ABBIAMO
OSPITI/TECNOLOGIA – M(AI) banale
Articolo di Alessandro Zimatore, Autore
ospite de La Lampadina
Il male ha a che fare con il seguente fenomeno: rendere superfluo l’uomo in quanto tale. Nei lager, durante il Nazismo, ogni azione e ogni impulso doveva diventare privo di senso. Gli uomini delle SS sapevano che distruggere la vittima prima della morte era il sistema migliore per assoggettare un intero popolo. Nulla, infatti, è più terribile di esseri umani che vanno come automi incontro alla morte. “Per sua natura ogni regime totalitario e forse ogni burocrazia tende a trasformare gli uomini in funzionari e in semplici rotelle dell’apparato amministrativo, e cioè tende a disumanizzarli”. Per tale ragione, in quell’epoca, svanirono le massime morali che determinano il comportamento sociale e i comandamenti religiosi che guidano la coscienza: si assistette al cedimento morale della società. Hannah Arendt, nel 1961, seguì come corrispondente del The New Yorker, a Gerusalemme, il processo Eichmann, e affermò che l’imputato rinunciò a tutte le sue qualità personali. La mancanza d’idee e la lontananza dalla realtà ne facevano un individuo predisposto a diventare uno dei più grandi criminali della storia. Secondo la filosofa tedesca, il peggior male al mondo è quello commesso dai “nessuno”. Il male commesso da uomini senza movente, senza convinzioni, non spinti da crudeltà. La banalità del male è la negazione della natura umana, è il male commesso da esseri umani che rifiutano di essere persone. Fenomeno – quello della negazione della natura umana – che, nell’era dell’intelligenza artificiale, deve essere combattuto, affinché l’uomo non sia superfluo ma irripetibile. Eppure, Hannah Arendt sottolineò che l'introduzione dell'automazione renderà superflui anche in termini di lavoro grandi settori della popolazione mondiale. Il progresso non deve essere affrontato né con diffidenza né tantomeno con paura, ma occorre partire dalla convinzione che non bisogna rinunciare alle proprie caratteristiche personali, poiché la natura umana tende alle differenze e non al livellamento. Rifiutando totalmente di essere una persona, Eichmann rinunciò a pensare: unica e più peculiare qualità umana. Pertanto, non fu in grado di dare alcun giudizio morale. Questa sua incapacità di pensare diede la possibilità a uomini ordinari di commettere azioni riprovevoli. Il problema del caso di Eichmann era che “lui non era né perverso né sadico, bensì era terribilmente normale”. Secondo i nostri canoni etici e giuridici, questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, poiché implica che questo tipo di criminale commette crimini senza pensare, non accorgendosi che agisce male. La manifestazione del vento del pensiero non è la conoscenza ma la capacità di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, la bellezza dalla bruttezza. Oggi pensare deve necessariamente dare all’uomo la forza di evitare catastrofi, affrontando in modo intelligente l’inarrestabile progresso tecnologico.
Il
nostro è un tempo in cui occorre approfondire temi etici,
poiché sono in gioco la libertà dell’uomo e il futuro
della democrazia. Basandosi sui dati la macchina sarà
in grado di conoscere qualunque cosa ma non sarà mai
in grado di dare senso alla realtà. In un’epoca dove
pochi hanno il tempo di pensare, è necessario andare
in profondità e riscoprire un senso etico comune. Nell’era
dell’intelligenza artificiale, della contrazione del
presente a causa dell’accelerazione della vita, sta
a noi lottare per rimanere umani e continuare a camminare.
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Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | “Non era stupido, era semplicemente senza idee. Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee, possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell'uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme. Ma era una lezione, non una spiegazione del fenomeno, né una teoria.” Hanna Arendt, da "La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme" |
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CULTURA – Monogamia e patrilinearità: attestate già nel Neolitico Articolo di Beppe Zezza
Nel
marzo 2020 su La Lampadina ho pubblicato un
articolo dal titolo “Ma
è vero che siamo tutti parenti?" e che riportava
la notizia di studi fatti sul DNA mitocondriale (che
si trasmette di madre in figlia) e sul cromosoma Y (che
si trasmette per via maschile), studi che accerterebbero
che tutti gli attuali abitanti del pianeta avrebbero
un padre e una madre comuni (anche se non vissuti contemporaneamente).
Questo tipo di indagine genetica è stato fatto sui resti di 128 individui sepolti a Gurcy, una località della Francia a sud di Parigi in un lasso di tempo che va dal 4800 al 4500 a.C. Siamo in epoca neolitica in un periodo nel quale nelle nostre latitudini l’introduzione dell’agricoltura aveva determinato un radicale cambiamento di ‘stile di vita’: da ‘nomade’, caratteristico dei cacciatori-raccoglitori a ‘sedentario’. Su 94 dei 128 resti è stato possibile estrarre il DNA. Di questi, 63 sono riuniti in un unico albero genealogico che copre un arco di sette generazioni e 12 in un altro albero genealogico che copre 5 generazioni.
Cosa si è scoperto?
- La comunità seppellita in quel luogo era patrilineare. Tutte le filiazioni sono legate ai padri.
- Le donne che sono nate sul sito, tranne rare eccezioni, hanno lasciato la comunità e non sono sepolte in quel luogo
- Le donne presenti nell’albero genealogico – le madri - provengono tutte dall’esterno, cioè da altre comunità. Si evitava la endogamia della quale evidentemente erano noti i problemi che comportava.
- Le donne che provengono dall’esterno non sono imparentate tra loro, cioè provengono da comunità diverse. Questo presuppone l’esistenza di una rete di relazioni tra varie comunità, (scoperta straordinaria se si considera che si valuta che intorno al 5.000 a.C. la popolazione dell’intero territorio francese non superasse 1 milione di individui).
- Gli uomini erano monogami. Avevano una sola moglie. E anche se questa fosse morta di parto – cosa che è molto verosimile accadesse in quel periodo – non ricorrevano a una seconda unione. Erano anche ‘fedeli’ alla propria compagna. Questa caratteristica è attestata dal fatto che tra i resti non ci sono fratellastri o sorellastre.
Dunque patrilinearità e monogamia, nei nostri territori, sono ‘naturali’ e hanno radici antichissime! Sui resti sono stati fatti anche studi chimici che permettono di stabilire in quale zona si è cresciuti (il tipo di stronzio – un elemento chimico - che si trova nei denti dipende dalla località nella quale i denti si sono formati). Questi studi hanno mostrato che il capostipite e la prima generazione dovevano provenire da zona diversa da quella del ritrovamento. Questa osservazione associata al fatto che i resti coprono un periodo relativamente breve di tempo e che nelle ultime generazioni ci siano soprattutto resti di giovani inducono a ipotizzare che la comunità si sia installata in quella località per un periodo di tempo limitato. Le ipotesi fatte per questo tipo di comportamento sono due: o che l’habitat fosse costituito da materiale deperibile che avrebbe sospinto a installarsi altrove o che le pratiche agricole rudimentali dell’epoca portassero all’esaurimento della fertilità dei terreni e quindi alla necessità di spostarsi in altra località. Questi studi genetici, decisamente affascinanti, scatenano desideri di approfondimento circa le proprie origini. In questo contesto segnalo che esistono delle organizzazioni che a partire dal proprio DNA, che deve essere loro inviato con una procedura abbastanza semplice, sono in grado di dire a grandi linee da quali regioni del pianeta provengono i nostri antenati.
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Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | “Non poche volte i padri del deserto avevano a che fare con le tribù nomadi. Un giorno un loro capo venne a trovare abba Isaia, dicendogli che voleva diventare cristiano. - Tu fai felice il mio cuore – gli disse l’anziano. – Però hai due mogli, e bisogna che tu rinunci ad una. - Vi rinuncerò quando tu, abba, mi avrai citato un solo passo della Scrittura che condanni la bigamia. - Nessuno può servire due padroni – gli rispose l’anziano". R. Kern |
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STORIA – I mitrei e il mitraismo
Articolo di Carlo Verga
Durante
le nostre tante passeggiate nei sottosuoli della Roma
che fu, spesso ci imbattiamo in luoghi bui non molto
vasti simili a grotte sotto grandi e piccole costruzioni,
i Mitrei, che secondo la religione monoteista del tempo,
rappresenterebbero il simbolo del cosmo. A Roma sembra
ce ne fossero più di 100.
Grande successo di questo culto religioso tra il II e il III secolo d.C., incuriosito, sono andato a consultare qualche testo sull’argomento per saperne qualcosa di più. Il tutto nasce da una leggenda del dio Mitra che sarebbe sceso tra gli uomini con un progetto preciso: combattere il Male e far trionfare la Giustizia. Il dio Mitra nacque il giorno del solstizio d'inverno, il 25 Dicembre, spunta da una roccia così per caso, nudo, come una statua marmorea. Alla nascita erano presenti alcuni contadini e pastori che sebbene sbalorditi dall’evento, lo accolsero, lo protessero e lo nutrirono. Aveva nella mano destra un coltello che è l’arma con la quale sacrificherà il toro dalla cui morte germoglierà la vita sulla terra. Nella sinistra, una fiaccola per rischiarare la via e allontanare le tenebre.
Mitra nasce come divinità solare, protettore del bestiame,
dio che garantisce la pace sociale nella vita agreste.
La sua prima mossa, venendo alla luce, è quella di stringere
un patto di alleanza con il Sole, con il Sole consuma
un pasto di pane e vino, poi vola in cielo da dove continuerà
ad assistere e a proteggere i suoi fedeli.
Il culto di Mitra, per come ci viene raccontato, ha
l'aspetto di una religione spirituale, indaga sull’esistenza
dell'anima, della sua salvezza e sull'unità che può
raggiungere attraverso le sette sfere planetarie, Luna,
Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Mercurio che sono
le sette prove iniziatiche al culto. Con il sacrificio
del toro selvaggio da lui catturato e trascinato nella
grotta, diventa l'artefice divino e l'ordinatore del
mondo. I
gruppi scultorei e/o le immagini campeggiano sempre
all’interno dei mitrei al centro della stanza. Il dio
è rappresentato nell'attimo dell'uccisione del toro,
lo trattiene, lo uccide affondando la lama del coltello
nel collo, il sangue fuoriesce copioso, quel sangue
che feconderà la terra. La vita è cosi iniziata: dal
sangue del toro che bagna la terra, germoglia la pianta,
dalla coda spuntano le spighe di grano. Quel momento
è il big bang, inizia l’universo vitale, la morte della
bestia ha dato origine al movimento cosmico delle stelle
e l’evolversi del tempo.
Mitra, è affiancato da due personaggi, Cautes e Cautopates, che rappresentano il giorno e la notte, la luce e il buio, la vita e la morte. Cautes ha in mano una fiaccola rivolta verso l'alto; Cautopates rivolge la sua torcia verso il basso. Spesso nelle rappresentazioni possono esserci anche il sole e la luna e il corvo latore del messaggio che ordina di uccidere il toro.
Il Mitraismo era più vicino ad una società segreta organizzata
in tanti piccoli gruppi, limitato e destinato esclusivamente
agli uomini e in particolare ai militari.
Lo storico francese dell'Ottocento, Joseph Ernest Renan (1823) afferma che se il cristianesimo fosse stato fermato nella sua espansione per via di una malattia mortale, il mondo sarebbe stato mitraico. È impossibile dire oggi, che cosa sarebbe realmente accaduto se Costantino (306-337) con il suo editto di Milano (313 d.C.) non avesse liberalizzato il culto cristiano e Teodosio (379-395), poi, con l'editto di Tessalonica (380 d.C.) imposto lo stesso come religione di Stato, mettendo così al bando il paganesimo.
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Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | “La parola diventò eterna, grazie a certi segni sulla pietra, sull’argilla e sul papiro. Dopo non molto tempo, l’uomo inventò la filosofia e la religione. E popolò il cielo, non del tutto a torto, di dèi.” Arthur Charles Clarke, dal libro "2001: Odiessea nello spazio" |
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PENSIERI E PAROLE - Il mio frigorifero Articolo di Isabella Confortini Hall Il mio frigorifero, un Miele annata 2007, ottima annata peraltro, mi ha lasciato. Dopo almeno tre anni di beep a qualsiasi ora del giorno e della notte, che suonavano come i monitor delle terapie intensive se si abbassava o si alzava la temperatura del freezer, ho deciso con dolore di lasciarlo andare.
Un tecnico impietoso (e forse frettoloso), tre anni
fa gli aveva dato pochi mesi, ma Lui ha resistito tre
anni. Tre
anni difficili ma combattuti insieme, tra incomprensioni
e riappacificazioni, con Lui che passava da un acciacco
ad un altro, con ricadute e riprese miracolose ed imprevedibili.
Mi ha insegnato il valore del freddo, ho capito come si viveva quando Lui non c’era e ci si arrangiava con le ghiacciaie, in questo in effetti si era trasformato. Poi, prima dell’estate, ho capito, ho ascoltato ciò che cercava di dirmi. Gli ho chiesto “Resisti fino a settembre!” e mercoledì scorso sono andata ad acquistare un suo simile che arriva oggi e Lui andrà finalmente in pensione, tranquillo e soddisfatto, senza avere più sulle spalle quell’enorme responsabilità di mantenere in salute un’intera famiglia famelica. Mentre sceglievo il nuovo abitante della mia microcucina, dove solo Lui troneggiava “enorme”, mi proponevano apparecchi con app da scaricare sullo smartphone che possono: 1) avvertirmi di ciò che manca e in pratica inviarmi la lista della spesa da fare. 2) avvertirmi di qualche problema di funzionamento e mettersi in contatto direttamente con il servizio assistenza dialogando con l’AI di riferimento per risolvere il problema. 3) fornirmi altri servizi che non ho approfondito.
Bene,
io che mi sono sempre divertita ad esplorare nuove tecnologie
a supporto e servizio di desperate housewife come
me, questa volta ho detto: “Grazie no!”
Per un paio di motivi probabilmente molto ovvii e scontati: 1) Non desidero affidare la cura della mia dieta all’AI. Voglio continuare a sentire mia figlia che si lamenta e protesta perché non c’è il latte di soia e mio figlio che apre la porta del frigorifero e dice ”Ma mamma, non c’è niente, quando fai la spesa?” oppure mio marito che spalancando la bianca porta e come Rutger Hauer in Blade Runner dice “Io ho visto cose che voi umani…” Insomma voglio continuare a sbagliare, a dimenticare, ad allenare la memoria e scrivere la lista della spesa su foglietti sparsi qua e là o sulle note del cellulare.
2) Voglio saggiare la perizia e la professionalità in
maglietta e pantaloni dei tecnici
specializzati. Spesso hanno risolto, a volte gravemente
sbagliato la diagnosi, io però ho avuto l’occasione
di fare di testa mia, cogliere l’attimo a me più consono
per prendere decisioni.
Ebbene sì, gli umani sbagliano anche, ma ci sono altri umani che rimettono la barra al centro. Non voglio interferenze. Non voglio dialogare con un'AI. Io già ci parlo al mio frigorifero, il nostro è un rapporto affettivo creato solamente da uno della coppia: io. So bene che è una macchina e non desidero affatto sentire la sua voce. Come tutte le macchine è uno specchio di noi stessi. Non voglio un’altra me avatar, sotto forma di frigorifero, già sono abbastanza larga. Stiamo bene così: Lui refrigera, io vivo.
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Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | “L’uomo medio di oggi può interiorizzare una Seicento o un frigorifero, oppure un week-end a Ostia.” Pier Paolo Pasolini, da "Scritti corsari" |
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ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA – Nubi e riscaldamento climatico Articolo di Gian Carlo Ruggieri, Autore ospite de La Lampadina Le nubi interagiscono fortemente con il clima. Esse influenzano la struttura dell’atmosfera, intervenendo sui suoi elementi, dalla temperatura e umidità alla circolazione generale dell’aria. E, a sua volta, il clima influenza quando e dove si formeranno i vari tipi di nubi. Quindi, molti processi e molti cicli continui di retroazione possono intervenire sul cambiamento climatico; pertanto è utile suddividere il problema in parti più piccole. Ogni volta che si prova a capire meglio una di tali parti, decresce l’incertezza sull’intero quesito.
Qualche anno fa, si scoprì che le piccole soffici nubi
che si formano nella regione degli Alisei, denominate
“Trade Cumulus” causano uno dei livelli maggiori
di incertezza nei modelli climatici globali. Molti modelli
matematici, infatti, presumono che la struttura ed il
numero di tali nubi cambi significativamente allorché
la temperatura salga, conducendo a possibili cicli continui
che potrebbero amplificare o ammortizzare il grado di
cambiamento climatico. I modelli che proiettano una
forte riduzione dei Trade Cumulus con il crescere
delle temperature tendono a prevedere un forte grado
di riscaldamento globale.
Nel contempo, si sono esplorati i processi che esistono all’interno dei vari tipi di nubi (“nubi a fasi miste”) allo scopo di migliorare i prodotti dei modelli climatici. In questo ambito, è estremamente interessante ed affascinante osservare come i processi che si verificano a minuscola scala micrometrica possano avere una grande influenza sugli eventi atmosferici e climatici a grande scala.
Le “nubi a fasi miste” contengono sia acqua
liquida sia ghiaccio e sono responsabili della
gran parte delle precipitazioni nel nostro Pianeta.
Negli ultimi anni, è apparso chiaro che esse hanno un
ruolo importante nei cambiamenti climatici. Una ricerca
durata cinque anni e conclusasi recentemente ha permesso
di scoprire nuovi dettagli su come le nubi suddette
reagiscono alle alte temperature. I risultati mettono
in luce l’urgenza della transizione verso una società
a basse emissioni di carbonio.
Mentre, infatti, si riteneva che il riscaldamento dell’atmosfera allontanasse il ghiaccio contenuto nelle nubi, aumentando la quantità di acqua e rendendole più riflettive con un conseguente effetto di raffreddamento atmosferico, recentemente si è scoperto che i modelli climatici sopravvalutano questo risultato. Tale scoperta (Università di Oslo, Norvegia) è stata fatta utilizzando palloni sonda inviati all’interno delle “nubi a fasi miste” ed impiegando dati di telerilevamento satellitare per sondarne la struttura e la composizione. Gli attuali modelli climatici tendono a rendere più uniforme e meno complesso il mix acqua – ghiaccio nelle “nubi a fasi miste” rispetto alle nubi reali, così producendo una sovrastima della quantità di ghiaccio contenuto in esse. Poiché in tale modellistica le nubi menzionate posseggono più ghiaccio da perdere, allorché la simulazione le riscalda, lo spostamento della riflessività è maggiore rispetto alla nuvolosità reale. Questo significa che i modelli in causa sovrastimano l’effetto smorzante che hanno le nubi summenzionate sul riscaldamento climatico. Allorché il gruppo di ricercatori inserì nei modelli climatici i dati più realistici delle nubi sottoponendo i modelli a un riscaldamento simulato, fece un’altra importante scoperta: l’incremento nella riflettività delle “nubi a fasi miste” diminuiva significativamente con l’aumento della temperatura.
In
definitiva, mentre in relazione ad un basso grado di
riscaldamento l’effetto smorzante sulle alte temperature
è positivo, allorché il grado di riscaldamento cresce,
non è più così. In queste condizioni, la ricerca in
tale ambito (una delle piccole parti citate
ab initio) dovrà essere indirizzata sul punto al quale
il ghiaccio contenuto nelle nubi si sciolga completamente
e, quindi, venga azzerato l’effetto di raffreddamento.
Le ricerche e le scoperte su esposte, pertanto, suggeriscono che lasciando inalterate le emissioni di CO2 (e dei gas clima- alteranti) non ci sarà (come in parte già accade) un riscaldamento lineare e graduale dell’atmosfera terrestre, ma – ad un certo momento - un rapido ed accelerato aumento delle temperature: si deve ad ogni costo evitare di raggiungere tale punto di non ritorno.
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Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | "Se vuoi vedere le valli, sali in vetta ad una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece aspiri a comprendere la nuvola, chiudi gli occhi e pensa.” Khalil Gibran |
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COSTUME – Viva la fantasia e l'inventiva Articolo di Lalli Theodoli Al termine del percorso universitario si viene alle prese con la ricerca di un lavoro. Seguire le orme paterne in un percorso già tracciato, con possibilità di essere molto spalleggiati e inseriti?
Promotore
finanziario? Bancario? Ingegnere? Architetto? Avvocato?
Medico?
A volte, senza troppo entusiasmo questa era la strada più seguita. Solo una enorme passione per qualcosa di totalmente diverso (attore, cantante, regista, pittore..) poteva spingere ad affrontare con coraggio la conseguente lotta nella famiglia per la quale il vecchio classico posto fisso, fino alla pensione, sembrava essere l’unico traguardo anelato. Ma non sempre la fatica dello studio universitario garantisce un ottimo impiego (troppa l’offerta e poca la richiesta) e, oltre tutto, il fallimento di una società o un esubero di personale può rendere precario anche il più fisso dei posti. Insomma... poche certezze. Inoltre, spesso, orari spaventosi, ansie, poco o nessun tempo per la famiglia. Sì, ricco stipendio ..ma fino a quando? Fino a quando si sarà necessari nella società in cui si lavora? Fino a quando non si preferiranno due master in più e venti anni di meno?
Dopo averci insegnato a girare in tutte le stagioni
con scarpe da tennis e jeans, i giovani ci hanno
insegnato ad abbattere ruoli tradizionali. I padri hanno
cominciato a seguire i figli fin da piccoli. Li cambiano,
li cullano la notte, spingono di giorno carrozzelle
brandendo biberon e ignorando il sorriso beffardo del
bancario impettito e incravattato. Accompagnano i figli
alle feste, vanno a prenderli a scuola, assistono, in
orari di lavoro, alle recite scolastiche.
Per guadagnare questo spazio però, occorre un lavoro diverso, che non impegni per tutta la giornata. Si riflette... servono tutti quei soldi? Forse potrebbero bastarne di meno. Forse si potrebbe abbandonare quel lavoro dipendente abbastanza sicuro ma tanto noioso e che non lascia spazio per altro. Ed ecco che allora, per un periodo breve o più a lungo termine, si inventano nuove professioni che rendono forse meno ricchi ma anche più liberi e felici. Così si occupano di terrazzi e giardini dopo essersi immersi notte e giorno in manuali di botanica. Trascinano in giro i turisti in lunghissime golf cart raccontando e, spesso, inventando storie mirabolanti sui monumenti della città in un inglese spesso discutibile. I più coraggiosi hanno inzeppato, in processioni di side-car obese signore che portano in giro scotolandole sui sanpietrini romani.
Portano
a spasso cani a mucchi, con i guinzagli che si intrecciano
dappertutto, caricati in macchina per il parco, ammucchiati
nei sedili da cui felici leccano le mani del loro istruttore.
La stessa macchina poi porta i bambini a scuola scaricandoli
pieni di peli di tutti i generi: neri, bianchi, ricci.
A volte bambini e cani condividono il passaggio in auto
ed è una festa perché i bambini li conoscono tutti per
nome e li adorano dato che il papà a volte porta “il
lavoro” a casa.
Altri portano un gruppetto armato di cavalletti e pennelli ad eseguire acquarelli improbabili. Dovrebbero rappresentare storici monumenti ma…gocciolano troppo. Vanno ad assistere gli anziani portandoli alle mostre, leggendo libri, aiutandoli a mettersi in contatto con il mondo tramite il computer. Collegamento su zoom e vedono i nipoti lontani. Non sono più tanto soli.
Organizzano giri in bicicletta. A
volte con persone che rifiutano la bici elettrica ed
arrancano pedalando felici su e giù per tutti e sette
i colli di Roma. Inventano corsi di cucina per bambini
che ne escono tutti infarinati e con durissimi biscotti
da consegnare orgogliosi a casa.
Fanno gli skipper nel mare che hanno sempre amato, in barche che mai avrebbero potuto avere in proprietà ma che per un certo tempo sono veramente e totalmente loro. Tornano alle campagne dei bisnonni abbandonate da generazioni vivendo in città più piccole ed umane.
Vogliono una vita. Un lavoro sufficiente per vivere,
da ritmi umani e che lasci spazio per cose belle che
non sempre sono anche costose. Non lo è una passeggiata
in campagna o in montagna o una nuotata in un mare che
non sia la costa Smeralda. Non è costosa una partita
di pallone nel parco. Non si vive per lavorare ma si
lavora per vivere. È un vecchio detto che da sempre
risuona
inascoltato nelle nostre orecchie. Ma ora alcuni lo
ascoltano. Ed allora ecco che si sta studiando la possibilità
che anche i giovani in carriera abbiano una settimana
cortissima di lavoro. Anche per loro un respiro di un
lungo fine settimana. Avranno tre giorni di fila per
fare quello che hanno sempre sognato di fare e che il
durissimo lavoro ha fatto accantonare. Già ora rispondono
alle conferenze in zoom in tuta e a volte con un bebè
in braccio.
Certo non per tutti è così ma in tanti e per tanti è ora LA VITA a contare, quella che ci siamo sempre detti “È UNA SOLA” ed allora la vogliono vivere felici e più liberi anche se, forse, più poveri.
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FLASH NEWS! Un po' qua, un po' là...
Metaverso
- Se ne parlava già nel 1992 in un libro di
Neal Stephenson dal titolo “Snow crash”: un'America
del futuro dove l'economia è saltata e il
governo ha demandato ai privati, "Snow crash"
è un virus informatico potentissimo. Ma il
vero protagonista è il Metaverso, rete mondiale
in fibra ottica attraverso la quale la diffusione
del virus sarà rapidissima. Visione profetica,
di un tecno-giallo dell'informazione.
CV *
Un
nuovo museo a Istanbul! - Il Museo
si chiama "Istanbul
Modern " ed è stato ideato da Renzo
Piano, che l'ha immaginata una nave volante
sul Bosforo. Il progetto è stato fortemente
voluto da una coppia di turchi liberali innamorati
del loro Paese quanto dell'Arte, Oya e Bulent
Eczacibacu. L'inaugurazione è avvenuta, con
Renzo Piano, a giugno e, dice l'Architetto,
è stato il più tormentato dei suoi edifici,
non per la costruzione, ma per la misteriosa
legge della "perversità delle cose ". La scultura
"Runner" di Tony Cragg alta 6 metri, ci accoglie
all'entrata Voglio accennare solo ad una delle
peculiarità del museo: al quinto piano il
soffitto è un tappeto di acqua dove riposano
i gabbiani ... Una nuova meta per i futuri
viaggi della "Lampadina"!
PRB *
Spazi
pubblicitari - Se avessimo desiderato
acquistare uno spazio pubblicitario in occasione
del recente Super Bowl, in Usa e per spendere
poco avessimo deciso per un minimo di 30 secondi,
avremmo solo speso 7 milioni di dollari.
CV *** APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina. *****************Sabato 14 ottobre 2023 CASTELLI ROMANI FRA SPLENDORI DEL BAROCCO, ANTICHITA' ROMANE E MONASTERI MEDIEVALI
Una giornata piena di bellezza nella quale ci guiderà Alessandro Mazza, storico dell'architettura. Visiteremo a Frascati Villa Falconieri, con le sue architetture e i cicli pittorici barocchi, poi il Torrione di Micara, villa edificata sopra il sepolcro circolare di Lucullo, con la torre campanaria romanica del convento medioevale e lo spettacolare panorama della campagna e delle vigne. Ancora, la visita dell'area archeologica di Albano, con il notevole Cisternone, l'Anfiteatro Severiano, e la chiesa di S. Maria della Rotonda. Chiuderemo con la cinquecentesca villa Mergè, una residenza abitata e vissuta, con le sale decorate da cicli pittorici con paesaggi e scene marine, intervallati da putti e figure allegoriche, di recente attribuiti ad Agostino Tassi. *****************Venerdì 27 ottobre 2023 ore 10.30 EUR MONUMENTALE E IMPERIALE: L'ALTRA ROMA SUGLI ALTRI COLLI
Alessandra Mazza ci guiderà a scoprire un'EUR come non l'avete mai vista: i Colli, il fiume, le valli fra i colli, il Colosseo, S. Pietro, il Pantheon come simboli e archetipi centrifugati e liberamente riassemblati nella trasposizione onirica di una nuova città di fondazione. Uno spazio metafisico, dove proprio come in un sogno ricorre, deformata, dilatata, stravolta e ricomposta la realtà della vita diurna: i monumenti romani, gli obelischi, i colonnati, l'incedere solenne dei viali, trasformati in uno spazio fuori dal tempo, eppure singolarmente sereno, nella sua perfezione trascendente. La nostra passeggiata toccherà alcuni luoghi-cardine di questo singolare quartiere, partendo dalla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, per concludersi al Museo della Civiltà Romana: dalla perfezione del cubo (la Chiesa) all'imponenza, quasi "egiziana", della piazza racchiusa dal Museo. *****************Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a appuntamenti@lalampadina.net |
*** E ANCORA FLASH NEWS!
Nuove
iniziative! -Tante idee e iniziative
interessanti per i tempi a venire: il progetto
del polo Genova-Milano per il trasferimento
Tecnologico della Robotica, (RobotIT
Valley), la nuova diga
foranea del porto di Genova, il tunnel
sotto il porto. Marzotto che diversifica sugli
arredamenti per l’industria con grandi investimenti
e acquisizioni. Le Generali che hanno acquistato
uno dei piu grandi concorrenti in Spagna (Liberty
Seguros). Infine, La più parte delle aziende
investirà sull’intelligenza artificiale, per
migliorare i bilanci, fidelizzare i clienti
e ridurre i costi.
CV * Musk in Europa - Tutti entusiasti del viaggio europeo di Elon Musk, ma poche le notizie sul progetto che ha in mente, tutti lo corteggiano sperando in un qualche impianto tipo quello in Germania per la Tesla e/o le batterie. Prima la Meloni che lo ha accolto a braccia aperte a Palazzo Chigi: chissà. CV *
Il
Doomsday Clock- Un orologio simbolico
per misurare quanto manca alla fine del mondo,
è stato ideato dell'Università di Chicago
nel 1947. A manovrarlo sono gli scienziati,
tra cui quindici premi Nobel. La massima vicinanza
alla mezzanotte cioè l’ora X è stata nel 1953,
in occasione dei test nucleari da parte di
Usa e Urss. La massima distanza dalla fine
del mondo è stata di 17 minuti, è accaduta
nel 1991, quando finita la guerra fredda,
Russia e Stati Uniti cominciarono a ridurre
gli arsenali nucleari. Oggi come ci raccontano,
siamo molto più vicini all’ora x per la perdurante
guerra Russa Ucraina.
CV *** WE LOVE ROMA di Lucilla Laureti Crainz Molte sono le iniziative per promuovere a Roma progetti per una moderna Smart city. Le start up nascono e crescono ogni giorno creando soluzioni innovative e tante nuove idee.
Nascono quindi molti luoghi dove
incontrarsi e condividere, l'ultimo
alla Stazione Tiburtina in un moderno
spazio: "La
casa delle tecnologie emergenti"
dove in questi giorni si è svolto
e ha coordinato
incontri su argomenti quali connessioni,
crescita, persone e esperienze,
con relatori che spiegavano come
stanno cambiando in tempi brevi
le cose.
Uno dei primi e festeggia proprio ora i 10 anni di attività la Luiss Enlabs che unisce l'università Luiss con la LVenture Group, la sede è proprio dietro alla Stazione Termini, in via Marsala.
Ne fanno parte molte giovani aziende.
I progetti tra i più variegati.
Uno di quelli che ha avuto maggior
successo è la LybraTech,
si occupa di fornire ai proprietari
di alberghi i prezzi ottimali delle
stanze a seconda della stagione,
delle richieste ecc. Il suo valore
in poco tempo è passato da 230 mila
euro oggi un milione.
Un'altra iniziativa è quella della
Deckx,
la piattaforma per reclutare sviluppatori
informatici, molti
mediocri e con poca esperienza riescono
ad essere assunti. In questa app
si insegna come scrivere il curriculum
e la biografia e sottoporsi a prove
che ne testino la loro abilità.
Questo algoritmo combina i risultati
con le richieste delle aziende per
ottimizzare i migliori candidati.
Un’altra è
WhatsArt la cui piattaforma
crea ologrammi con lo smartphone
utilizzabile nei siti museali, biblioteche
ecc ed è un'audio guida.
Molte altre idee innovative per i trasporti, dove collocare le colonnine per le ricariche elettriche o come condividere viaggi e vacanze, ecc.
Anche la Camera
di Commercio di Roma ha aperto
una nuova sede in via Appia 214
disponibile a partire dal 2 ottobre,
proprio per favorire il settore
informatico con tecnologie e contributi
per la transazione digitale.
Sempre la camera di commercio di Roma organizza anche quest'anno "Rome Maker faire" dal 20 al 22 ottobre. Evento europeo sull'innovazione. Noi siamo andati gli anni scorsi e abbiamo trovato tanti giovani e tante idee pronte ad affrontare il futuro. Alla Fiera di Roma.
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redazione@lalampadina.net |
*** ALL'OLIMPICO CON LA LAMPADINA
Appuntamenti di ottobre Dal 3 all'8 ottobre 2023 IL SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di William Shakespeare
Uno spettacolo del Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti Regia di Riccardo Cavallo. In una magica notte di mezz’estate l’atmosfera è onirica, irreale: tre mondi si contrappongono: il mondo della realtà (quello di Teseo, Ippolita e della corte), il mondo della realtà teatrale (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e il mondo della fantasia (quello degli spiriti, delle ombre). Il mondo è folle e folle è l’amore. In questa grande follia della natura, l’attimo di felicità è breve. Un richiamo alla malinconia che accompagna tutta la vicenda. *********** Dal 10 al 15 ottobre 2023 IL MERCANTE DI VENEZIA di William Shakespeare
Uno spettacolo del Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti Regia di Loredana Scaramella Con questo allestimento si cerca di recuperare il carattere di commedia rispetto al colore drammatico delle messe in scena del passato dell’opera shakespeariana, puntando sul racconto di una riflessione sulla giustizia, piena di affilata ironia sull’amore e sul denaro. L’ambientazione è stata spostata negli anni tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, che furono come il periodo elisabettiano anni euforici e contraddittori, pieni di cambiamenti di costume, di novità e luminosi progressi, mescolati ai germi silenziosi di un buio futuro.
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Per info sulle promozioni: biglietti@teatroolimpico.it |
*** Libri/Gli amici consigliano di Carlo Verga Il treno per Hankow di Marco Antonio Patriarca Editore Gruppo Albatros Il Filo Collana: Nuove voci. Strade 2020 pp. 428 In questi ultimi anni della pubblicazione della Lampadina, Marco un caro amico, ci ha inviato dei brevi racconti tratti dal libro che aveva in preparazione. Tutti molti divertenti e che avevano suscitato grande interesse tra i nostri lettori. A giugno siamo andati alla presentazione del libro alla libreria Ely, tanti amici ed un bel successo. L’estate è passata e solo ora lo ho ripreso in mano il volume e cominciato a leggerlo, con grande piacere. La sua prefazione per il lettore: Chi si avventurerà tra queste pagine, seguendo la vita imprevedibile dei personaggi raccontati, si troverà nei luoghi chiave di tre continenti, in un periodo cruciale fra la fine dell'800 e i primi del '900. Pescherà sulle sponde dello Schelde, nelle Fiandre orientali, in compagnia di un quattordicenne; vivrà le vicende della nuova vita di una famiglia irlandese in una estancia argentina; assisterà all'intrepido corteggiamento e al matrimonio dei due protagonisti del racconto ambientato nel Messico di Porfirio Diaz, prima, e nella Pechino nel primo '900, sul finire dell'impero Manchù, dieci anni dopo; parteciperà, negli Stati Uniti, alla prima guerra mondiale; frequenterà un sanatorio messicano durante la revolución di Pancho Villa. Infine, il lettore si troverà a Nizza negli anni '20, all'interno di un grande maso di origine savoiarda coperto di buganvillea, che sarà per mezzo secolo il porto di mare di una famiglia dalle origini belga, irlandese, americana e italiana, la mia. Continua a leggere sul sito... |
*** MOSTRE Ecco le segnalazioni di Marguerite de Merode Artissima. Ovale di Torino Artissima, la più importante fiera italiana esclusivamente dedicata all’arte contemporanea che si svolge ogni anno a Torino, torna per la sua 30esima edizione con oltre 180 gallerie e tre progetti espositivi itineranti per la città. Il direttore della fiera d’arte sarà di nuovo Luigi Fassi. Dal 3 al 5 novembre 2023
Biennale di Gubbio: Imagina. Spazio Taverna La Biennale di Gubbio, la seconda biennale più antica d’Italia, dopo Venezia, ritorna quest’anno dopo anni d’interruzione. Sarà dedicata al potere dell’immaginazione. Il progetto presentato da “Spazio Taverna” di Ludovico Pratesi e Marco Bassan, coinvolgendo solo artisti italiani under 35, intende riattivare il Genius Loci della città, cioè creare una forte connessione con la città e i suoi abitanti. Dal 15 ottobre 2023 al 30 aprile 2024
Museo
di Roma in Trastevere:
Illustrazione per libri inesistenza. Manganelli
con artisti
Con 60 opere tra pittura, scultura, grafica, fotografia, libri e documenti, Andrea Cortelessa, che ne curerà la mostra, ci presenta uno straordinario spaccato della vita culturale a Roma e a Milano, tra gli anni Sessanta e Ottanta, ricostruito attraverso la collaborazione fra Giorgio Manganelli, uno dei maggiori scrittori del Novecento, e undici artisti del suo tempo (Lucio Fontana, Fausto Melotti, Carol Rama, Toti Scialoja, Gastone Novelli, Achille Perilli, Franco Nonnis, Gianfranco Baruchello, Giovanna Sandri, Giosetta Fioroni e Luigi Serafini). Dal 11 ottobre al 6 dicembre 2023 |
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