ARCHITETTURA - Un grande ponte ferroviario e stradale sull'Adriatico che collega l'Italia alla Croazia Articolo di Carlo Verga Qualche giorno fa in una serata con tanti amici ho incontrato Giorgio de Romanis, architetto e responsabile del conosciuto studio di progettazione. In quei pochi minuti di scambio di convenevoli e di reciproca simpatia, Giorgio è riuscito a trasmettermi l’entusiasmo per il suo progetto, che riguarda questa grande opera che unirebbe le due sponde dell’Adriatico. Il progetto, impostato già qualche anno fa, se realizzato, vedrebbe noi Italiani in prima fila e una prospettiva di essere protagonisti e partecipi nel programma delle grandi infrastrutture dei trasporti europei, che è allo studio da qualche anno e che congiungerebbe la Cina e le tante nazioni che ne verranno attraversate. Il progetto è parte di un grande disegno che comprende l’intera Eurasia e richiama immediatamente a mente quel grande itinerario che fu la Via della seta, un sistema viario e marittimo che favorì gli scambi commerciali e culturali determinanti per lo sviluppo e il fiorire delle antiche civiltà dell'Egitto, della Cina, dell'India con il resto dell’Europa, fu la vera base per il progresso medievale e moderno. La Via della Seta si sviluppava per circa 8.000 km e fu la vera svolta tra le relazioni commerciali e culturali tra l’impero Cinese e quello romano. Il nuovo progetto è denominato “La nuova via della seta” lo ha proposto e lanciato il presidente cinese Xi Jinping a settembre del 2013. È stata costituita la Banca Asiatica d'Investimento per le Infrastrutture e dotata di un capitale di 100 miliardi di dollari USA, di cui la Cina il principale socio, con un impegno pari a 29,8 miliardi e gli altri paesi asiatici l'India, la Russia e Oceania con 45 miliardi (l'Italia si è impegnata a sottoscrivere una quota di 2,5 miliardi). Il totale dei paesi interessati al progetto è vicino ai 70. Da quel lontano 2013 sono state realizzate già diverse strutture. Sono operativi alcuni tratti quali un collegamento per trasporto merci fino a Berlino e Madrid: ua linea che congiunge la città di Wuwei, nella provincia di Gansu, ad Amburgo, in Germania in 13 giorni. L’Italia al momento è prevista partecipare per via mare con i porti di Palermo e Trieste. Ed ecco l’importanza del ponte. Una infrastruttura tra Ancona e la Croazia, progettata con una grande isola al centro quale punto di raccolta e distribuzione dei containers. Un percorso alternativo ai valichi per Austria e Svizzera che bene si inserirebbe con quella linea, ancora immaginaria, che unirebbe la parte sud Euroasiatica. Ai nostri occhi apparirebbe come un lungo nastro luminescente realizzato con materiali compositi in fibra di vetro. Alto sul mare dai 30 ai 70 metri e una lunghezza di circa 120 km. Sorretto da 420 pilastri verticali e orizzontali posti a 250 metri l’uno dall’altro immersi nel mare fino a 65 metri. Verrebbe Impostata su tre livelli destinati rispettivamente al traffico ferroviario, dei camion e delle auto, con quattro corsie ciascuna. E tale da consentire anche la posa di condotti per acqua, petrolio e gas, e l’alloggiamento di cavi per le telecomunicazioni etc. All’arrivo della struttura nelle due sponde si faciliterebbe la costruzione di due grandi aree industriali. L’aspetto oltretutto positivo è che è studiato secondo criteri di compatibilità ambientale di massimo livello possibile al giorno di oggi. Sfrutterebbe con dispositivi fotovoltaici, evoluti sistemi eolici, l’energia solare e dei venti e perfino il moto ondoso così da consentire non solo l’illuminazione interna ed esterna della struttura, ma anche di produrre energia per una buona parte dell’Italia centrale. La remunerazione del capitale investito sarebbe certamente positiva, considerando il pedaggio per circa 50 e più milioni di veicoli l’anno, poi treni e merci via strada evitando il giro sulle autostrade del nord Italia avrebbero un impatto minore dell'attuale sull'ambiente. Poi e non certo ultima, la produzione di energia nei tre sistemi segnalati. Un progetto che verrebbe ben apprezzato nell’est asiatico, con le grandi disponibilità finanziarie, la loro strategia lungimirante e pochi, nel bene e nel male, problemi politici. Riuscirà ad affermarsi anche qui da noi? Chi sa tra tutte le diatribe politiche mondiali questa gigantesca infrastruttura avrebbe poi il beneplacito di alcune grandi potenze che magari hanno nulla da vedere con questa area geografica? Altra incognita da superare sarebbe l’impatto ambientale per quel tratto di mare. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo". Friedrich Nietzsche |
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ABBIAMO OSPITI/CULTURA – La Castiglione Castellani e la moda del gioiello “archeologico” Articolo di Duccia Caruso di Castelnuovo, Autore ospite de La Lampadina Chi visita a Roma il Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia, salendo al piano nobile di quella che fu la residenza estiva del Papa Giulio III e affacciandosi all’interno della saletta delle Arti e delle Scienze, ha la gradita sorpresa di scoprire una “Wunderkammer” la cosiddetta “camera delle meraviglie”. Qui, infatti, è esposta ai visitatori la Collezione di oreficerie appartenuta alla famiglia Castellani. Ma chi erano i Castellani e per quale ragione hanno lasciato la loro collezione al museo di Villa Giulia? Per coloro che fossero interessati a questa pagina di storia ecco di seguito qualche notizia. I Castellani furono soprattutto orafi esperti e raffinati ma anche studiosi del mondo antico e appassionati collezionisti. Per tutto il 1800 dominarono la scena romana ed internazionale riscuotendo uno straordinario successo per le loro splendide creazioni nella nobile arte orafa. L’avvio alla nuova moda del “gioiello archeologico”, quello “nello stile degli antichi”, in antitesi ai gusti settecenteschi, si deve a Fortunato Pio, capostipite della famiglia, che nel 1814 aprì un negozio a Roma in via del Corso 174. Grazie alle sue abili capacità di artigiano e alla sua profonda conoscenza delle antiche tecniche dei gioielli etruschi, greci e romani, fu notato da Michelangelo Caetani, duca di Sermoneta, uomo di primo piano nell’ambiente della nobiltà romana e della Curia Pontificia, con il quale strinse una profonda e sincera amicizia. Fu proprio Michelangelo Caetani, consigliere e collaboratore della bottega Castellani a disegnare alcuni modelli ad imitazione dei monili antichi e, soprattutto, il punzone a doppia C incrociata – lettere iniziali di Castellani e Caetani - inconfondibile marchio da apporre sui gioielli prodotti. L’intensa attività archeologica del primo trentennio del 1800 con i numerosi scavi eseguiti a Roma, a Vulci, a Tarquinia e a Cerveteri, sollecitarono l’interesse per l’antico sia in Fortunato Pio che nei due figli, Alessandro ed Augusto, ormai compartecipi dell’attività paterna. In questo panorama così eterogeneo di mercanti, collezionisti, archeologi ed antiquari, i Castellani, sempre più interessati al recupero delle “belle” cose classiche iniziarono gli esperimenti sulle tecniche antiche della lavorazione dell’oro, riproducendo il metodo etrusco della granulazione e della filigrana. Dei due fratelli, Alessandro, dotato di notevole estro artistico e di cultura umanistica fu un raffinato antiquario ed un abile promotore della ditta all’estero, tant’è che negli anni sessanta del 1800 aprì una succursale a Parigi sugli Champs Elisées ed un’altra succursale anche a Londra in Firth Street. Trasferitosi successivamente a Napoli nel 1862, Alessandro fondò una scuola di oreficeria. Il fratello Augusto, di carattere più stabile e riflessivo, seguì a Roma l’attività del padre, occupandosi dell’amministrazione della ditta senza mai abbandonare, comunque, l’interesse per il mondo classico e per le scoperte archeologiche. Il successo delle oreficerie Castellani non è solo circoscritto alla riproduzione del gioiello di gusto archeologico, ma è dovuto anche al recupero di motivi figurativi di un vasto repertorio artistico assolutamente italiano e all’avere inserito nel castone un micro mosaico o una moneta greca e romana, una gemma incisa o un cammeo, una pietra semi preziosa. Per tutta la seconda metà del 1800 ebbero grandi riconoscimenti anche in campo internazionale: le Esposizioni Universali a Vienna, a Parigi, a Londra e persino a Philadelphia; una committenza sempre più ampia e illustre che raccoglieva importanti famiglie e nobili casati, come i Borghese o i Pallavicini Rospigliosi e i Doria Pamphilj, alcuni regnanti quali gli stessi Savoia o i reali di Prussia. È negli ultimi anni del secolo che si iniziò ad avvertire il progressivo declino dell’attività e lo scemare delle vendite. Il repertorio creativo così innovativo e duttile non riusciva più a stare in pari con i tempi: i nuovi fermenti culturali ed artistici dell’Art Nouveau, del Futurismo, del Liberty, del Cubismo non coinvolsero Alfredo, ultimo rappresentante della famiglia, che alla morte del padre Augusto nel 1914 aveva ereditato il laboratorio ormai trasferito a Piazza Fontana di Trevi. Nel 1916 fu lo stesso Alfredo a decidere di donare l’intera Collezione allo Stato Italiano che nel 1919, grazie all’allora Direttore del Museo Etrusco di Villa Giulia, Roberto Paribeni, l’accolse per l’esposizione permanente nella Villa cinquecentesca del Papa Giulio III dove oggi è possibile ammirarla. N.d.R: La Lampadina ha organizzato una visita alla collezione e a Villa Giulia per il 27 aprile 2023, venite? Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "L’opale ha il fuoco del rubino, il porpora brillante dell’ametista ed il colore verde mare dello smeraldo, tutti scintillanti insieme in una incredibile unione. Alcuni con il loro splendore rivaleggiano con i colori dei pittori". Plinio il Vecchio |
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CULTURA - Il Codex Sassoon Articolo di Beppe Zezza In questi giorni grande risonanza mediatica ha avuto la notizia che la casa d’aste Sothebys metterà all’incanto il cosiddetto Codex Sassoon. Si prevede possa essere aggiudicato intorno ai 50 milioni di dollari e superare così il prezzo di 43,2 milioni pagato nel 2021 per una prima stampa della Costituzione degli Stati Uniti, ad oggi il documento più costoso. Questo codice è un manoscritto redatto su oltre 400 pergamene. Pesa quasi 12 kg. Gli esperti ritengono sia stato opera di un singolo copista, contiene quasi per intero i 24 libri che costituiscono la Bibbia ebraica[1] – mancano solo 12 fogli del libro della Genesi. È il più antico in circolazione. Il codice di Aleppo è più vecchio di circa 100 anni ma è incompleto, il codice di Leningrado è invece più recente. La sua storia è abbastanza ben documentata: è stato redatto tra la fine del nono e l’inizio del decimo secolo – datazione da analisi C14 – conservato in Siria, scomparso per circa 600 anni, ricomparso nel 1929 e acquistato dal collezionista David Salomon Sassoon dal quale prende nome. Pagato la bellezza (!) di 350 sterline è stato rivenduto nel 1978 per 320.000 US$, venduto all’asta per 3,19 milioni di dollari nel 1989 e ricomprato nello stesso anno per 4.19 milioni di dollari dall’attuale proprietario, Jacob Safra, erede di una fortuna bancaria siriano-libanese-svizzera che lo mette all’asta. La stima è tra i 30 e i 50 milioni di dollari. Una vera vertiginosa ascesa! Queste notizie sono reperibili agevolmente su internet senza particolari difficoltà. Ma ai lettori della newsletter “La Lampadina Periodiche illuminazioni” è doveroso fornire qualche interessante informazione complementare. Se osservate un’immagine del manoscritto noterete la presenza al di sotto delle lettere di piccoli segni e di notazioni a margine. Viene spontaneo chiedersi di cosa si tratti. È la “vocalizzazione” del testo! Bisogna infatti sapere che la scrittura ebraica è consonantica, si scrivono cioè solo le consonanti! Se vedete la riproduzione di testi ebraici antichi noterete che questi segni sono assenti. Ma posto che le consonanti senza vocali non possono essere pronunciate e che uno stesso gruppo di consonanti se vocalizzato in un modo o in un altro può dar luogo a parole di diverso significato, allora come facevano nell’antichità a leggere? La risposta è semplice: chi leggeva conosceva già il testo e quindi sapeva già come lo si dovesse leggere! La cosa ci sorprende perché noi siamo nati in una cultura dello “scritto” nella quale la trasmissione del sapere avviene in forma scritta mentre gli Ebrei dell’antichità facevano parte di una cultura orale nella quale gli scritti erano pochissimi! (Non ci rendiamo conto di quanto l’invenzione della tipografia e della carta comune abbiano rivoluzionato il mondo). I testi della tradizione – quelli che poi verranno a costituire la Bibbia – erano imparati e trasmessi “a memoria”! Fino a che l’Ebraico è rimasto una lingua viva non era necessario indicare come dovesse essere letta la Bibbia: tutti potevano farlo! (Si ritiene che nel primo secolo il popolo ebraico fosse quello più acculturato di tutto il mondo antico e la Torah – i primi cinque libri della Bibbia – costituiva il testo base sul quale avveniva l’educazione dei fanciulli). Le cose sono cambiate a motivo della… storia. Tutti siamo più o meno a conoscenza delle rivolte giudaiche, della conquista di Gerusalemme e della distruzione del Tempio da parte di colui che sarà poi l’imperatore Tito, della seconda guerra giudaica con la distruzione totale di Gerusalemme e della dispersione degli ebrei. La lingua Ebraica – che già negli anni precedenti si era ridotta al solo uso liturgico, come poteva essere per noi il latino prima del Concilio, è diventata sempre più una ‘lingua morta’ (nel quotidiano si usava l’aramaico, che era la lingua universale dell’epoca per quella parte del mondo. La lingua ebraica è stata ‘risuscitata’ alla fine del XIX secolo) –. Poiché questo metteva in pericolo una lettura corretta dei testi, saggi ebrei (i masoreti) misero a punto un sistema per trascriverne l’esatta vocalizzazione e questo sistema si è poi diffuso a tutta la galassia ebraica. Il testo ebraico odierno della Bibbia è detto per l’appunto “Testo Masoretico”. Come detto il codex Sassoon è il più antico manoscritto completo (quasi) della Bibbia, ma ci sono manoscritti parziali molto più antichi. Tra quelli famosi del Mar Morto, ritrovati a Qumran intorno alla metà del secolo scorso, c’è quasi per intero il libro del profeta Isaia. Il reperto - in questo caso si tratta di un “rotolo” e non di un “codice” - è stato datato essere stato scritto intorno alla fine del II secolo a. C – dunque oltre 1.000 anni prima del Codex Sassoon. (In mezzo non ci sono- o per lo meno non sono stati trovati – altri documenti!) Ebbene, salvo qualche piccola variante non maggiore di quelle che si riscontrano tra diversi manoscritti medioevali, i testi coincidono quasi perfettamente indicando una scrupolosa fedeltà nella loro trasmissione attraverso i secoli. Questa corrispondenza quasi esatta non riguarda tutti i reperti ritrovati. Gli studi più recenti fanno ritenere che all’epoca di Qumran – quindi più o meno ai tempi di Gesù – esistessero in Israele e fossero considerate ugualmente valide, diverse versioni dei testi biblici, corrispondenti a diverse ‘tradizioni’ che poi si sono tramandate attraverso i secoli e spiegano alcune differenze che si riscontrano tra le diverse Bibbie odierne. (La Bibbia Cattolica ha alla sua base la Versione Greca detta dei LXX, tradotta dall’Ebraico nel II secolo a.C. e contenente anche i libri scritti originariamente in greco che gli Ebrei hanno escluso dal loro canone) ______________ [1] Bibbia è il termine di origine greca tradotto poi in tutte le lingue del mondo ma non è il nome che gli Ebrei gli danno. Il nome Ebraico è TANAK - sintesi di Torah-Neviim-Ketubim, i nomi che contraddistinguono le tre sezioni del libro: il nostro Pentateuco, i Profeti e gli Scritti Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "Non mi distingui dal vento non lo farai mai, non l’hai mai fatto Io sono il piccolo ebreo che ha scritto la bibbia Ho visto sorgere e cadere le nazioni Ho udito le loro storie, le ho udite tutte ma l’amore è l’unico motore della sopravvivenza". Leonard Cohen - The future |
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ARCHEOLOGIA – La scoperta di mille teste d'ariete Articolo di Marguerite de Merode Ti sono sgomberate le Vie degli Archi che portan su a Horo. Il cuore di Seth è fraterno verso di te, come il Grande di Eliopoli. Tu traversi il Canale delle Curve nel Settentrione del cielo, come una stella che naviga sul Verdissimo che è sotto il ventre di Nut. La Dat ti conduce per mano al luogo dove è Orione dopo che il Toro del Cielo ti ha dato la sua mano. Questa poesia egizia a carattere religioso con la quale inizio quest’articolo è un augurio rivolto al faraone Pepi (2.300 a.C.) affinché compisse con successo il viaggio che, dopo la morte, doveva condurlo tra le stelle e in mezzo agli Dei. Esprime l’importanza che davano gli Egizi all’aspetto cosmico e astrologico legato alla loro religione. Avventurarsi nella miriade di elementi che arricchiscono il loro mondo religioso unito spesso alla mappa celeste del cielo è un impresa ardua e certo non ho intenzione di percorrerla. Un solo sguardo sull’affascinante “Zodiaco di Dendera”, il disco bronzeo del tempio di Hator rinvenuto sul soffitto del pronao della cappella di Osiris e ora conservato al museo del Louvre, ci fa intravedere la complessità nell’interpretare questa mappa, ma rappresenta comunque un grandissimo esempio di come la vita economica, culturale e sociale di un intero popolo fosse dominata dalla “scansione spazio-temporale” e quanto giustamente le informazioni relative a questi dati influenzassero il potere decisionale sulla collettività, visto che ne determinava la loro sopravvivenza. Già allora erano presenti i segni zodiacali suddivisi per stagioni collegandoli alle costellazioni visibili nel cielo. Ma torniamo a noi e al perché di questa diversione. Nella città di Abydos, ad ovest del Nilo, una delle più antiche città dell'Alto Egitto ritenuta la città egiziana più sacra ai tempi dei faraoni, è stata fatta recentemente una sorprendente scoperta. Sono state rinvenute oltre 2000 teste d’ariete mummificate insieme a pecore, cani, capre selvatiche, mucche, gazzelle e manguste. Una serie di offerte votive donate durante la pratica del culto. Era sicuramente un luogo di pellegrinaggio degli antichi egizi. Si credeva che l'ingresso per l’Aldilà si trovasse nelle colline desertiche a ovest di questo sito. Era il centro del culto di Osiride, re degli inferi, ma anche la casa delle sepolture di alcuni dei primi sovrani egiziani. I re della XIX dinastia Seti I e Ramesse II (1279-1212 a.C.), rispettivamente padre e figlio, costruirono un tempio ciascuno, al fine di consolidare il culto ancestrale reale nell'area. Il culto della triade Osiride-Iside-Horus era espresso da una grande processione rituale che si fermava in luoghi sacri designati con l'offerta di animali mummificati. La scoperta di questo gran numero di teste di arieti senza precedenti, deposte dai fedeli in epoca tolemaica (dal 300 al 30 a.C.) utilizzati come offerte votive, indica l’importanza di questo culto. Prova, anche, che Ramesse II era ancora venerato ad Abydos mille anni dopo la sua morte. I crani degli animali dedicati a Khnum il dio dalla testa d’ariete, detto anche il dio vasaio modellatore della vita, si trovavano, ancora coperti dal lino, in uno dei magazzini a nord del tempio e nei pressi del più celebre santuario iniziato dal padre Seti I. L'Ariete è il primo segno dello zodiaco perché anticamente il Sole si trovava in quella costellazione al momento dell'equinozio di primavera, data utilizzata come capodanno. Infatti corrisponde all’inizio dell’anno, quando tutta la vita vegetale si risveglia ed è collegato al periodo propizio per i festeggiamenti agricoli, per le feste di primavera. Khnum è il Signore dell’orzo e del grano, dei fiori, della frutta, degli uccelli, dei pesci e degli animali ed onorarlo in quel modo sembrava il massimo del rispetto. L’Egitto continua ancora oggi a donarci emozioni per le continue scoperte date anche dalle moderne attrezzature che consentono lavori di ricerca più sofisticati. Siamo in attesa dell’inaugurazione del nuovo museo di Giza, il GEM - Grand Egyptian Museum, che dovrebbe raccogliere in un'unica sede i tesori di questo grande popolo. È prevista per ottobre di quest’anno. Situato fuori dal Cairo, sulla riva occidentale del fiume Nilo, a due chilometri a nord delle Piramidi di Giza, nei pressi della Necropoli e ospiterà una collezione di più di 100mila oggetti. Organizziamo un viaggio con La Lampadina? Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "Non pretendo di riuscire a dimostrare che Dio non esiste. Allo stesso modo non posso dimostrare che Satana è un’invenzione. Il dio cristiano può esistere, così come possono esistere gli dèi dell’Olimpo, o dell’antico Egitto e di Babilonia, ma nessuna di queste ipotesi è più probabile dell’altra. Esse esulano da qualsiasi conoscenza anche solo probabile". Bertrand Russel |
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ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA – Marevivo. Venti di mare su arte, scienza, leggi. Venti di mare sulle orecchie Articolo di Elvira Coppola Amabile*, Autore ospite de La Lampadina Finalmente, dopo la pausa Covid, il Convegno Nazionale di Marevivo, che quest’anno compie 38 anni di attività! Si è svolto a Napoli con entusiasmo successo calore! Numerose le delegazioni giunte da tutt’Italia, significativa la presenza di prestigiose autorità e dei tanti fedelissimi volontari. Non parlerò di tutto quello che potrete trovare sul sito dell’associazione o delle delegazioni. Non farò nomi. Ne dovrei fare oltre 100! Chi è interessato sul sito trova film foto descrizioni accurate, elenchi d’interventi, nomi dei partecipanti e tutto quanto riguarda la specificità ambientalistica. Voglio parlarvi invece della partecipazione giovanile che rinfresca e rinnova l’impegno profuso in tanti anni dalla grande squadra di Marevivo e delle iniziative più originali corroborate dalle nuove energie. Voglio parlarvi dell’arte che si manifesta con l’utilizzo dei rifiuti. Opere straordinarie che meritano la platea in espansione che si sta già aprendo, tanto da indurre Marevivo a sollecitare gli artisti sensibili a stendere un Manifesto. Proprio come quello di Marinetti sul Futurismo (19 marzo 1921). In effetti allora ci fu la velocità che segnava il secolo ancora giovane e dava nuove violente ispirazioni alla creatività degli artisti. Treno aerei macchine velocità. Oggi dopo più di 100 anni la massa immensa di plastica che invade le nostre vite e sporca le nostre coscienze è l’elemento nuovo scatenante. Non è solo devastazione! Ne faranno opere d’arte! Il nuovo futurismo. Metafora che tocca i cuori! Già numerosi artisti subiscono questo richiamo e si esprimono sconvolgendoci. Proprio in occasione di questo convegno un recente adepto ci ha fatto dono di un inquietante pesce creato dalla fusione di materiali di plastica. La Lampadina aveva già nel 2019 (vedi luglio) raccontato le opere di giovani artisti siciliani. Ricordo tra altre suggestive creazioni una donna gravida delineata da un groviglio di fili che facevano intravedere il feto. Nel grembo una bottiglia di plastica. Pensate che ancora gli scienziati non avevano scoperto la presenza di microplastiche nella placenta. La magica sensibilità degli artisti l’aveva percepita. Mi colpì come un pugno! Dopo un anno la scoperta scientifica! Marevivo parla di scienza. La ricerca affina le sue scoperte e il comitato scientifico nella stazione di Anton Dohrn che spesso ospita i nostri eventi, vi si concentra con attenzione e passione. Le Microplastiche si insinuano ovunque. Climi millenari di acque e aria mutano segnando una nuova condizione di vita. Saremo in grado di fermare il fenomeno o ci dovremo adattare? Voglio parlarvi del sentimento che la spinta instancabile di Marevivo fa scaturire. Questa sollecitazione tocca le intenzioni di tutti coloro che hanno la pazienza di ascoltare con gli occhi del cuore e la tenacia di voler difendere e proteggere ciò che ci appartiene e che è bello e prezioso. Voglio raccontarvi della fatica per ottenere il primo parco archeologico sottomarino a Baia e Gaiola. 20 anni ci sono voluti! Ostacoli incredibili! Boicottaggi da parte di chi voleva la zona libera per continuare ad esercitare commerci illeciti… Ma in fine coraggiosamente siamo riusciti! Quella zona è preziosa non solo per patrimonio naturalistico di biodiversità custodito sott’acqua ma per i reperti archeologici già scoperti e quelli ancora da scoprire. Il mare nasconde meraviglie di storie antiche. Il bradisismo, i terremoti, le eruzioni hanno mutato il territorio nei secoli. Marziale, Plinio il Vecchio, Plinio il Giovane, Cicerone e altri scrittori e storici hanno citato più volte i personaggi che frequentavano quei luoghi. Vi costruirono ville, terme e vi si intrapresero commerci fiorenti sviluppando cultura arti caratterizzati da raffinate e preziose espressioni. Le testimonianze celate dal mare in quella zona saranno finalmente protette completare il nostro sapere. Vi voglio parlare infine di Elisabeth l e degli “scugnizzi a vela”. Si tratta di una solida barca oceanica destinata a ragazzi disabili e disadattati. E un’altra più piccola per far loro imparare i mestieri del mare. Possono partecipare 10 ragazzi per volta. Il comandante, un omone sempre abbronzato con un’aria rassicurante, illustrando appassionatamente l’attività che lo impegna ha voluto citare l’episodio del ragazzo cieco giunto a bordo insieme agli altri. “Con aria malinconica e rassegnata stava accovacciato accanto ai compagni. L’ho preso per le spalle, l’ho fatto alzare e l’ho condotto al timone, gli ho preso le mani, glie le ho appoggiate sulla ruota” “guaglió, piglia questo timone senti il vento sulle orecchie e guida questa barca” Il comandante aveva gli occhi lucidi nel descrivermi la gioia del ragazzo. Questi momenti regalano felicità. La felicità di questi momenti ha il profumo del Mare. Marevivo è anche questo. *Elvira Coppola Amabile penna storica di MarevivoVota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell’onda. L’alta marea cancellerà l’impronta e al vento svanirà la schiuma. Ma sempre spiaggia e mare rimarranno". Khalil Gibran |
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ROMA – Un posto magico nelle Mura Aureliane Articolo di Lucilla Laureti Crainz Ne avevamo parlato già circa 10 anni fa ma gli amici che sono stati a visitare questo posto magico mi hanno chiesto di riparlarne e proporre una visita per i nostri soci. Nelle Mura Aureliane all'altezza di via Campania in una delle torri abbandonate, la XXXIX, nasce nel 1890 una scuola di arte aperta gratuitamente a tutti. L'artefice è Francesco Randone (1864 - 1935) ceramista, educatore e conservatore delle mura di Roma. Già nel 1895 costruisce la prima grande fornace per la ceramica. Per la cottura aveva bisogno di 4 o 5 quintali di legna e 24 ore per raggiungere la giusta temperatura. In questa impresa lo aiutano la compagna di una vita Marie Louise e le 6 figlie dai nomi evocativi: Yris, Honoria, Horitia, Hurania, Lucilla, Saturnia e unico figlio maschio Belisario. Grande il loro talento e riescono a produrre oggetti artistici e raffinati. Ricreano anche "il bucchero" riscoprendo la tecnica utilizzata dagli etruschi in ceramica nera sottile e leggera. Randone aveva adottato l'appellativo di "Maestro delle Mura" ma per via del suo carisma personale e del suo abbigliamento era chiamato il "Sacerdote delle Mura" e le figlie "Vestali delle Mura". L'arte non come fine, ma come mezzo educativo è il motto della Scuola e intorno al 1904 si presume abbia aderito alla Società Teosofica, specie l'importanza centrale data all'educazione dell'anima. Anche Maria Montessori si interessa e frequenta le mura, oltre a molti artisti. Altro punto importante per conoscere il pensiero di Randone sono i suoi diari dove appuntava e illustrava quasi ogni giorno le sue attività e i suoi pensieri anche sullo spiritismo e alla sera spesso si riunivano in famiglia per parlare con l'aldilà. Importante è anche l'organizzazione della scuola, niente voti, liberi di frequentare o meno, redige il "codice del maestro" e il "codice dello scolaro" ricco di suggerimenti e coinvolge gli alunni nella decorazione della scuola con tanta fantasia! "La Scuola d'arte educatrice - afferma - è "a tutti libera, a tutti aperta, tempio dove si pregherà senza parole, dove sarà facile rientrare nel cerchio di luce dal quale proveniamo". Sicuramente con queste premesse non potete non aver voglia di scoprire questo posto e se non siete insensibili prenotatevi, le visite si faranno a piccoli gruppi il sabato mattina. Grazie a Lavinia Cozza e Giovanna de Feo che mi hanno fornito il materiale per l’articolo. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "Il vaso conferisce una forma al vuoto e la musica al silenzio". Georges Braque |
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COSTUME - Ahimè Che testa! Articolo di Lalli Theodoli Da più di dieci anni mando a Isabella una piccola riflessione, un pensiero, da pubblicare sulla Lampadina. Anni fa, fra una pubblicazione mensile e l’altra, sembrava passare un secolo. Ora tutto corre, tutto sembra ravvicinato. Il tempo ha cambiato completamente il suo ritmo. È l’una e mezzo di notte. Penso alle cose che dovrò fare a Spoleto in questi giorni. Vedere un po' di amici, un giro in campagna, qualche lavoro da seguire. Un po' di tempo con figlio e nipoti. BLINK! Un avviso di arrivo di un WhatsApp. Lo guardo? Problemi di inquilini? Lavatrici rotte? Rimasti fuori dalla porta? Un attimo di incertezza, perché, forse, potrei vedere domani di cosa si tratta. Forse non ho nessuna voglia ora di affrontare problemi. A quest’ora difficile che si tratti di qualcosa di piacevole. Ma non resisto e guardo. Nessuno fuori dalla porta, nessuno allagato. È Isabella che, all’una e mezza di notte, mi chiede se, per caso, ho mandato il mio pezzetto. Non lo trova. Lalli. Oh mamma mia! Il Pezzetto! Ma è già passato un mese? Come ho fatto a scordarmelo? Sono in partenza! Scusa. Rimando la partenza e domani mattina invento qualcosa. Isabella. No, mi metti in crisi non rimandare mi sento in colpa. Pensavo che avresti letto il messaggio domani mattina. Non pensavo mi avresti risposto a quest’ora della notte. Isabella e Lalli che si scrivono cineserie nel mezzo della notte. Una scrive pensando di essere la sola sveglia e invece l’altra insonne risponde. Potremmo andare avanti non so quanto con messaggini di grazie e di scusa. Alla fine tronchiamo. Andiamo a letto. Buona notte. Invece mi metto al computer. Non posso nemmeno pensare di saltare la Lampadina a Pasqua. Sì, veramente, molte volte Isabella mi ricorda di spedirle il pezzetto, sono sempre in ritardo, ma finora mai mi ero trovata così stretta di tempo e di idee. Senza il suo richiamo non avrei potuto inviare a tutti i nostri amici i miei auguri più affettuosi per una felice Pasqua. Con chi e dovunque si trovino. Invio così queste due righe a Isabella. Sono oramai le due passate. Forse il messaggio farà un BLINK, ma spero che finalmente dorma e non abbia voglia di ricominciare a chiacchierare. Peccato, perché oramai io sono totalmente sveglia. Anzi... quasi quasi, la chiamo al telefono! Anche così nasce la nostra Lampadina! Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | La Lampadina è sui Social |
FLASH NEWS! Un po' qua, un po' là... Una legge per imporre il buon senso - Un disegno di legge presentato a gennaio in North Dakota (Usa) stabilisce un mese di carcere e 1000 dollari di multa per quei bibliotecari che espongono sugli scaffali libri ritenuti proibiti e/o sessualmente espliciti, in special modo se in luoghi frequentati dai bambini. Se c'è bisogno di una legge che argini in fenomeno, la situazione attuale qual è? CV * Cara vecchia moto - Per le moto di nuova generazione potremmo disporre di: controllo antislittamento, airbag integrato nella moto, connessioni wireless per traffico e pericoli, controllo per l’inclinazione, radar per evitare radar e punti ciechi, telecamere, sensori per una guida autonoma. Insomma, un piccolo robot. CV * Dal Giappone a casa tua! - Shopping in Giappone? Se ne occupa Buyee, evitando problemi di lingua, traduzione etc, basterà cliccare sull’oggetto desiderato, per riceverlo entro qualche giorno scegliendo se per corriere espresso o semplice posta. CV *** APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina. *****************13-16 aprile 2023 MADRID Saremo nella capitale spagnola per vedere il noto e il meno conosciuto, il classico e il moderno, la tradizione e la vivacità di questa città che non dorme mai, in continuo cambiamento, con le radici saldamente piantate nel terreno rigoglioso del passato che si intrecciano con quelle nuove della giovane vegetazione della stazione di Atocha, il nuovo che prepotentemente avanza con eleganza e vivacità. *****************Martedì 18 aprile 2023 ore 16.00 GIUSEPPE PENONE. GESTI UNIVERSALI Galleria Borghese
I Giardini dell'Uccelliera e della Meridiana, ed alcune sale del piano terra, come il Salone di Mariano Rossi, la sala di Apollo e Dafne, la sala di Anchise ed Enea e quella degli Imperatori, dove è maggiore l’osmosi tra esterno e interno, tra parco e villa, ospiteranno 36 opere realizzate tra il 1970 e i primi anni del 2000 di un grande maestro dell'arte povera Giuseppe Penone, interessato da sempre al rapporto tra uomo e natura. La mostra offre una nuova lettura di quel rapporto tra paesaggio e scultura, che la statuaria antica presente nella collezione del museo ci racconta secondo canoni classici. Ci accompagnerà nella visita Maria Grazia Tolomeo, storica dell'arte e per vent’anni Senior curator del Palazzo delle Esposizioni di Roma. *****************sabato 22 aprile 2023 CASTELLI ROMANI FRA SPLENDORI DEL BAROCCO, ANTICHITA' ROMANE E MONASTERI MEDIEVALI
Una giornata piena di bellezza nella quale ci guiderà Alessandro Mazza, storico dell'architettura. Visiteremo a Frascati Villa Falconieri, con le sue architetture e i cicli pittorici barocchi, poi il Torrione di Micara, villa edificata sopra il sepolcro circolare di Lucullo, con la torre campanaria romanica del convento medioevale e lo spettacolare panorama della campagna e delle vigne. Ancora, la visita dell'area archeologica di Albano, con il notevole Cisternone, l'Anfiteatro Severiano, e la chiesa di S. Maria della Rotonda. Chiuderemo con la cinquecentesca villa Mergè, una residenza abitata e vissuta, con le sale decorate da cicli pittorici con paesaggi e scene marine, intervallati da putti e figure allegoriche, di recente attribuiti ad Agostino Tassi. *****************Giovedì 27 aprile 2023 ore 16.30 I GIOIELLI CASTELLANI A VILLA GIULIA
Dopo una doverosa breve visita del Museo, saliremo al piano nobile, e all’interno della saletta delle Arti e delle Scienze, scopriremo esposta la Collezione di oreficerie appartenuta alla famiglia Castellani. I Castellani furono soprattutto orafi esperti e raffinati, studiosi del mondo antico e appassionati collezionisti. Per tutto il 1800 dominarono la scena romana ed internazionale riscuotendo uno straordinario successo per le loro splendide creazioni nella nobile arte orafa che arricchirono di una nuova moda, quella del “gioiello archeologico”, quello “nello stile degli antichi”. Ci guiderà al museo e nella wunderkammer degli ori Castellani, Duccia Caruso di Castelnuovo. *****************Fine settimana 5/7 maggio 2023 ABRUZZO: QUESTO SEMI CONOSCIUTO
L'Abruzzo così vicino è però non così ben conosciuto dai più tranne che per piste da sci e montagne meravigliose. Facendo base all'Aquila, andiamo questa volta ad immergerci nell'arte, recente, passando per il Maxxi e per Fontecchio, paese di residenze d'artista a pochi passi dalla città, e poi ancora Collemaggio e la città piena di storia. Poi il giorno dopo, Peltinium, un'antica città italiaca dei Festini, il cui sito archeologico, si trova negli attuali comuni di Prata d'Ansidonia e di San Pio delle Camere, ed è stato dichiarato monumento nazionale nel 1902. Poi Bominaco, un piccolo borgo medievale famoso per il complesso abbaziale benedettino che comprende la chiesa di Santa Maria Assunta e l'oratorio di San Pellegrino, e per il castello turrito sovrastante. Ancora, a Fossa, la chiesa di santa Maria ad Cryptas, il cui ciclo di affreschi appartiene al filone di cicli pittorici duecenteschi d'Abruzzo. La domenica sarà dedicata alle bellezze naturali e non: Rocca Calascio, con il borgo e il castello, che domina la valle del Tirino e l’altopiano di Navelli a poca distanza dalla piana di Campo Imperatore, situato su un crinale a 1.460 metri d’altezza. Ci ristoreremo a Vado di Sole, sul Piccolo Tibet, come è chiamato lo spettacolare altopiano di Campo Imperatore, che si sviluppa ad una quota che oscilla dai 1500 ai 1900 metri, nel cuore del massiccio del Gran Sasso d’Italia. E poi... torneremo a Roma! Anticipazioni di maggio
giovedì 11 maggio PIAN DELLE ORME/ LA GIANNETTOLA/FOSSANOVA *****************sabato 20 maggio 2023 - Ore 16.00 EUR MONUMENTALE E IMPERIALE: L'ALTRA ROMA SUGLI ALTRI COLLI *****************martedì 30 maggio 2023 FIRENZE DA MANE A SERA: REACHING FOR THE STARS E IL CONFRONTO FONTANA/GIACOMETTI ***************** Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a appuntamenti@lalampadina.net |
*** E ANCORA FLASH NEWS! Facce di pietra - Un museo incredibile si chiama Chinsekikan («galleria di pietre curiose») vi sono esposti 1.700 sassi con sembianze umane. Il museo è in Giappone, nella cittadina di Chichibu, a due ore da Tokyo e l'uomo che ha creato il museo si chiama Shozo Hayama cercando e collezionando pietre per 50 anni. Le pietre sono dette jinmenseki, e tramite il processo mentale della pareidolia, in esse riconosciamo volti, espressioni e sentimenti umani. Ci sono tanti volti che ricordano personaggi famosi, attori, politici ed anche protagonisti dei videogiochi. E molte pietre sono ancora in cerca di alias! CV * Per risparmiare! - Vuoi risparmiare? Scarica l’app "DoveConviene". Una volta scaricata, scegli la città e memorizza sullo schermo i volantini digitali, con le promozioni divise per categorie. È usata da milioni di persone, DoveConviene informa gli utenti sui prodotti in offerta oltre che sottocosto. Tra le catene presenti ci sono: Unieuro, Mediaworld, Trony, Euronics, Esselunga, Conad, Lidl e Mondo Convenienza. CV * Che buono il panettone!- Il panettone: chi avrebbe mai pensato che uno dei panettoni che va per la maggiore oggi viene dalla Sicilia. Fiasconaro il produttore, con il primo panettone Oro di Manna, che nasce con l’aggiunta della manna, una resina ricavata dal frassino delle Madonie. Sono 800 le aziende italiane con capitale tra 20 e 120 milioni che hanno profitti di oltre il 20% del fatturato, con ritorni fino al 15% del capitale investito. Poi oltre 200 aziende con fatturato tra 120 e 500 milioni con quasi 45 miliardi di fatturato e ricavi raddoppiati. Tutte in settori i più disparati. Un'economia in forte sviluppo, una buona speranza per il nostro futuro. CV * Un cantiere eterno!- Sagrada Familia Barcellona: iniziata nel 1882 dall'archtetto Antoni Gaudì ed ancora in fase di costruzione per le varie vicende che si sono succedute negli anni. La data per il completamento della cattedrale è ora fissata per il 2026. Tre anni per terminare la facciata della Gloria, un ingresso elaborato con una grande scalinata. Secondo il rapporto pubblicato su The World, questa fase del progetto potrebbe subire ulteriori ritardi poiché la sua realizzazione si baserebbe sulla demolizione di case vicine che ospitano fino a 3.000 persone. Le polemiche fervono fortissime, la scala non ha mai fatto parte dei piani originali di Gaudí sostengono alcuni, è difficile verificare le intenzioni dell'architetto poiché i suoi piani originali furono distrutti durante la guerra civile spagnola. * Più inclusione!- WEmbrace Awards è una Associazione Onlus art-sport, ideata da Bebe Vio ispirata alla sua storia e impegnata nella raccolta fondi per acquistare protesi e ausili sportivi per migliorare la qualità della vita di bambini con amputazioni. La settimana scorsa a Milano durante una cerimonia fatta di sorrisi e commozione, sono stati assegnati gli WEmbrace Awards per promuovere un sistema più inclusivo che possa in qualche modo alleviare le sofferenze di tanti piccoli con gravi disfunzioni fisiche. CV *** ALL'OLIMPICO CON LA LAMPADINA Appuntamento del mese di aprile al Teatro Olimpico di Roma Questa la proposta del teatro Olimpico di Roma per il mese di aprile 2023:
LILLO & GREG - IL MISTERO DELL'ASSASSINO MISTERIOSO Ritmi serrati e battute taglienti fanno di Lillo & Greg la perfetta coppia comica, sempre alle prese con le situazioni paradossali nate dalla loro geniale fantasia. Questa volta si ritrovano in una stravagante storia di incastri che sembra partire come un classico giallo anglosassone, con tanto di scaltro investigatore e ambiguo maggiordomo. L’enigma diventa presto una brillante macchina della risata, perché i diversi sospetti in scena sono anche attori pronti a tutto pur di farsi notare da un produttore nascosto in platea. Info: www.teatroolimpico.it |
*** LA LAMPADINA/INTORNO A... La cosiddetta interfaccia Uomo-Macchina di Paolo Roberto Imperiali, Autore Ospite de La Lampadina Il termine è interessante, la prospettiva accattivante, nell’ambito di una relazione affettiva che ha il progresso come obiettivo comune. L’uso sempre più frequente e lo sforzo eroico dell’ingegno umano suggellano l’avvento di un mondo nuovo sempre più popolato da individui affidati a protesi sempre più sofisticate. L’interfaccia è il punto di incontro tra il biologico e l’artificiale, che nel caso di arti in movimento si chiama meccanismo. È il momento più emozionante dell’incontro di due realtà: paritetiche, equivalenti dove l’“artificiale” porge la mano al “naturale” per portarlo ad un gradino più alto. Il “naturale” si fa convincere, (sedurre) dalla visione di un potere chiaro, senza sforzo, silenzioso, sempre disponibile. Ma potere di cosa? Di fare, o di sentire? Ma quello che non si fa non lo si sente più, quello che si delega lo si perde. Azione svuotata dal senso emotivo, dal senso della propria capacità, del sentirsi vivi, delle emozioni, della gioia, della tristezza, anch’essa dava il senso di esistere, del piacere del tatto e dell’ascolto. La delega di una funzione è la delega di un pezzo di vita. Sostituire la biologia con la meccanica significa sostituire un pezzo vivo con un pezzo morto. Il processo non è reversibile perché quando si perde una funzione si perde la sua memoria, il suo desiderio e la capacità che avevamo di farla: rinunciare alle proprie funzioni è la strada ad un lento suicidio. All’inizio forse solo parziale, lento, camuffato, ma continuo e irrecuperabile. Commenta da qui... |
*** MOSTRE Ecco le segnalazioni di Marguerite de Merode Mattatoio Roma: Terra animata | Visioni tra arte e natura in italia (1964-2023) La mostra raccoglie alcuni tra gli esempi più significativi di artisti contemporanei che hanno lavorato sulle relazioni esistenti tra arte, creatività, estetica e i territori naturali che l’uomo abita. Fino al 30 agosto 2023 Istituto Centrale per la Grafica: Immediati Dintorni Una raffinata mostra che presenta insieme ai loro libri d’artista, le incisioni di Maria Pina Bentivenga che da anni sviluppa una ricerca nell'incisone, insegna in varie istituzioni e partecipa a importanti Rassegne Nazionali ed internazionali e Mei Chen Tseng artista di Taiwan, che, tramite le sue opere di xilografia, ci comunica la sua personale interpretazione del senso della vita. Fino al 30 aprile 2023 Palazzo Merulana: Nasi per l’arte Con una selezione di oltre cinquanta opere lo spazio d’arte di Palazzo Merulana metterà in connessione, in modo originale, ironico, e inaspettato, l’arte italiana e quella belga secondo un insolito fil rouge: il naso. Fino al 14 maggio 2023 z2o Sara Zanin: Anna Hulacová; Harvest and survive. Nel suo lavoro, la scultrice e artista ceca Anna Hulacová si occupa da tempo della condizione umana e del mondo naturale, del rapporto dell'uomo con il paesaggio, l'universo e il passato rappresentato nei rituali popolari e folcloristici Fino al 23 giugno 2023 Galleria del Cembalo: Klavdij Sluban; Sneg Le fotografie dell’artista, instancabile viaggiatore, esposte nello spazio della galleria, sono una selezione di fotografie rigorosamente in bianco e nero che sono tratte da due serie dell’autore: Autres rivages. La mer Baltique e Japan. Il titolo della mostra è un richiamo alla presenza costante della neve (sneg in sloveno) nei suoi scatti e che accomuna i due progetti fotografici. Fino al 13 maggio 2023 Galleria Lorcan o’Neill: Pietro Ruffo. The Planetary garden Con la sua originale tecnica di “découpages” sovrapposti, l’artista romano, Pietro Ruffo, ci propone una riflessione sull’evoluzione umana e la sua interazione con il pianeta. Fino al 23 aprile 2023
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