ABBIAMO OSPITI/CULTURA - Serendipity Articolo di Marco Patriarca, Autore Ospite de La Lampadina Possiamo pensare a tutto ciò a cui ci dedichiamo nella nostra vita come se questa fosse un romanzo di cui siamo gli autori, gli editori, i protagonisti esclusivi; il problema di cui siamo quasi candidamente inconsapevoli è che non ne siamo anche i registi. Le circostanze, il caso o la fortuna, senza che noi facciamo nulla, sono i co-registi delle nostre vite che giocano capricciosamente con il nostro futuro in barba alle nostre aspettative, ai sogni di nostra madre, agli antichi aruspici e a tutte le fattucchiere.
Un
signore inglese amico di famiglia, a causa di uno stupido
malore, dovette rinunciare a partire sul Titanic il
12 Aprile 1912; così evitò il rischio di fare parte
dei 1.500 affogati in quello storico naufragio.
Mio padre il 9 Aprile 1934 a Montepulciano aiutò una giovane straniera che si era persa per le strade della cittadina nel ritrovare la casa che la ospitava, che lui conosceva. È poi divenuta mia madre. Se Helen (Gwyneth Paltrow) nel film Sliding Doors, per puro caso, non avesse perso il treno delle 15.00 da New York, sarebbe arrivata a casa in tempo per scoprire cose che avrebbero distrutto la sua famiglia. Il giovane Mario Narcisi, delle mie parti, appena laureato in Storia dell’Arte, dopo aver inviato inutilmente il suo CV a un centinaio di possibili datori di lavoro, ormai disperato, aveva desistito. Dopo due mesi, a causa di un disguido postale, uno di quegli invii finì per errore in mano a un funzionario di Polizia in servizio al Viminale: il quale lo mostrò a un collega impegnato nel recupero delle opere dì arte italiane rubate o illegalmente trafugate all’estero. Miracolo: Narcisi fu contattato e poi felicemente assunto dal Ministero e ancora oggi gira il mondo a caccia di tesori italiani e a visitare scavi archeologici a cui partecipa l’Italia.
Vi è poi un altro co-regista d’eccezione di cui spesso
non siamo consapevoli di cui i filosofi e gli psicologi
sanno poco, ma di cui è piena la letteratura del mondo.
Secondo un’antica favola persiana scritta in sanscrito,
i tre principi di Serendippo, mentre cercavano
affannosamente una cosa, ne trovavano poi un’altra totalmente
diversa e di grande valore; è il fenomeno della Serendipidy,
territorio di caccia per letterati, artisti, utopisti,
disoccupati, intellettuali delusi e ricercatori.
Il termine Serendipidy fu introdotto nella letteratura, e poi nell’uso comune, dall’ottocentesco geniale scrittore inglese Horace Walpole, il quale spiegava come le scoperte dei tre prìncipi non fossero dovute semplicemente al caso ma al loro istinto di ricercatori anche quando sbagliavano, e alla loro inesauribile capacità di osservazione. Mentre cercavano qualcosa poi trovavano qualcos’altro e talvolta facevano scoperte inaudite. Cristoforo Colombo, per esempio, cercava le Indie e si imbatté nell’America; l’archeologo Heinrich Schliemann, mentre cercava le armi di Agamennone scavando nell’area che gli sembrava quella descritta da Omero, scoprì prima delle mura e poi tutto ciò che era rimasto della città di Troia.
Alexander
Fleming, mentre stava cercando un agente chimico che
distruggesse una colonia di stafilococchi posti su un
piatto, notò che alcuni di loro, nascosti in un angolo,
erano già stati distrutti solo in quell’angolo del piatto
dove era rimasta una piccola macchia di muffa. Ci ragionò
su e a seguito di altri esperimenti scoprì gli effetti
antisettici di micidiali funghi che crescono nella e
con la muffa. Inventò così, la penicillina che diede
luogo a una vera rivoluzione nella farmacologia mondiale
che ha salvato milioni di vite. Gli studiosi poi, sono
restati sbalorditi quando l’antropologo-archeologo svizzero
Jean Vuilleumier, dall’esame eseguito sulle salme di
due antichi guerrieri egizi, da ciò che restava delle
ferite visibili nel loro corpo, scoprì i resti di mollica
di pane accuratamente ricoperto da uno strato di muffa,
ancora inserito nel residuo cavo delle ferite proprio
come cura antisettica. Era una pratica medica che, dopo
millenni veniva confermata da uno scienziato moderno.
Cercate gente, cercate e cercate ancora! alla fine potreste
scoprire qualcosa di nuovo ed inatteso.
L’interesse per la serendipità è anche che è il regno
di coloro che hanno un temperamento ubiquo, che si perdono,
sbagliano
strada, cambiano idea per poi trovarne un’altra che
li conducono chissà dove, forse in luoghi inattesi.
È anche il regno dei distratti e degli artisti visionari; per questo molti pittori e musicisti, si nutrono anche di ciò che esonda dal fiume inesauribile che scorre nella loro immaginazione. È forse per questo che, Johannes Brahms diceva che, mentre chiudeva una terzina che non lo soddisfaceva, teneva la testa nell’aria che sentiva continuamente attraversata da mille melodie; e diceva di soffrire dannatamente per non riuscire ad acchiapparle tutte. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «La telefonata di un vecchio amico che non sentivamo da anni e al quale un istante prima avevamo pensato, la sensazione di doverci recare per qualche oscuro motivo in un dato luogo, un oggetto che cercavamo da tempo e che, inaspettatamente, ci viene donato da una persona ignara della nostra ricerca... sono tutte coincidenze che si spingono al di là del semplice caso e che non è possibile accantonare come eventi fortuiti.» Frank Joseph |
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CULTURA – Misteri intriganti: le statuette di Acambaro Articolo di Beppe Zezza
Le
statuette di Acambaro sono circa 33.000 (!) figurine
in terracotta trovate nel 1944 ad Acambaro in Messico
da un tedesco, tale Valdemar Julsrud, raffiguranti,
tra gli altri, dei dinosauri e degli esseri umani. Sorprendente
trovare tra queste un’immagine del “brachisauro”, dinosauro
il cui scheletro non era stato ancora ricostruito.
La cosa è apparsa subito molto intrigante. Quando erano state fabbricate? Che senso aveva la presenza contemporanea di esseri umani e di dinosauri? Di dinosauri si è cominciato a parlare solo nel 1824 e sono diventati popolari poco a poco. Dunque le statuette non potevano essere che recenti e quindi oggetto di qualche contraffazione se ritrovate in uno scavo archeologico (noi in Italia le contraffazioni le conosciamo bene, chi non ricorda la beffa delle due “teste di Modigliani” trovate nell’Arno alcuni anni fa?), ma, attenzione se invece le statuette erano antiche come era possibile che vi fossero rappresentati dei dinosauri? Forse i dinosauri non si erano estinti milioni di anni prima della comparsa dell’uomo come ormai universalmente accettato e potessero ancora far parte di qualche mito trasmesso di generazione in generazione? Ma allora le idee correnti devono essere messe in discussione! Una questione veramente inquietante. Si può ben capire perché circa la loro autenticità si sia subito scatenata una battaglia tra “contro” e “pro”. Ecco i “contro”: evidenziare che queste statuette sono state oggetto di commercio da parte di un contadino del posto, tale Basilio Uschuya che asseriva averle trovate in una cava. Inoltre il suddetto contadino risultava essere stato perfino incarcerato per frode dalle autorità governative per essere rilasciato solo dopo avere confessato di esserne l’autore. I “pro”: controbattere come fosse assai difficile pensare che un uomo solo avesse potuto fabbricare ben 33.000 statuette e come la confessione fosse stata evidentemente rilasciata dal contadino per uscire di prigione.
Allora
i “contro” hanno presentato Valdemar Julsrud come un
profittatore di pochi scrupoli alla ricerca di pubblicità,
e i “pro” hanno ribattuto che Julsrud era un tedesco
benestante e istruito emigrato in Messico all'inizio
del secolo scorso, riconosciuto come co-scopritore della
cultura Chupicauro, risalente all'800 a.C. al 200 d.C.
e quindi del tutto affidabile. Inoltre nel suo libro
Enigmas del Pasado narra il ritrovamento e
cita ben 12 testimoni dei suoi scavi!
Ma non se ne poteva determinare l’antichità in modo oggettivo? I “pro” hanno sottoposto le statuette a una datazione per termoluminescenza e ne hanno ricavato l’indicazione di circa il 2.500 a.C., i “contro”, da parte loro, hanno contestato che il metodo utilizzato non rispettava le procedure e pertanto i risultati non dovevano essere presi in considerazione (di datazioni sbagliate ottenute con metodi scientifici anche noi abbiamo fatto esperienza: chi non ricorda la datazione con il C14 che ha attribuito alla Sacra Sindone una impossibile età medioevale?). i “contro”, da parte loro, hanno praticato altri metodi e con questi le hanno attribuito un’antichità “di una trentina d’anni prima del 1969! I “contro” hanno anche sottoposto le statuette a un'analisi esterna. Non presentavano scheggiature o altri segni di usura quindi forzatamente non potevano essere antiche!
Ci
sono metodi oggettivi per datare i componenti? I “pro”
lo hanno fatto ricavandone una datazione ultra millenaria.
I “contro” hanno ribattuto che le datazioni sui componenti
non forniscono alcuna valida informazione sulla data
di fabbricazione! I “pro” citano come prova definitiva,
contro un’ipotesi di falso, il fatto che statuine dello
tesso tipo di quelle di Acambaro sono state trovate
anche in un altro sito archeologico e perfino in uno
scavo fatto sotto la casa del capo della polizia locale!
Il mio interesse per le statuine è stato suscitato dalla lettura del libro Evolution en 100 questions et reponses di Dominique Tassot. Il libro che porta numerose argomentazioni contro l’affermazione «Tutti gli esseri viventi provengono da una unica cellula evolutasi progressivamente e differenziatasi fino a dare origine a tutti gli esseri viventi attuali» che è alla base della teoria darwiniana dell'Evoluzione e costituisce uno dei pilastri dell’attuale visione del mondo. Secondo il Tassot l’evoluzione darwiniana non ha supporti scientifici e deve essere considerato un postulato (definizione di postulato: principio indimostrato la cui validità si ammette a priori per evidenza o convenzione allo scopo di fornire la spiegazione di determinati fatti o di costruire una teoria). Ovviamente Tassot è decisamente schierato per i “pro”.
Ho consultato il Web.
Wikepedia è “contro” sia nella sua versione francese
che in quella inglese (non sapevo che fossero diverse).
La versione inglese dà spazio alla controversia sulle
datazioni, mentre la versione francese, tra l’altro,
suggerisce che i “pro” potrebbero avere motivazioni
“non scientifiche” per sostenere le tesi “anti evoluzioniste”
mostrando così come la controversia abbia motivazioni
assai più rilevanti di una semplice contesa tra esperti.
La grande maggioranza dei siti che ho consultato è su posizioni “contro”. Il sottofondo è sempre del tipo: «Dato che non si può giustificarne la presenza nello schema generalmente accettato dell'evoluzione, non è possibile che le statuine siano autentiche.» Ho osservato anche che i ritrovamenti fatti in più siti archeologici non vengono citati. Tassot nel suo libro riporta un’affermazione attribuita a Max Planck «Quando un’idea nuova appare nelle scienze si inizia a dichiarare che è falsa, poi si afferma che è contraria alla religione e infine che lo si sapeva da sempre». È vero che le novità che possono cambiare il paradigma, cioè il nostro modo di vedere le cose, incontrano sovente una forte opposizione e questo delle statuine di Acambaro potrebbe esserne una conferma. Come concludere? Difficile prendere una posizione solo sulla base delle informazioni che circolano. Alla faccia del nostro preteso razionalismo, alla fine si tratta di “credere”! Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «È noto che la grande mutazione dell’uomo è consistita nel fabbricare utensili staccati, recuperabili. Se un insetto porta una sega, la porta continuamente.”
Ezra Pound |
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ABBIAMO OSPITI/CINEMA - Povere creature! Articolo di Alessandro Zimatore, Autore Ospite de La Lampadina Usciti dal ristornate, aspettavamo la mezzanotte e una luce richiamava la nostra attenzione: lontano da noi brillava la Tour Eiffel. Lo stupore, la voglia di raggiungere quel luogo illuminato, ci ha spinti a prendere un monopattino e a iniziare il nostro viaggio tra le strade di Parigi. Arrivati a destinazione, il tempo di uno scatto e tutto si è spento, la luce si è dissolta nei nostri occhi e siamo rimasti al buio seduti su una panchina. Ieri quella stessa luce portava con sé una scritta: “Il mio corpo, la mia scelta”. Una frase che sintetizza un cambiamento epocale: la Francia è il primo Paese al mondo a garantire il diritto all’aborto nella Costituzione. Ma allo stesso tempo potrebbe essere il messaggio più adatto per descrivere Poor Things, il nuovo film di Yorgos Lanthimos. film che meglio di ogni campagna di sensibilizzazione riesce nel suo intento: denunciare la violenza sulle donne. È un manifesto di emancipazione, di libertà, di ribellione di fronte alla miserabile pochezza che attanaglia molti uomini, pervasi da istinti possessivi, malati, animaleschi, diabolici. Istinti non innati, frutto della corruzione della propria anima e - come accade nel personaggio interpretato da Willem Dafoe -, dalla fede esclusiva nella scienza, causata da un riconoscimento mancato, quello del padre.
La protagonista viene privata della felicità e decide
di togliersi la vita. Questo gesto verrà poi giustificato
dal suo consorte
come il peso della gravidanza, quando l’unico peso che
non riusciva a sopportare era la mania di possesso di
quell’uomo.
Un gesto estremo che non sortisce l’effetto sperato, perché il suo corpo viene rivitalizzato da un medico, che le impianterà – a sua insaputa – il cervello del bambino che portava in grembo. Questo cervello crescerà nel corpo di una donna adulta, sulla quale l’artefice della resurrezione vorrà imporre regole e controllare le emozioni. Ma si sa, la voglia di andare incontro alla vita e alla verità sono più forti di ogni forma di controllo. Con il passare del tempo conoscerà il suo corpo, e si scontrerà con le contraddizioni del mondo e le ingiustizie dello stesso. Conoscerà i colori e tutto prenderà forma. Vedrà le sfumature della vita e abbandonerà la sua vecchia visione della realtà, dove tutto o è bianco o è nero e dove perfino le riprese sembrano concentrarsi su determinate angolature. Alla fine, dopo aver fatto esperienza del reale, senza una guida, nella fluidità delle convenzioni che oramai sembrano caratterizzare la nostra epoca, decide di diventare medico, proprio come l’unico che in lei si era riconosciuto, che nonostante tutto, aveva provato ad essere quello che gli era sempre mancato: un padre. Risponderà a una chiamata, «perché la speranza è fatta di cose che hanno bisogno di qualcuno che le faccia accadere». Un susseguirsi di immagini surreali, in bilico tra la realtà e la fantascienza, ci ricordano che siamo tutti, anche chi ancora non è venuto al mondo, delle povere creature. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «Ci sono tre tipi di persone. Le più felici sono quelle innocenti che pensano che tutto e tutti siano essenzialmente buoni. Il secondo tipo, il più diffuso, è quello degli ottimisti inesperti: persone fornite di un trucco di prestigio mentale che permette loro di osservare la fame o la mutilazione senza sentirsi a disagio. Il terzo tipo, il più raro, sa che la vita umana è una malattia essenzialmente dolorosa. Deve esistere un quarto tipo, continuerò a cercare la strada per tutta la vita piuttosto che essere una sciocca infantile o un'ottimistaegoista o una cinica ugualmente egoista.»
dal libro Povere creature di Alasdair Gray |
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ARTE - L'arte moderma e contemporanea Articolo di Carlo Verga
Confesso che nonostante
i continui aggiornamenti sull’arte contemporanea del
nostro grande Ludovico Pratesi, non riesco ancora ad
entrare in questo mondo come, forse, dovrei. Apprezzo
molte cose, certe però, mi lasciano veramente perplesso.
Penso ad alcune opere di Duchamp ma anche di Fontana
o Manzoni. Sgomento, affascinato, incredulo, chissà?
Qualche giorno fa leggevo a proposito di Duchamp, del
famoso orinatoio e come è nata questa opera d’arte (sic).
Sembrerebbe uno scherzo, del tipo di quello organizzato
da alcuni amici a Pisa che burlescamente buttarono delle
opere nell’Arno “attribuite” a Modigliani.
Il signor Duchamp una mattina dell’anno 1917, assieme ad alcuni compari (artisti) entrò in un negozio di idraulica e comprò il famoso orinatoio, chissà che idea aveva in testa quel giorno, forse, problemi a casa? o mettere in difficoltà la giuria della nascitura Society of Independent Artists, la più grande esposizione d’arte moderna americana? Comunque, spedisce l’oggetto alla commissione organizzatrice dell’esposizione, che avrebbe deciso per l’ammissione delle opere alla mostra e ne riscuote una clamorosa bocciatura. Dietro l’insuccesso, i commenti, più o meno sarcastici della giuria «come si può accettare di mostrare in pubblico un orinatoio quando ancora immersi nell’atmosfera degli impressionisti e cominciamo a vedere Picasso… veramente troppo per accettarlo». Il giovane Duchamp indispettito che la sua opera (o idea?) non fosse stata apprezzata la portò in una galleria privata, di proprietà di Alfred Stieglitz, il quale, probabilmente per dare un contentino al nostro artista, ne fece una foto e mise l’opera in un magazzino dove scomparve o fu probabilmente utilizzata per la sua vera funzione…
La
foto è rimasta in un cassetto o in un file del gallerista
per diversi anni, forse indeciso se buttarla o meno?
Per qualche ragione riapparve e qualche genio artistico
cominciò a farla circolare ribattezzandola Fountain
by R. Mutt.
Ed ecco la rivoluzione culturale! Gli artisti commentavano la foto e iniziò una ricerca spasmodica dell’originale che naturalmente non fu mai trovato, anche perché difficile individuare proprio quello, ebbene l’opera fu rifatta in smalto e ceramica, insomma una copia. In altre parole, oggi veneriamo quello scatto iniziale, che, se non altro, è autentico. Probabilmente i nostri focosi artisti e intellettuali hanno cominciato fin da quel tempo a imporci un nuovo modo di rivedere l’arte. L’articolo poi concludeva: «La dissacrazione di Duchamp è stata prima di tutto questa: non importa l’opera come oggetto in sé, importa quello che le si può costruire intorno. L’artista non deve più solo creare, ma può limitarsi a scegliere un oggetto già esistente e formulare una nuova idea su misura per quell’oggetto.»
Lucio Fontana arrivò al successo molto tardi poco sopra
i 60 anni, poca la storia da artista del suo passato.
È stato un commerciante di marmi abbastanza famoso all’epoca, tanto che continuava a dire che avrebbe potuto diventare molto ricco sin da giovane, se soltanto avesse insistito nel fare il commerciante di marmo. Diventò un artista, a Rosario, in Argentina, dove era nato nel 1899. Come artista ebbe un avvio difficile, qualche compratore lo contattava e gli chiedeva «Vanno bene 100mila lire?», lui rispondeva senza scomporsi: «Sì, ma a buco» o a taglio, anche perché a metà degli Anni Cinquanta avevano smesso di prenderlo in giro per le famose rasoiate che tracciava sulla tela, quelle che avevano fatto ridere più di un visitatore alla Biennale di Venezia del 1949, quando aveva presentato quadri bucati chiamandoli Concetti Spaziali. E Piero Manzoni? Ha una vita molto breve ma molto intensa: muore a 29 anni, alle sue spalle ha una lunga esperienza di artista con differenti ispirazioni e correnti del momento. Tante cose, tante esposizioni di successo, due personalmente mi hanno lasciano interdetto, la prima performance Consumazione dell’arte, dinamica del pubblico, divorare l’arte. Sull’invito all’esposizione si legge: «La S.V. è invitata per le ore 19 di Giovedì 21 luglio 1960 a visitare ed a collaborare direttamente alla consumazione delle opere esposte da PIERO MANZONI». Manzoni firma con l’impronta del pollice alcune uova sode che vengono distribuite al pubblico e mangiate sul posto.
Poi
la seconda, la realizzazione di 90 scatolette di Merda
d’artista del peso di 30 gr. ciascuna vendute a
un equivalente valore in oro, che espone per la prima
volta ad Albissola nel mese di agosto.
Ma stupore o meraviglia? Mi viene in mente un altro artista molto venerato oggi, Penone, l’esposizione alla Galleria Borghese di qualche mese fa, visitando la mostra mi faceva sorridere a guardare le opere di Penone con un certo entusiasmo e dall’altra parte, nella stessa stanza un gruppo misto di americani, giapponesi e altri guardavano a bocca spalancata Paolina Borghese senza badare minimamente a Penone, almeno in quel contesto. Sarò certo tacciato di incompetenza e anche si potrà dire di come noi italiani siamo rimasti indietro nel considerare questo nuovo mondo… insisto per cercare di capire, anche perché sono opere che oggi valgono milioni! Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «L'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.»
Salvador Dalì |
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COSTUME – Forse... non dovevamo arrivarci così! Articolo di Lalli Theodoli C'era una volta...
Un
libbricino con tante figure per accostarci alla comunione
che, tanti anni fa, avveniva da piccolissimi, dopo uno
studio che nulla ha a che fare con la lunghissima preparazione
odierna. Comunione un anno, Cresima molto dopo.
Molto più breve. Noi facevamo comunione e cresima nello stesso giorno. Conferma velocissima. Il catechismo veniva rigorosamente imparato tutto a memoria. Pieno di figure di santi e Madonne e un grande angelo custode. L’angelo custode che SEMPRE vegliava su di noi stando alle nostre spalle: sosteneva un bambino che stava per precipitare da una rupe, o ne traeva in salvo un altro da un mare tempestoso. Presente vigile e affettuoso. Lo amavamo moltissimo. Una delle mie sorelle aveva preso questo fatto (che sempre stava alle nostre spalle), un po’ troppo alla lettera. Di norma pretendeva che, la sera, il suo letto dovesse essere preparato in un modo speciale: il materasso doveva essere ridotto ad una specie di barchetta con le lenzuola che strettissime ne alzavano i bordi. Solo nella sua barchetta dormiva serena. Ma una sera con grande stupore di noi altre sorelle, non pretese di farsi fare la solita gondola. Dormì sul materasso piatto come quello di noi tutte. E per di più messa tutta da una lato, prossima a cascare quasi di sotto. Alla nostra esterrefatta domanda «COME MAI?» La risposta: «Per non SPIACCICARE -(così si espresse)-, l‘angelo custode che sta alle mie spalle.» Durante l’ora di cucito una suora passava lungo i banchi. «Lalli (io sono totalmente mancina) non cucire con la mano del diavolo!» E dato che, per non perdere tanto tempo ad infilare l’ago tante volte, usavo un filo lungo, lunghissimo, che molto spesso si attorcigliava in mille nodi... «E non fare La GUGLIATA del diavolo.» Sempre durante l’ora di cucito la suora leggeva storie di miracolose apparizioni della Madonna o di Gesu o dei Santi a bambini buonissimi. Le letture ne erano talmente piene che tornai a casa molto preoccupata. Oltre alle preghiere della sera che recitavo in stretto ordine di importanza (Padre nostro, Ave Maria e Angelo Custode, nell’ordine, affinche nessuno se ne avesse a male, aggiunsi una mia preghiera personale. «Gesu ti voglio bene ma per favore non mi apparire o morirò di paura!». Mia sorella che aveva scoperto la mia preghiera speciale «E perché dovrebbero apparire a te che sei così cattiva?» Che sollievo: viva la cattiveria, terrore scongiurato. La paura di aver scordato un peccato in confessione ci spingeva a scriverne in una nota anche più del dovuto e la paura di toccare l’ostia con i denti ci metteva in grande agitazione. Pareva una cosa terribile. Non so molto della preparazione religiosa dei bambini di adesso ma, certamente, più serena di quanto lo fosse quella di noi allora: troppe apparizioni e troppi diavoli. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | La Lampadina è su Facebook |
FLASH NEWS!
Un po' qua, un po' là... Spesa condivisa - In molti paesi del nord Europa è molto utilizzata in principal modo quando si è più di due a fare la spesa evitando così acquisti doppi. È sufficiente scaricare l’app Bring! E condividerla con tuo marito o moglie o amici. Oltre al nome del prodotto puoi aggiungere foto e prezzi così da avere un carrello unico. CV * Xiaomi e il suo fondatore - Dopo essersi affermato come produttore di telefoni a basso prezzo, è entrato recentemente nel mondo dell’automobile producendo auto elettriche ad un prezzo molto concorrenziale con i produttori mondiali. La sua auto la SU 7 ha un'autonomia di 700 km, costa circa 3000 euro in meno di analoghi modelli. Il primo giorno di vendita ha accumulato ordini per quasi 90mila vetture. CV * App per viaggiare - Scaricate Loquis: è un app con podcast che fornisce tante informazioni e curiosità ovunque vi troviate in Italia. Sviluppata da una società milanese raccoglie i commenti, i racconti degli stessi utenti con suggerimenti e luoghi da esplorare. CV *** APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina.
***************** Giovedì 09 maggio 2024 ore 17.00 - Scuderie del Quirinale NAPOLI OTTOCENTO
Le Scuderie del Quirinale ospitano un'esposizione che si focalizza sulla grande vivacità culturale di Napoli in un secolo che parte dal Grand Tour e arriva allo scoppio della Grande Guerra. Artisti da tutta l'Europa e dagli Usa arrivarono in città per riprodurne la quotidianità, e poi le bellezza di Ercolano e Pompei e delle isole e tutte le affascinanti visioni che la città riuscì a suscitare. Nelle sale delle Scuderie troveremo opere di Turner, Sargent, Catel, Jones, De Nittis, Gigante e ancora Fortuny, Degas e molti altri. Ci accompagna Alessandra Mezzasalma ***************** 23-26 maggio 2024 LECCE E DINTORNI SALENTINI
Questo maggio La Lampadina, prendendo spunto dalla manifestazione "Cortili aperti" che si svolgerà a Lecce il 26 maggio, vi porta nel Salento, alla scoperta, o riscoperta, per chi già la conosce, di questa splendida parte d'Italia. Visiteremo infatti Lecce con il suo splendido barocco, e anche Otranto, Galatina, Gallipoli e Alessano ove ci verranno aperte le porte di splendide dimore storiche. ***************** 10/13 ottobre 2024 VENEZIA BIENNALE ARTE 2024 FOREIGNERS EVERYWHERE
Appuntamento nella città lagunare per seguire come sempre con Ludovico Pratesi la Biennale Arte 2024 e non solo: Venezia, città dai mille volti, offre mostre e installazioni nelle chiese, nei musei e on angoli nascosti ed incantati... Stiamo anche stabilendo le date per altri appuntamenti romani come: le tombe di Via Latina ** La Forma Urbis e la Chiesa di San Gregorio al Celio con gli Oratori di Sant'Andrea, Santa Silvia e Santa Barbara ** Palazzo e Galleria Colonna ** L'Antiquarium delle Scuderie di Villa Albani Torlonia Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a appuntamenti@lalampadina.net |
*** E ANCORA FLASH NEWS! Curiosità leccesi - La leggenda del diavolo La Chiesa di San Matteo è di stile barocco e si trova in via dei Perroni. Sulla facciata le colonne dell'ordine inferiore appaiono diverse. Quella di destra è intagliata per metà. La leggenda vuole che il diavolo fosse invidioso della bellezza della facciata e per punizione uccise lo scultore che fu dunque impossibilitato a finire l'opera. La leggenda dell’innamorato Tra via Federico d’Aragona e Vico del Theutra si trova una figura femminile scolpita. Si narra che l’uomo che viveva nel palazzo fosse innamorato della dirimpettaia. I due si amarono solo attraverso un gioco di sguardi, fino a quando la contrarietà dei genitori di lei portò la ragazza al suicidio. Il ragazzo decise di far scolpire il suo volto sulla pietra. CV *** ALL'OLIMPICO CON LA LAMPADINA GIGLIOLA CINQUETTI A TEATRO A VOLTE SI SOGNA IN TOUR 29 aprile 2024 - ore 20.30
Ci aspetta al Teatro Olimpico il 29 Aprile una delle più grandi voci italiane di sempre, Gigliola Cinquetti. Cantante di fama internazionale, attrice e conduttrice televisiva italiana, ha pubblicato i suoi singoli in tutto il mondo, incidendo in otto lingue diverse. Nel 1964 trionfa al XIV Festival di Sanremo con l’ormai celeberrimo brano “Non ho l’età”.
***************** CHOPIN AT HOME MARCO ARCIERI 30 aprile 2024 - ore 20.30 e 22.00 Dopo i successi del 2021 e 2022, torna all'Olimpico il pianista Marco Arcieri, con un programma tutto dedicato a Fryderyk Chopin, tra Ballate, Polacche, Scherzi, Studi e Notturni, in una interpretazione del compositore polacco originata da un sentire profondo, ma non didattico nè accademico, come ne scriveva Franz Liszt nella "Vita" pubblicata nel 1850: «Invece di agognare ai fragori dell’orchestra, Chopin si accontentò di vedere il proprio pensiero integralmente riprodotto sull’avorio del pianoforte, giungendo allo scopo prefissosi di non fargli perdere nulla in energia, senza rinunciare agli effetti d’insieme e alla spatola del decoratore». Marco Arcieri suona esattamente con questo spirito, conferendo alla musica un’intensità unica e tipica del suo personale timbro. La serata è anche occasione per la presentazione del suo primo disco, registrato per VDM High End Records, dal titolo “Chopin at Home”. Poco prima dell’intervallo Arcieri, assieme a Eva Crosetta, racconterà al pubblico la “gestazione” del disco con qualche simpatico e interessante aneddoto: come è prassi nei suoi concerti, rallegrerà creando empatia con il pubblico. Il ricavato proveniente dall’emissione dei biglietti* del concerto sarà impiegato dalla Fondazione Carla Mercurio E.T.S., nell’ambito delle sue attività istituzionali, come fondo per l’istituzione di borse di studio da destinare alla ricerca scientifica in ambito medico inerente la malattia neurologica rara derivante da alterazione del gene “G Protein Subunit Alpha O1” (GNAO1). * tranne diritto di prevendita e dischi ***************** INCANTI 2-5 maggio 2024 giovedì e venerdì ore 20.30 sabato ore 16.30 e 20.30 domenica ore 15.00 e 19.00
Lo spettacolo di illusionismo più atteso dell’anno – vede in scena sei dei più giovani e più premiati illusionisti italiani che si alterneranno sul palco nell’arco di una serata all’insegna della magia. Partendo dalla famosa frase di Shakespeare per cui “siamo fatti anche noi della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, il pubblico assisterà ad un raffinato, moderno e originale spettacolo di illusionismo che vi lascerà letteralmente “incantati”. Durata: 90 min ***************** Info: www.teatroolimpico.it |
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WE LOVE ROMA I giardini e i cestini di Lucilla Laureti Crainz Roma è la città più verde d'Europa, solo villa Doria Pamphilji ha 85 ettari di verde e se li contiamo tutti sono ben 85.000! Ora il Comune ha in programma 100 nuovi parchi con un progetto di riqualificazione delle zone per lo più periferiche come il parco delle Tre Fontane nell'VIII Municipio e Villa Flora nel XII Municipio e molte altre. Un altro progetto già approvato è quello di coinvolgere i cittadini nella cura del verde. Un ufficio creato ad hoc con una mail: adozioneareeverdi@comune.roma.it e tel. 06671073294 promuove e coordina le adozioni e gli affidamenti di spazi verdi. Ha creato una modulistica da riempire per fare domanda. Lo stesso per creare orti in varie aree di Roma. Ancora, lungo gli argini dell'Aniene sono in programma percorsi ciclabili e aree sosta. Volete frequentare Corsi di giardinaggio organizzati dal Comune? Ogni anno il corso inizia a febbraio e termina a giugno, 20 lezioni settimanali di 2 ore ciascuno e spaziano tra teoria in aula e visite ai giardini, sempre interessanti. Alla fine saprete tutto sulla coltivazione dei giardini e delle piante. I docenti sono laureati con esperienza e amiche che hanno partecipato parecchio entusiaste. Le iscrizioni vanno fatte con mail entro il 2 Maggio alle 12 ....puntuali perché c'è molta richiesta. Scaricate il modello da "corsi pubblici di giardinaggio" e tenetelo pronto da inviare. Alla fine di marzo per la raccolta rifiuti il Sindaco ha presentato i primi "cestoni intelligenti" per ora in via sperimentale. Sono stati posizionati nelle aree con maggior flusso pedonale. Sono collegati con la centrale AMA e la avvisano quando sono quasi pieni...Forse diranno pure "grazie!" a chi li userà. Se li volete vedere in funzione dovete andare a Testaccio, Trastevere o anche a piazza di Spagna, uscita metro. A partire da giugno saranno inoltre collocati nei 15 municipi di Roma 18.000 nuovi cestini in un unico modello che triplicherà il numero che oggi è di 6.000! Se romani e turisti saranno diligenti non vedremo più tanta sporcizia in giro.... Miracolo! Commenta da qui... |
*** MOSTRE Ecco le segnalazioni di Marguerite de Merode
Accademia
di San Luca: RIFRAZIONI
15 curatori x 15 artisti
Il progetto espositivo dell’Accademia ha coinvolto quindici curatori nell’intensione di restituire uno spaccato del panorama artistico contemporaneo individuando quindici artisti che hanno elaborato una propria interpretazione degli spazi dell’Accademia Fino al 28 giugno
MLAC
- Museo
Laboratorio Di Arte Contemporanea.
A cura di Gustavo
Giacosa.
In mostra oltre cento opere provenienti dalla collezione Giacosa-Ferraiuolo appartenenti a una selezione di autori dell’Art Brut di epoche e categorie estetiche diverse che hanno lavorato al dirottamento dei codici della scrittura. Fino al 13 giugno 2024
Erica
Ravenna:
Vincenzo Agnetti/ Tomaso Binga - "Una macchina
è una macchina"
La Galleria Ravenna ospita una mostra dedicata alla macchina da scrivere come medium per esplorare nuovi linguaggi artistici. Fino al 15 giugno 2024
Accademia
di Francia. Villa Medici: Epopee Celesti
Le 180 opere d'art brut della collezione di Bruno Decharme raccolte a partire dal 1945 sono oggetti e opere realizzati da pazienti di ospedali psichiatrici, 'fuori dal sistema'. Questi artisti autodidatti creavano senza preoccuparsi dello sguardo degli altri, nuovi linguaggi o tecniche dando prova di notevole creatività, in diretto contatto con le anomalie del mondo: guerre, ingiustizie, violenze. Fino al 19 maggio 2024
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