secondi. Ad una velocità media di 250 km orari con delle punte di 430 km.
Anche noi Italiani, sembra, avremo presto il nostro treno di questo tipo Lo hanno progettato alcuni ricercatori dell’Ales Tech, un centro legato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Potremmo vedere già i primi treni (ma anche tram e metropolitane) senza rotaie a partire dal 2022? Speriamo, certo così, per le distanze medio-brevi, ci potremmo dimenticare dell’aereo, dei lunghi tragitti per l’aeroporto, le inutili attese.

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Beppe Zezza condivide questo pensiero:

"Il miracolo non avviene per farci vivere cose straordinarie, ma per farci vivere straordinariamente le cose più ordinarie".

Fabrice Hadjadj- filosofo francese contemporaneo

STORIA: 1848
Articolo di Beppe Zezza

1848 – Prima guerra di Indipendenza. Eravamo ragazzi. Sui banchi di scuola ci hanno parlato della Prima Guerra di Indipendenza:
Milano insorge contro “l’oppressore”. Moti avvengono in molte città d'Italia. Una ventata di entusiasmo nazionale scuote tutta la penisola. Il Piemonte (il Regno di Sardegna) corre in soccorso degli insorti Milanesi e dichiara guerra all’impero asburgico, lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie mandano effettivi, volontari di tutte le regioni italiane si uniscono all’esercito sardo nello sforzo bellico.
Entusiasmati dal tono enfatico nel quale questi avvenimenti venivano narrati anche noi siamo stati attraversati da un fremito di orgoglio nazionale (non ci dobbiamo dimenticare che eravamo ragazzi nei primi anni cinquanta del secolo scorso e i libri di testo erano ancora sotto l’influsso della retorica patriottica del ventennio).
Carlo Alberto, il re Tentenna, si pone alla testa dell’esercito sardo, il famigerato Maresciallo Radetsky,  si ritira, subendo alcune sconfitte, e si rifugia nelle cosiddette “fortezze del quadrilatero”. La coalizione “nazionale” si sfalda. L’esercito sardo subisce una dura sconfitta a Custoza e si ritira. Il Re deve chiedere l’armistizio. Ci riprova l’anno successivo ma i risultati sono ancora peggiori: la “fatal Novara”.
Sono passati oltre sessant’anni da quando ho “studiato” gli avvenimenti e questi restano ancora scolpiti nella mia memoria (il riassunto qui sopra l’ho scritto di getto senza ricorrere a Wikipedia!).
Ho fatto un piccolo sondaggio con i miei figli e rispettivi consorti (che sono sulla trentina): “Cosa sapete della prima guerra di indipendenza?”
Silenzio perplesso. “Ma stai parlando dell’indipendenza italiana o americana?” ha timidamente detto uno di loro. “In che anno c’è stata?” “Inizio ‘800" dice uno. "1820" dice un altro, "1860" dice un terzo. “Chi era il Re di Sardegna?” “Vittorio Emanuele I” dice uno, “Ma no, era Vittorio Emanuele II" dice un altro. Carlo Alberto non sapevano neanche chi fosse!
Ho provato ad allargare il discorso con altre domande tipo: “le guerre di indipendenza sono avvenute prima o dopo le guerre indiane in America?” “Avete mai sentito parlare di Buffalo Bill e di Toro seduto?" 
Mi rendo conto che non ne sanno praticamente niente e hanno grande difficoltà a situare nel tempo eventi dei quali peraltro hanno una vaghissima cognizione.
Sono i miei figli e consorti a essere “ignoranti” o invece è così che va il mondo? Cioè che dopo un paio di generazioni fatti storici che “dovevano” assolutamente essere conosciuti nei dettagli diventano del tutto trascurabili?
Il mio sondaggio l'ho fatto con giovani sulla trentina. Quale sarebbe la risposta alle stesse domande fatte ad adulti sulla cinquantina? Sono necessarie due generazioni o ne basta una sola perché gli interessi cambino radicalmente? Hanno queste cose ancora un minimo di interesse?
Tutto questo è avvenuto perché ho ritrovato tra le carte di famiglia la copia fotostatica di un libretto, pubblicato nel 1915, che raccoglie la corrispondenza di Luigi Corsi – nonno di mio nonno materno – che fu comandante della compagnia dei volontari genovesi alla Prima guerra di indipendenza.
Che emozione è stata, per me, ascoltare dalla voce diretta di un protagonista la descrizione degli entusiasmi, delle fatiche e delle brutture della guerra, partecipare dell’euforia per le battaglie vittoriose e dell’amarezza per la sconfitta, ascoltare le critiche alla inettitudine dei comandanti in capo che potrebbero essere state scritte nel 1918 o nel 1944 (difficile dire se quella della inettitudine dei comandanti in capo sia una spiacevole caratteristica italiana o se le critiche ai vertici siano il modo per trovare una scusante al fatto che si è sconfitti perché … più deboli) e conoscere particolari della “vita al fronte” di cento settanta anni fa.
Ho voluto estrarre dalle lettere alcuni brani che mi sono apparsi particolarmente significativi. Li propongo ai nostri lettori de La Lampadina nella sezione “I racconti”. Chi sa se qualcuno si divertirà a leggere nel 2018 qualcosa scritto nel 1848!

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Carlotta Staderini Chiatante pensa che:

"La sobrietà delle passioni rende gli uomini mediocri".

Denis Diderot

ABBIAMO OSPITI - CULTURA – Le perle: storia e stranezze
Articolo di Giulia Pasquazi Berliri

Strano ma vero: il termine "perla" deriva dal latino "pernula" (da “perna”, prosciutto!), il nome con cui si indicava la conchiglia che la contiene e la cui forma di ovale allungato ricordava agli antichi romani, curiosamente, la coscia del maiale. A dispetto di questa etimologia, una bellissima leggenda dice che la perla sia il frutto dell’amplesso fra l’acqua marina e la luce della luna, dentro l’alcova formata da un’ostrica aperta e così, anche in virtù di questa sua origine, è sempre stata ritenuta un prezioso dono del mare agli umani. Si dice che anche Venere, dea dell'amore, della bellezza e della fertilità - nata da una conchiglia bivalve fecondata dalla spuma del mare - non ne potesse fare a meno e che addirittura fosse uscita dall'acqua completamente nuda, ma con perle attorno al candido collo. Un'altra antica leggenda egizia racconta che le perle sono un dono del dio Horus, re del Firmamento. Infatti, quando Horus, divinità di pace e di fecondità, scese sulla terra per trovare una moglie mortale, lo fece viaggiando lungo l’arcobaleno, alle cui estremità vi erano il cielo e la terra. Man mano che Horus camminava lungo l’arcobaleno, quasi scivolasse su una tavola, alcune gocce di colore caddero dall’arco. Nella discesa, ogni singola goccia mescolò luce e colore al chiaro di luna. Queste iridescenti unioni di luci e colori rotolarono dolcemente verso il mare dando vita, con il loro prezioso contenuto, alle perle.
La perla fa parte del bagaglio culturale di moltissimi popoli antichi e numerosi racconti tradizionali lo confermano: gli Ebrei conoscevano la perla donata da Abramo alla schiava Agar - di cui la moglie del patriarca, Sarah, era gelosa - ed anche quella che il saggio re Salomone portava in fronte. In Grecia divennero formalmente famose nel periodo ellenistico grazie ai bottini di guerra di Alessandro Magno di ritorno dai territori asiatici; esse erano sacre ad Afrodite e, come emblema dell’amore e del matrimonio, al tempo di Alessandro Magno, ornavano l’orecchio destro degli uomini (nonostante i monili prediletti dal genere maschile fossero di solo oro) ed entrambe le orecchie delle donne.
La perla nella lunga tradizione cristiana ha assunto significati e simbologie differenti a seconda delle epoche e non può prescindere dall’eredità lasciatale dalla mitologia pagana. Già nei testi orientali dell’VIII secolo a.C. si parla di perle come di cose fantastiche; secondo una leggenda araba le perle altro non sono che gocce di rugiada cadute in mare durante una notte di luna piena e “bevute” dalle ostriche. Leggenda che fu ripresa da Plinio il Vecchio il quale asserì che le ostriche nel tempo degli amori “si aprono quasi sbadigliassero, si riempiono di rugiada che le feconda e partoriscono poi perle”.
Credenze a parte, l’unica cosa certa è che da sempre furono considerate preziosissime e talvolta il loro culto, specie a Roma, raggiunse delle vere ridicolaggini: Pompeo si fece fare un ritratto interamente composto di perle; Nerone ne faceva ricoprire i letti; l’imperatore Caligola (21-41 d.C.) donò al suo cavallo (quello che aveva già nominato senatore) una collana di perle; ma affinché la moglie non fosse gelosa, ne regalò una anche a lei spendendo qualcosa tipo quaranta milioni di sesterzi (un miliardo di vecchie lire). E lo storico Svetonio (70-140 d.C.) ci racconta che il generale romano Aulio Vitellio (15-60 d.C.) riuscì a finanziare un’intera campagna militare vendendo un solo orecchino di perle della madre. I vincitori dei giochi sportivi ricevevano perle in dono. Anche le donne ne erano naturalmente avide; ma poiché le perle più grosse erano diventate il distintivo delle prostitute, le mogli "per bene" adottarono dei pendenti formati da esemplari più piccoli, detti appunto “le perle della rispettabilità“. Diffusissime nella Roma Imperiale erano delle tazze ornate di perle.
Gli antichi attribuivano alle perle moltissime virtù: calmavano l’ira, lenivano i dolori di stomaco, rinsaldavano le amicizie, accendevano la passione perché afrodisiache, rinforzavano le ossa e sbiancavano la pelle; per questo Cleopatra era solita berne un po’ sciolte nell’aceto di vino, costosa usanza che, tuttavia, fu seguita da molte nobili dame sino al Settecento.
In generale erano considerate una panacea contro ogni malattia; quando Lorenzo il Magnifico fu in punto di morte, gli diedero da bere una pozione di vino con dentro cinque etti di perle tritate. Ovviamente non servì a nulla, se non a sprecare un patrimonio e a dargli probabilmente il colpo di grazia!
Nel Medioevo, tuttavia, qualcuno iniziò a sparger la voce che “portavan lacrime”, seguendo la leggenda che fossero nate dalle lacrime degli angeli ribelli: e la superstizione dice che quando vengono ricevute in dono, per scongiurare ogni rischio basta “pagarle” dando una monetina al donatore... Proprio in quel periodo storico la perla è, infatti, portatrice di significati più cupi, talvolta un presagio di disgrazia. Alla perla veniva affidata ad esempio la capacità di scoprire i ladri. Per far questo era necessario porre una perla in una coppa rovesciata, recitando alcune formule magiche e pronunciare i nomi dei sospettati; al nome del colpevole si dice che essa si sarebbe mossa, iniziando a roteare.
Molto spesso la perla simboleggia le lacrime della Madonna, soprattutto quella con la caratteristica forma a goccia. E’ sempre in questa epoca storica che assistiamo a numerose rappresentazioni sacre del Cristo o della Madonna le cui lacrime assumono la forma di una perla vera e propria. Nell’arte orafa cristiana invece, furono usate abbondantemente per adornare oggetti sacri. In questo caso la perla veniva associata alla regalità e alla divinità di Cristo, un esempio per tutti la Corona del Sacro Romano Impero. E altrettanto dicasi per le rappresentazioni della Vergine Maria. Difatti nell’iconografia sacra sono parecchi i quadri che raffigurano la Madonna adornata di perle - come la Madonna del Santuario di Valverde o quella col Bambino e due angeli dipinta da Filippo Lippi - e altrettanto accade nei testi religiosi dove più volte lei stessa è definita Perla, nel senso di “pura“. Dall’epoca rinascimentale in poi la perla nell’arte cattolica (a differenza di quella profana in cui le perle sono simbolo di ricchezza e potere) adorna le vesti e i capelli nelle rappresentazioni delle sante, simbolo di castità e di purezza d’animo, e vengono riprese anche da ricche signore e regnanti che ne fanno uno dei gioielli prediletti per adornare vesti in virtù di una femminilità eterea, quasi lunare e innaturale.
Uno tra i sovrani più longevi di sempre (regnò per ben 65 anni), la regina Vittoria, fu una vera amante delle perle. Fin dall’adolescenza ne ricevette in gran quantità, ed è probabilmente per questo motivo che, data la sua grande passione, anche lei usava regalarle ai suoi 9 figli ed ai suoi 42 nipoti ad ogni occasione. Lei stessa adorava ovviamente indossarle al collo e alle orecchie ma anche circondarsi di perle per adornare con queste sia vestiti che ambienti, come è possibile osservare dai suoi numerosi ritratti. Dato il suo ruolo e la costante presenza di questa gemma bianca, la Regina Vittoria d’Inghilterra dettò la moda del suo tempo, confermando la perla come principale attrice nei gioielli dell’epoca assieme al diamante. Dalla morte del suo amato marito, il principe Alberto, lei indossò sempre abiti neri e commissionò gioielli adornati di sole perle nere per poter portare il lutto anche nelle occasioni ufficiali. Come scrisse la giornalista Paola Jacobbi su Vanity Fair, quando nel 1979 il Partito Conservatore inglese decise di candidare Margareth Thatcher a Primo Ministro, un paio di cosiddetti geni della comunicazione politica le chiesero di modificare il suo look da severa insegnante. “Via il cappellino. E via la collana di perle” dissero. La Lady di ferro rispose: “Passi per il cappellino. Ma le perle non sono negoziabili”.

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Isabella Confortini Hall condivide questa idea:

"La maturità inizia a manifestarsi quando sentiamo che la nostra preoccupazione è più per gli altri che per noi stessi".

Albert  Einstein

COSTUME: Orgogliosi  o perplessi?
Articolo di Lalli Theodoli

Abbiamo, noi italiani tutti, passato un terribile periodo di incertezze angosciose, borsa a precipizio in giù, Presidenti del Consiglio che entrano ed escono, come i pupazzetti nelle casette di legno che una volta segnavano il buono o cattivo tempo, altri che dicono “no grazie”, ottantaduenni che accetterebbero cariche che li sparerebbero in ogni angolo del mondo. Su e giù per il colle del Quirinale nella speranza di un possibile governo che superi diversità partitiche che sembrano veramente insuperabili.
Finalmente  a tre mesi dal voto (ottantotto giorni per l’esattezza) è nato il Governo.
Ecco che i ministri si presentano al giuramento al Quirinale. Di molti di loro non conosciamo l’aspetto ed è preziosa la grande foto che li ritrae tutti insieme attorno al Presidente.  Ma…
La Bongiorno (Pubblica Amministrazione). Pensava di crescere durante la notte precedente? I pantaloni accoglierebbero parecchi centimetri di gambe in più.
 Salvini (Vice premier) è invece  ingrassato durante la notte che non gli si chiudono i bottoni della giacca? E dove una mano amorosa che almeno gli raddrizzi la cravatta?
La  Stefani (Affari Regionali e Autonomie) un orlo stirato a rovescio ed una giacchetta grinzosa.
Fontana (Famiglia e Disabilità) il collo scoppia nella camicia dal collo sformato.

Non credo capiti tutti i giorni di andare a prestare giuramento al Quirinale. Non si dovrebbe preparare qualcosa di decente da mettersi? Lo si farebbe  per una semplice festa di amici.

Un colpo di ferro da stiro non si dovrebbe negare a nessuno.

Ministri ciancicati. Guardo  i pantaloni degli uomini. Una volta i sarti dicevano che l’orlo davanti  dei pantaloni doveva appena appoggiarsi al collo del piede e invece “battere “ dietro sul tacco  della scarpa.

Senza fare distinzioni politiche, i ministri alla destra di Mattarella hanno più o meno seguito questo dictat sartoriale mentre  alla sua sinistra i pantaloni si fermano arruffati sui polpacci e le pieghacce abbondano.
Pare che siano alla moda. Ora si usa così. Non piacciono a me i nostri ministri così vestiti? Certo questo non ha il minimo peso dato che sono stati apprezzati  dalla Borsa che ha ripreso fiato e lo spread è finalmente sceso.
Avremmo noi italiani sognato di essere rappresentati da ministri più in ordine, meno arruffati? L’abito non fa il monaco, si dice e… non è vero…lo fa eccome!
Proviamo a far mettere ad una donna normale un vestitino di grande magazzino o un completo di Armani e non diciamo che non fa differenza.
Lo  provano inoltre  i suggerimenti per presentarsi ad un primo  colloquio di lavoro cui si cerca di adeguarsi per fare una buona prima impressione. In questa foto del giuramento in cui 19 ministri si presentano per un “primo lavoro”, pochi hanno voluto fare buona impressione. Conte, preso di mira da crudeli vignette in cui  dichiara nel suo curriculum di essere stato per ben due volte alla Presidenza del Consiglio, appare veramente ben vestito,  e subito viene accusato di essere un dandy dai capelli tinti.
Per il prossimo impegno pubblico, vi prego fate buon uso almeno di un semplice ferro da stiro.
Per il resto, per le cose importanti  tutti gli auguri del mondo.

Guardate questa passerella di moda...

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APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI

Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.

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Mercoledì 6 giugno 2018
ore 18.00

Ludovico Pratesi ci guiderà alla visita del nuovo spazio che ospita la collezione Cerasi, con più di 90 opere della scuola Romana e del Novecento Italiano. 

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Dal 18 al 21 ottobre,
Palermo, capitale europea della cultura ospita Manifesta12

La Lampadina organizza un lungo week end alla scoperta di Manifesta12 con Ludovico Pratesi e della città siciliana dall'impareggiabile fascinosa bellezza.

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Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a
appuntamenti@lalampadina.net

 

 

FLASH NEWS!

Un po' qua, un po' là... 

Auto elettrica: dove la carico? - Le auto elettriche, ahimè dove fare il rifornimento e poi quello veloce? Niente paura c'è una applicazione ad hoc: scarica "Recharge around" è gratuita. Fornisce orari di apertura delle stazioni di ricarica, potenza erogata e tempi di ricarica e molte altre informazioni utili per programmare la ricarica dell'auto.
CV

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Un sensore per denti - Si applica sui denti: è la Tufts University in Massachusetts che lo ha sviluppato. Si tratta di una pellicola ultra sottile  composta di seta, grafite e oro che crea quasi un tatuaggio invisibile sul dente e che tramite un'antenna integrata di 2 mm quadrati trasmette ad un ricevitore tutti i dati relativi alla presenza di batteri nella bocca. Questo dispositivo sarà utilissimo per monitorare la salute della nostra bocca, vedere l'effetto dell'assunzione di glucosio, sale e alcol, e a breve sarà disponibile una versione che potrà fornire i dati su una più ampia gamma di sostanze nutrienti. Per saperne di più.
CV

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Miliardari si nasce! - Chi è il più giovane miliardario del mondo? E' John Collison,  ha 27 anni, insieme al fratello Patrick ha fondato Stripe che è tra le migliori piattaforme per gestire un'attività di pagamento via internet. Ogni anno gestiscono miliardi di dollari per conto di aziende innovative del mondo internet. Il valore oggi di Strips è di circa 9 miliardi di dollari. Leggi la loro storia.
CV

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SUGGERIMENTI "ILLUMINANTI"

DA VEDERE: "Giovedì 7 giugno 2018 alle 10.30al cinema Tiziano, via Guido Reni 2
Appuntamento con l'ACDMAE CINE FESTIVAL per la visione del film "Lettonia".
Leggi di piu'...

 

DA VEDERE: il 27 giugno 2018, alle ore 19.00 a S.Ignazio
una notte di stelle e musica sui tetti di Roma con Il Coro del Lunedì.

Leggi di piu'...

 

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Sala Polivalente Aggregativa di Grisciano: ci siamo!

Ricordate Il Coro del Lunedì e La Lampadina Insieme per aiutare la popolazione della zona terremotata di Accumoli?
Ci siamo: sabato 9 giugno 2018, si terrà l'inaugurazione degli allestimenti della Sala Polivalente Aggregativa di Grisciano.

Passeremo una giornata  insieme a tutti coloro che vorranno unirsi a noi e alla popolazione locale e un intermezzo musicale del Coro del Lunedì concluderà questo percorso dando un segno di vicinanza a persone che ancora vivono in una situazione di forte disagio.

 

 

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La Lampadina
Note di viaggio
di Marguerite de Merode

La Lampadina è di ritorno da una nuova tappa in Sicilia con un gruppo di nostri amici simpatizzanti: da Siracusa, a Ragusa Ibla, a Modica e poi Noto, per concludersi a Marzamemi.

Si è iniziato, appena sbarcati, con la visita dello splendido giardino della tenuta “il Biviere”, accolti dal sorriso della padrona di casa, la simpatica Virginia.
Questo magico luogo è proprietà dei Principi Borghese, Scipione e Maria Carla. Decisero negli anni Sessanta di trasformare gli antichi possedimenti di famiglia, sulle sponde del lago di Lentini prosciugato negli anni Trenta, in un giardino esotico mediterraneo e iniziarono a piantare i primi agrumeti.
All’ombra di grandi palme e di tanti alberi fioriti dai nomi misteriosi, le fatiche del nostro viaggio sono rapidamente svanite sotto il portico della bella casa davanti ad una squisita colazione. Perfetto inizio per il nostro programma.
Riposati e nutriti raggiungiamo il lungo mare di Levante sull’Isola di Ortigia nel centro di Siracusa per prendere possesso delle nostre stanze all’Hotel Gutkovsky.
Per iniziare la serata ci ritroviamo seduti sui primi gradini della cavea del teatro greco dove Emma Dante ha messo in scena un bellissimo Eracle di Euripide quasi interamente al femminile. Eracle di ritorno dall’Ade, divenuto folle per mano della gelosa Era, uccide l’amata moglie e i suoi tre figli. La regia originale e possente ci coinvolge in ritmo incalzante e drammatico. Un’esperienza veramente notevole.
La nostra prima giornata si conclude in albergo con una cena raffinata dove i sapori della Sicilia sono perfettamente illustrati.
Continua a leggere sul sito...

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CHI SARA'
DI SCENA?

Cari Lettori, ecco le mie segnalazioni per il mese di giugno!
Come sempre la stagione teatrale volge oramai al termine ma in compenso sono numerosi i festival della stagione estiva: ho quindi pensato di citarne alcuni segnalandovi gli spettacoli che hanno attirato la mia curiosità e che spero di poter andare a vedere!

Patrizia Circosta

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Per la stagione del Teatro dell’Opera di Roma dal 13 al 24 giugno va in scena un grande classico, La Bohème di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La regia è di Alex Ollé (Fura del Baus) e sicuramente riserverà delle sorprese!

Dal 7 giugno al 3 luglio si svolgerà, come di consueto, il Festival delle Letterature Massenzio: ogni martedì e giovedì alle ore 21 nella magnifica cornice della Basilica di Massenzio avranno luogo gli incontri dedicati alla letteratura che quest’anno avranno come filo conduttore l’uso delle parole.

Anche quest’anno, dal 29 giugno al luglio 15 luglio, felicemente incombe il Festival di Spoleto. Come sempre tantissimi i titoli e molti di grande qualità. Qualche anticipazione: per l’opera, Il Minotauro, musiche di Silva Colasanti, su libretto ispirato ad una ballata di Friedrich Durrenmat. L’opera sarà in scena il 29 giungo e il 1 luglio al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Il 15 luglio alle 21.00 in piazza Duomo, Jeanne d’Arc au bûcher, oratorio drammatico su musica di Arthur Honneger e testi di Paul Claudel, nel title role Marion Cotillard. Per la danza, al Teatro Romano: Lucinda Childs: a portrait dal 29 al 1 luglio, My Ladies Rock, coreografie di Jean Claude Gallotta, il 6, 7 e 8 luglio e Old Friends, coreografie di John Neumeier, il 13 e 14 luglio. Segnalo anche The Beggar’s Opera, dal 6 al 8 luglio con la regia di Robert Carsen al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Per saperne di più: www.festivaldispoleto.com

Se avete voglia di trascorrere un fantastico fine settimana tra le bellezze della Sicilia, l’incanto turchese del mare e cibo memorabile, anche quest’anno vi consiglio di andare a Siracusa per il ciclo di rappresentazioni classiche in scena presso il Teatro Greco di Siracusa dal 10 maggio al 8 luglio. In questa stagione, fino al 24 giugno potete vedere Edipo a Colono di Sofocle, regia di Yannis Kokkos (che ho visto e vi raccomando caldamente in particolare per la splendida interpretazione di Massimo De Francovich nel ruolo di Edipo), Eracle di Euripide, regia di Emma Dante, mentre dal 29 giugno al 8 luglio I Cavalieri di Aristofane, regia di Giampiero Solari. 

Undicesima edizione del Napoli Teatro Festival dal 8 giugno al 10 luglio. Una stagione di grandi numeri che ascrive il Festival tra le realtà più attive e significative del panorama internazionale e che accoglie, nei 34 giorni di programmazione effettiva, ben 85 compagnie, tra nazionali ed internazionali, impegnate per 160 recite complessive, tra spettacoli di prosa, danza, musica e altri generi di performance. In considerazione della vastissima offerta, mi limito a segnalare l’evento e vi consiglio di consultare il sito www.napoliteatrofestival.it.

Se infine siete in vena di romanticherie, segnalo che il 12 giugno alcuni cinema trasmetteranno in diretta, alle 2015, dalla Royal Opera House di Londra Il lago dei cigni. Il Royal Ballet presenta una nuova produzione del magnifico balletto classico di Cajkovskij, con integrazioni coreografiche di Liam Scarlett e scene di John MacFarlane. Ecco la lista dei cinema.

E’ tutto per questo mese!

MOSTRE

Ecco le segnalazioni di
Marguerite de Merode

Roma

Palazzo Barberini: Eco e Narciso. Ritratto e Autoritratto nelle collezioni del MAXXI e delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini. Finalmente aperte dopo 69 anni tutte le sale di Palazzo Barberini per una mostra sul tema dell’autoritratto con 37 opere di 25 artisti sul tema del ritratto e dell’autoritratto da Caravaggio a Giulio Paolini, da Raffaello a Richard Serra, da Bernini a Yan Pei Ming. Da non perdere.
Fino al 28 ottobre

 

Venezia

Biennale d’architettura
Dall’anno della sua nascita, nel 1980, la Biennale d’architettura cresce sempre di più e prende sempre più importanza nel firmamento degli eventi dedicati al soggetto. Quest’anno, la 16a edizione porta il nome Freespace ed è curata dalle irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara e ce n’è davvero per tutti i gusti. Una delle cose più divertenti è senza dubbio saltare da una categoria all’altra, visto che i temi sono tantissimi. Le curatrici sono state capaci di indicare una via praticabile lontano dai clamori e dalle mode, ciò rende la Biennale molto interessante quest’anno. Interessante il parere di Artribune
Fino al 25 novembre

 

Milano

Triennale: Triennale Design Museum Storie: Il design italiano. L’undicesima edizione del museo de La Triennale è dedicata alla storia del design italiano con centottanta icone dall’inizio del '900 fino al 1998. Sono, per la maggior parte, oggetti della quotidianità, che rappresentano un omaggio al design italiano. Due le “direzioni” del racconto della mostra: quello cronologico e quello di approfondimento tematico con cinque aree: Politica, Geografia, Economia, Tecnologia, Comunicazione, con un’apertura sul mondo di oggi dal nome: Pay per Design. Il mercato del contemporaneo. Fino al 20 gennaio 2019

Museo di Fotografia Contemporanea: Luigi Ghirri. Il paesaggio dell’architettura, a cura di Michele Nastasi.

Una mostra che rende visibile l’opera del celebre fotografo emiliano, nell’ambito dell’architettura. Un nuovo modo di guardare l’architettura e il paesaggio nell’ambito del suo lavoro in collaborazione con la rivista Lotus international dal 1983 per circa un decennio. Fino al 26 agosto 2018

Palazzo Reale: In piena luce. Nove fotografi interpretano i Musei Vaticani. I Musei Vaticani, uno dei luoghi simbolo più visitati dai turisti, sono visti con l’occhio tutto personale da nove grandi fotografi: Bill Armstrong, Peter Bialobrzeski, Antonio Biasiucci, Alain Fleischer, Francesco Jodice, Mimmo Jodice, Rinko Kawauchi, Martin Parr e Massimo Siragusa. L’intenzione della mostra è di costituire il primo fondo fotografico all’interno della collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani.
Fino al 1 luglio 2018
 

La Lampadina Racconti/Archivi di Famiglia

Volontari Genovesi
di Luigi Corsi

Note Biografiche: Luigi Corsi nato a Savona nel 1815, aveva 33 anni quando si arruolò volontario per la prima guerra di indipendenza. Al ritorno si dedicò alla professione forense e alla politica. Fu deputato al parlamento torinese , sindaco di Savona e fu nominato Senatore del Regno nel 1876. Morì nel 1897.

Il clero incita il popolo
Genova, 23 Marzo 1848 Oggi, qui il popolo, appena avute le notizie di Lombardia, andò a far chiasso sulla piazza del palazzo ducale: ivi un Cappuccino salì sul piedestallo dove era la statua Doria, e con una bandiera tricolore in mano arringò il popolo, l'eccitò a partire per Milano, poichè perduta quella città, è perduta Italia.

L’animus alla partenza
Genova, 24 Marzo 1848 lo non ho mai fatto chiasso nè fanfaronate, ma quando è tempo di battersi per la libertà ci sono con tutta l'anima;e se mi saprete morto, siate certo che sarò morto valorosamente e con fermo coraggio; se la scamperò potrò contarvi delle notizie esatte.

Acclamazioni
Voghera, 25 Marzo Val più un giorno di vita di questi che cento di quelli monotoni di Savona.

Pavia, 26 Marzo Entrammo in Pavia mentre le trombe del battaglione suonavano la marcia Sorgete, italiani: Non vi potete immaginare che grande entusiasmo regni qui, e non si fa che gridare viva i fratelli, viva l’Italia, e viva i Piemontesi e Genovesi. Qui sembriamo tanti liberatori. Ci abbracciano, ci baciano le mani, donne, uomini, ci danno caffè.

Illusioni
Milano, 31 Marzo 1848  Si diceva che Mantova era libera, ma non è vero: lo sarà però fra poco, perché è del tutto sprovvista di munizioni da bocca e da fuoco. Gli Austriaci si vendevano perfino la polvere delle cartuccie, per cui le loro palle non  ferivano, oltre a ciò quei fanfaroni avevano tanta paura che sparavano senza aggiustare il colpo; e allorquando sentirono che le truppe piemontesi erano entrate in Lombardia, si misero il capo fra le mani e piansero.

Il Governo provvisorio ha buonissime intenzioni per fraternizzare con Venezia, ma pare certo che tanto la Lombardia quanto il Veneto si organizzeranno a repubblica   a Carlo Alberto resterà la gloria di avere soccorso i fratelli. 

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La Lampadina ::: Periodiche illuminazioni
Newsletter di fatti conosciuti ma non approfonditi, luoghi comuni da sfatare, semplici novità.

La Lampadina e' una newsletter ideata da Carlo Verga, gestita da un Comitato di redazione composto da: Filippo Antonacci, Isabella Confortini Hall, Lucilla Crainz Laureti, Marguerite de Merode Pratesi, Laura Lionetti, Ranieri Ricci, Carlotta Staderini Chiatante, Lalli Theodoli, Beppe Zezza e redatta con la partecipazione di: Lorenzo Bartolini Salimbeni, Renata Ferrara Pignatelli, Giancarlo Puddu e Angelica Verga. La sede è in via Castiglion del Lago, 57, 00191, Roma.

La newsletter, di natura non politica, non ha scopo di lucro e si propone di fornire - con frequenza inizialmente mensile - "periodiche illuminazioni" su argomenti di vario genere, con spunti di riflessione e informazioni. L'invio viene effettuato su segnalazione degli stessi lettori, agli amici ed agli amici degli amici. il presente numero è inviato a circa duemila persone. Sono gradite da chiunque le collaborazioni e le segnalazioni di persone interessate a ricevere la newsletter.
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