TECNOLOGIA - Un mondo meno inquinato Articolo di Carlo Verga «Mio nonno cavalcava un cammello, mio padre cavalcava un cammello, io guido una Mercedes, mio figlio guida una Land Rover, suo figlio cavalcherà un cammello.» Frase attribuita a Sheikh Rashid bin Saeed Al Maktoum che è stato il primo vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti dopo la sua fondazione, è stato il secondo primo ministro e ha governato Dubai per 32 anni. Nel 2023 è stata organizzata a Dubai la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici conosciuta anche come COP28, l'argomento, la possibile riduzione del consumo dei combustibili solidi. La conferenza è stata organizzata da uno dei maggiori produttori di petrolio. Mi chiedo se la scelta della sede di Dubai sia stata una scelta opportuna considerato che Dubai ha un aeroporto tra i più inquinanti del mondo e gli Emirati Arabi sono il settimo produttore mondiale di petrolio e il sesto "produttore" di Co2. Il presidente di Cop 28 Ahmed Al Jaber è l'amministratore delegato della Abu Dhabi National Company ha stanziato 150 miliardi di dollari per finanziare la produzione di petrolio per gli anni a venire. Tanti i partecipanti alla conferenza, iscritti quasi 2500 società enti o altro che in qualche modo avevano a che fare con i combustibili fossili. Il ceo di uno dei maggiori produttori e raffinatori di petrolio asserisce che l'uso dei combustibili solidi va in qualche modo protetto per promuovere le nuove tecnologie che aiutino al disinquinamento e alla cattura del carbonio. Tutto questo servirà a qualcosa? Dovremo aspettarci, tra qualche anno, la situazione prospettata da Sheikh Rashid? Certo se ci guardiamo intorno incendi, alluvioni, clima impazzito ci dà da pensare..., guardando indietro, si sono avute sul nostro pianeta, tante situazioni simili o anche peggiori, forse non così frequenti come oggi. Dobbiamo quindi trovare delle soluzioni efficienti, valide e a lungo termine.
Tanti, comunque, gli argomenti discussi per la produzione e conservazione dell'energia. Le batterie per l'accumulo: se ne parla talmente tanto che sta diventando un argomento quasi noioso... Giga fabbriche, rigeneratori di batterie esauste, riciclo, nuovi tipo a idrogeno, il litio, il rame, i produttori, non se ne può più, vediamo cosa ci racconteranno i prossimi anni. Nel frattempo, tante le novità ed ecco alcune tra le più ingegnose: 1- la batteria a sabbia. Si tratta di un innovativo impianto in grado di immagazzinare l'energia sovraprodotta da fonti rinnovabili sotto forma di calore e di distribuirlo grazie a una rete di teleriscaldamento. Parliamo di grandi silos di acciaio isolati termicamente pieni di sabbia o materiale edile di scarto. Al suo interno contengono una serie di tubi d'aria per il trasferimento del calore. Quando vi è una sovra-produzione energetica da fonti intermittenti, l'energia elettrica in eccesso viene convertita in energia termica che scaldano l'aria, la quale viene poi fatta circolare all'interno delle tubazioni presenti nei silos. La sabbia o detriti hanno una grande capacità termica, trattengono il calore e lo rilasciano lentamente. La sabbia può essere riscaldata a temperature fino a circa 600°C –, accumulando così molta energia. Solitamente questa tipologia di impianto viene caricata e scaricata termicamente nel giro di due settimane. In Finlandia a Vatajankosky nel 2022 è stata installata la prima batteria a sabbia del mondo e sono attualmente in corso altri progetti in diversi Paesi. Il primo impianto italiano entrerà in funzione nella seconda parte del 2024 a Buccino e alimenterà un'industria alimentare... Il progetto completo consiste nella costruzione di un impianto fotovoltaico da 5 MW e nella realizzazione di una batteria contenente 125 tonnellate di sabbia, per un accumulo termico di 13 MWh giornalieri. Guarda un video esemplificativo. 2- Un altro sistema interessante è la batteria Newton e che nella previsione degli ideatori potrebbe coprire una buona parte degli stoccaggi nel prossimo decennio. Parliamo di una batteria che si basa sulla forza di gravità per immagazzinare (accumulare) e rilasciare grandi quantità di energia necessarie per alimentare costantemente la rete... ma come funziona? Si parla di accumulo gravitazionale (leggi qui.) L'alta torre della batteria in acciaio viene collegata alla rete elettrica. Da questa sono appesi dei grandi blocchi di cemento che vengono sollevati quando nella rete elettrica viene immessa più energia rinnovabile di quanta ne possa gestire, il che succede in una giornata molto soleggiata o ventosa. La batteria Newton immagazzina quell'energia in eccesso utilizzando motori elettrici per sollevare i blocchi di cemento fino alla cima della torre. La notte o nelle giornate di quiete, i blocchi di cemento vengono rilasciati e la loro discesa, con la sola forza di gravità, permette ai grandi motori che generano elettricità di girare e immetterla nella rete di distribuzione. Tanti altri sistemi sono allo studio o in una fase avanzata di ricerca per migliorare l'aria e il clima di questo nostro mondo. Siamo pertanto veramente curiosi di capire cosa ci riserva il mercato per gli anni futuri ... Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «Ogni giorno si deve ricaricare lo smartphone, il computer, il lettore Mp3, la sigaretta elettronica… Bisognerebbe fare come il sole che al mattino mette un raggio nella presa dell’alba ed è luminoso tutto il giorno..»
Fabrizio Caramagna |
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SCIENZE - Trasmissione del pensiero: fenomeno rispondente a precise leggi fisiche? Articolo di Beppe Zezza Quante volte ci sarà accaduto nella nostra vita di tutti i giorni, di imbatterci in momenti di straordinaria connessione con altri al punto da uscircene con espressioni del tipo: «Toh, ho pensato esattamente la stessa cosa!» Questi momenti in cui un pensiero, un’emozione, sembra viaggiare senza l’ausilio di parole o gesti, sembra suggerire l’esistenza di una forma di comunicazione che trascende i limiti fisici: la telepatia. Il termine “telepatia” è una parola formata modernamente sul modello greco unendo i vocaboli greci τηλε – lontano- e πάθος, che significa sofferenza/percezione/emozione (dal verbo πασχω, soffrire/sentire/provare un dato sentimento). È un termine relativamente recente essendo stato coniato solo nel 1882 da uno studioso inglese del paranormale. La telepatia, spesso catalogata tra le esperienze extrasensoriali, ha da sempre affascinato l’umanità. Si narra di personaggi storici, di assoluta credibilità, che avrebbero vissuto tali esperienze, lasciando testimonianze di eventi che la scienza convenzionale fatica a spiegare. Wikipedia cita oltre a San Filippo Neri e Padre Pio anche un filosofo greco Apollonio di Tiana, con questo escludendo ogni ipotesi metafisica di tipo religioso. Questi racconti, tramandati attraverso i secoli, hanno alimentato il mistero e la curiosità intorno a questo fenomeno. (Perfino mio moglie ne cita uno accaduto a suo nonno!) Freud nel suo libro: Sogno e Telepatia ha preferito mantenere un atteggiamento di imparzialità circa la veridicità della sua esistenza. Nel corso degli anni, numerosi sono stati i tentativi di certificare e governare la telepatia. (Non solo per il “piacere di sapere”! Pensate quale arma formidabile sarebbe in caso di conflitto armato poter trasmettere gli ordini senza il minimo rischio che vengano intercettati! Si dice che il fatto che gli inglesi abbiano decrittato il codice Enigma abbia contribuito alla sconfitta del Terzo Reich nella seconda guerra mondiale). La Treccani, da parte sua, afferma: «L'accertamento dei fenomeni telepatici è stato compiuto in guisa si può dire risolutiva, e su una scala di gran lunga più vasta in confronto a quello di qualsiasi altro fenomeno metapsichico e mette in evidenza come si possano, o secondo alcuni si “debbano”, distinguere una “telepatia vera e propria” normalmente inconsapevole e involontaria dalla “trasmissione del pensiero” indagabile con esperimenti». Negli anni Trenta sono stati condotti esperimenti con le carte Zener (carte da gioco con cinque simboli diversi). Per superare le obiezioni sulla possibilità che i risultati di questi esperimenti fossero influenzati da forme di comunicazione diverse dalla "trasmissione del pensiero" è stato messo a punto un protocollo standardizzato (il Protocollo Ganzfeld) che prevede per il “ricevente” condizioni di deprivazione sensoriale. I risultati sono stati oggetto di dibattito e generalmente rigettati dalla comunità scientifica per la mancanza di requisiti indispensabili in ogni ricerca (la assoluta ripetitività dei test) e di una spiegazione soddisfacente che li inquadri nelle discipline conosciute. Oggi, nuove teorie legate alla meccanica quantistica si fanno strada, proponendo spiegazioni che potrebbero gettare luce su questi affascinanti fenomeni. Alcuni scienziati ipotizzano che gli entanglement quantistici tra particelle subatomiche che testimoniano trasmissioni istantanee di informazioni a distanza possano essere alla base di una comunicazione telepatica. (Del fenomeno dello entanglement ho parlato su La Lampadina nel 2012 nell’articolo “Star Trek e il teletrasporto”). La scienza non ha ancora fornito risposte definitive, la ricerca continua, alimentata dalla speranza di scoprire le leggi fisiche che potrebbero governare la trasmissione del pensiero (interessante questo volume: Entanglement. L’intreccio nel mondo quantistico: dalle particelle alla coscienza Forse, un giorno, ciò che oggi consideriamo un mistero potrà rivelarsi una realtà scientificamente provata, aprendo nuovi orizzonti nella comprensione della mente umana e delle sue potenzialità. E chissà se si scoprirà che, ci giocano un ruolo la comunanza di vita o di esperienze tra i soggetti trasmittenti e riceventi, che abbiamo spesso constatato nelle nostre supposte esperienze di telepatia! Qui un elenco di libri per chi vuole approfondire l'argomento.
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Eduardo de Filippo, da Natale in casa Cupiello |
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ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA - Ancora nuvole! Articolo di Gian Carlo Ruggeri, Autore Ospite de La Lampadina Le nubi, “Veritable informations du ciel”, sono state da tempi immemorabili oggetto di osservazione poetica e scientifica da parte dell’uomo. Come dimenticare “L’ora di Barga” (… cose ch'han molti secoli o un anno o un'ora, e quelle nubi che vanno.); oppure il bellissimo “Dialoghi con Leucò” (parlano la Nube ed Issione)? L’indagine scientifica tuttora in corso, da parte sua, ha portato a considerare la nube non una “cosa” ma un “processo”, un assemblaggio di goccioline d’acqua e / o di cristalli di ghiaccio che fluttuano nell’aria (una nube “cade” in continuazione, ma la più debole corrente d’aria la sostiene) e in continuo sviluppo. Quest’ultimo avviene più lentamente nel tipo “Stratus”, nubi stabili rispetto alle loro colleghe instabili, a forte sviluppo verticale (Cumulus, Cumulus congestus, Cumulonimbus, Cumulus turritus). Ovviamente, in tutte le formazioni nuvolose esiste un’interazione continua fra le forze in gioco ed i processi di costruzione e di dissolvimento. Una nube non è un sistema chiuso; è presente un metabolismo costante con l’atmosfera circostante. In particolare, le nubi cumuliformi attirano dal basso verso l’alto grandi masse d’aria relativamente umida, di cui hanno bisogno per il loro mantenimento. Per questo motivo l’inseminazione delle nubi con un velivolo deve essere fatta al disotto della base di esse, mai al di sopra della loro sommità. Esse trascinano anche aria secca attraverso i loro fianchi, la quale può condurre ad una “diluizione” e ad una eventuale dissoluzione delle nubi stesse. Vi sono casi in cui una nube si sviluppa da un lato e si dissolve dall’altro, muovendosi apparentemente in una direzione differente da quella del vento. La sommità di una nube al di sopra di una montagna sembra immobile, come un ciuffo di cotone idrofilo, ma l’alpinista che si muove all’interno di essa e la percepisce come nebbia può “sentire” il moto dell’aria generalmente associato a tale nube. I metodi d’inseminazione non sono molti e sono i seguenti, esposti in breve: Semina glaciogenica: Consiste nella semina delle nubi con appropriati nuclei di ghiaccio (e.g.: Ioduro d’argento - AgI) o un agente raffreddante (e.g.: ghiaccio secco, propano liquido), in modo da creare od incrementare la formazione di cristalli di ghiaccio, in modo particolare il cambiamento da acqua sopraffusa (particelle liquide che si trovano alla temperatura di 0°C o meno, ma restano allo stato liquido) in ghiaccio. Gli Approcci generali sono due: - Semina statica. Si esplica su processi microfisici: creazione di cristalli e particelle di ghiaccio. Questo processo stimola il raggruppamento di particelle liquide / solide e la produzione di neve incrementando il numero di particelle di ghiaccio ed innescando anticipatamente i processi di precipitazione nel ciclo di vita della nube.
- Semina dinamica. Il metodo incrementa la galleggiabilità della nube convertendo le goccioline liquide sopraffuse in ghiaccio.
Semina igroscopica. La semina igroscopica è stata esplorata in varie regioni del mondo con l’obiettivo di migliorare le precipitazioni. Il modello concettuale di questo metodo si concentra sull’aumento dell’efficienza delle precipitazioni delle nubi a forte sviluppo verticale, fortemente instabili. L’approccio consiste nell’introdurre grandi particelle igroscopiche (sali), che agiscono come efficienti nuclei di condensazione delle nubi, o nuclei giganti, i quali creano grandi gocce che crescono molto rapidamente. Non esiste alcuna evidenza scientifica convincente sull’efficacia delle attività di modifica intenzionale del tempo e, ugualmente, nessuna evidenza che tali attività influiscano sulle condizioni meteorologiche al di fuori delle zone di operazioni di semina delle nubi. Le domande relative alla possibilità che la semina delle nubi in un certo luogo possa ridurre la quantità di precipitazioni altrove possono essere affrontate solo attraverso ipotesi accuratamente elaborate ed esperimenti fisici e statistici dettagliatamente progettati. Dal momento che gli effetti diretti dell’inseminazione possono essere limitati e difficili da rilevare, le conseguenze al di fuori delle aree d’inseminazione, siano esse regionali o globali, risultano anch’esse complesse da individuare. Esiste, però, ampia evidenza che sia una realtà l’esistenza di involontarie modificazioni meteorologiche e del clima globale (e.g.: gas climalteranti che influenzano le temperature ed aerosols antropogenici che influenzano le proprietà delle nubi). È stato a lungo osservato e studiato il ruolo degli aerosols naturali ed antropogenici che influenzano la grandezza delle particelle, le precipitazioni e l’attività elettrica (fulminazioni) a scala regionale. Il Board on Atmospheric Sciences an Climate, organismo del National Research Council (U.S.A.), uno degli Enti più avanzati nell’ambito in questione, raccomanda – fra l’altro – una serie di argomenti di studio e di ricerca nel settore. Se ne riportano alcuni fra i più significativi: - Concentrazione di fondo, grandezze e composizione chimica degli aerosols che partecipano al trattamento della nube;
- Interazioni nube – nube ed a mesoscala (estensione orizzontale compresa fra una decina di chilometri a qualche centinaio di chilometri), in quanto correlate ai movimenti di salita di discesa dell’aria nella nube, evoluzione della stessa e suo ciclo di vita;
- Individuazione degli obiettivi degli agenti di semina; diffusione e trasporto del materiale di semina; effetti della diffusione per tutto il volume della nube;
- Combinazione dei migliori modelli matematici della nube con i sistemi avanzati di osservazioni negli schemi sperimentali.
Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «Se vuoi vedere le valli, sali in vetta ad una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece aspiri a comprendere la nuvola, chiudi gli occhi e pensa.»
Kahlil Gibran |
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ABBIAMO OSPITI/LIBRI - Gli Italiani. Vizi e virtù di un popolo di Elvira Coppola Amabile, Autore Ospite de La Lampadina Un lento tiepido pomeriggio di settembre. Una splendida prestigiosa sede, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e contemporanea a Viale delle Belle Arti. Complice Villa Borghese che intorno diffonde il suo fascino decadente. Una platea colta curiosa forse nostalgica. Si avvicendano Ludina Barzini figlia dello scrittore. Giornalista scrittrice anch’essa. Promotrice instancabile di questa e altre iniziative. Commentano Mirella Serra e Antonio Di Bella. E piacevole sorpresa un po’ di Barzini. Un figlio una figlia un nipote dello scrittore. Brillanti seducenti si prendono la platea e gli applausi. Il libro fu pubblicato in America 60 anni fa! Nel 1964. Poi nel 97 in Italia. E ora di nuovo finalmente dopo 60 anni! Vale la pena di scoprirlo! Non piacque agli italiani che lo potettero leggere. Si sa che gli italiani amano auto denigrarsi ma non sopportano critiche. Luigi Barzini in inglese raccontò gli italiani di allora. In America per illustrare agli italo americani questo paese pieno di storia straordinaria e delle mille contraddizioni che lo rendevano affascinante e per certi incomprensibile. Caustico graffiante lucido come sapeva essere. Straordinariamente attuale! Ecco quello che colpisce subito fin dalle prime righe! Consiglierei di cominciare a leggere subito il libro. Lasciarsi uno spazio prima di accedere alla prefazione e alla presentazione espresse sia pur preziosamente da Beppe Severgnini e Sergio Romano. Forse intuendo questa urgenza Ludina ha scritto una postfazione. L’impatto con lo scritto di Barzini ti catapulta subito avvincendoti in una realtà che ti ritrovi cucita addosso indelebile come certi tatuaggi che non si riesce ad eliminare se non ferendosi e lasciando posto ad eterne cicatrici. Il libro ci descrive noi italiani cogliendo un mondo di comportamenti frutto di meticciati continui e adattamenti opportuni che si rinnovano e si colorano all’infinito sempre diversi e sempre uguali. Leggere bisogna e subito, senza la suggestione delle citazioni erudite. E ti trovi sulla scalinata di piazza di Spagna insieme a folle di personaggi. Ne senti il brusio gli odori le sensazioni. Scopri dimenticati privilegi antichi che consentivano a ladri e assassini ricercati dalle guardie papali di non essere arrestati finchè non si allontanavano dalla scalinata. E così via via che Luigi Barzini arma la sua penna di colori e riflessioni ti trovi ad amare questo popolo e di detestarlo senza poterti distinguere in alcun modo e ahimè nemmeno difenderti. Ma ne sei fiero ad onta di tutto. Nord Sud, civiltà in conflitto e in grande progressiva esuberanza. Città urbanizzate fino all’esasperazione. Campagne fiorenti generose vessate e sfruttate. Artisti che riescono a sublimare nell’arte ogni ispirazione. Caravaggio tra i pittori esprime un modello significativo di italianità concentrando turpitudini personali e raffigurazioni ineguagliabili di costumi contemporanei e scene sacre. Ogni forma d’arte esprime mirabilmente aspetti multiformi che rendono prestigiose ambite e invidiate regge chiese città. Ne sono pieni i musei di tutto il mondo. Inutile citare Michelangelo Raffaello Tiziano Vanvitelli Bramante Manzoni Pirandello Dante Machiavelli… Stop. Mi fermo. Barzini esamina tutti gli aspetti che caratterizzano l’italianità. Storia umanità invasioni commercio industrializzazione delinquenza mafia tirannia e dominante su tutto la famiglia. Regioni con le loro civiltà in divenire. Rinascimento barocco. Curie e poteri papali. Un lungo capitolo dedica a Mussolini. Il libro fotografa gli italiani di ogni censo e cultura in molti tanti aspetti. Un saggio apparentemente leggero ma molto accurato e difficile. Soprattutto stupisce! Potrebbe essere scritto ora. Non voglio dire di più. Lascio a chi legge il piacere di sorprendersi a specchiarsi nei personaggi negli accadimenti nelle storie rivisitate e rivelate. Per indurvi a leggerlo e per incuriosirvi, per invitarvi a partecipare a qualche altra presentazione programmata in giro per l’Italia, un solo brano di poche righe voglio riportare da un capitolo. Eccolo. «Dapprima atterrì i nemici, confortò gli amici, suscitò l’ammirazione di alcune delle migliori menti contemporanee, e incantò le moltitudini. Fu il più grande oratore dei suoi tempi, trattò i principali affari pubblici da un balcone, rivolgendosi alle folle ammassate davanti a lui. Sembrava irresistibile. Il suo principale espediente fu l’arte di affascinare il pubblico: il ricorso ai simboli, alla pompa, alle cerimonie, a cortei a piedi, a cavallo, alle uniformi sempre nuove, ai titoli sonori per se e per i suoi seguaci. Costretto a fuggire fu riportato al potere da soldati stranieri, e venne ucciso da quello stesso popolo che aveva tentato di rendere grande e potente. Il cadavere di lui fu appeso per i piedi, a testa in giù, in una pubblica piazza, schernito e vilipeso da quegli stessi che lo avevano lodato come loro salvatore e applaudito solo pochi giorni prima. Quest’uomo si chiamava Cola di Rienzo.» GLI ITALIANI. Virtù e vizi di un popolo Luigi Barzini BUR Rizzoli leggi un estratto del libro Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «Il genio inglese rende grossolano e naturale tutto ciò che riceve; il genio francese diluisce, semplifica, logicizza, orna; il genio tedesco mescola, media, imbroglia, moralizza; il genio italiano ha usato nel modo di gran lunga più libero e fine ciò che ha preso a prestito e ci ha messo dentro molto di più di quello che ne ha ricavato, essendo il genio più ricco, che più poteva donare.»
Friedrich Nietzsche |
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ARTE - Kintsugi: la bellezza dell'imperfezione Articolo di Marguerite de Merode Pratesi
Caratterizzato da una forte connessione con la natura e da un'estetica minimalista, l'arte giapponese può essere difficile da capire per un pubblico occidentale. Le diversità culturali, storiche, filosofiche ed estetiche non sempre facilitano la capacità di apprezzare e comprendere le sue tradizioni artistiche uniche al loro giusto valore. Siamo abituati alla nostra arte che ha una chiara struttura narrativa e non siamo sempre in grado di apprezzare alcune immagini che giocano un ruolo significativo nell'estetica giapponese legate a dei concetti come il Wabi-sabi, lo yūgen (la grazia e la sottigliezza profonda) e il ma (l'uso dello spazio vuoto). Ho appena toccato un tema affascinante e profondo della cultura giapponese, il Wabi-Sabi, uno dei principi fondamentali della filosofia del buddismo zen, che celebra l'imperfezione, la transitorietà e l'incompletezza. Questa filosofia trova la bellezza nella naturalezza, nell'autenticità e nelle tracce del tempo. Un esempio concreto di come il Wabi-Sabi si manifesti nella pratica e ne incarni perfettamente lo spirito è il Kintsugi, l'arte giapponese di riparare la ceramica rotta con lacca mescolata a polvere d'oro, d'argento o di platino per evidenziare i segni delle attaccature. La lacca utilizzata che svolge un ruolo cruciale come legante e adesivo è tradizionalmente un prodotto naturale molto resistente chiamata urushi, ideale per unire i frammenti, assicurando che l'oggetto riparato sia stabile e funzionale. "Kin" significa oro e "tsugi" significa riparare o connettere. Invece di nascondere le crepe e i difetti, il Kintsugi li mette in evidenza, trasformando l'oggetto danneggiato in una nuova opera d'arte, ancora più preziosa e significativa arricchendone la storia visiva. La successiva riparazione diventa parte integrante e visibile della storia dell'oggetto aggiustato che acquisisce una nuova bellezza, unica e irripetibile e celebra le sue imperfezioni e il suo passato invitandoci a vedere la rottura non come una fine o un fallimento ma come una trasformazione, una risurrezione. Questa pratica non solo restituisce all'oggetto la sua funzionalità, ma celebra anche la sua storia e le sue "cicatrici", rendendolo simbolo di resilienza e bellezza derivata dalle avversità. Ci invita a stabilire una relazione con il mondo materiale basata sul rispetto e sull'apprezzamento, riconoscendone il valore che deriva dall'esperienza della transitorietà. Ogni crepa riparata non solo racconta una storia di danneggiamento, ma anche di guarigione e resistenza diventando una metafora della vita umana. Fa delle nostre esperienze, anche quelle difficili e dolorose, delle spaccature che non devono essere nascoste, ma piuttosto valorizzate e accettate come parte del nostro percorso. Questo pensiero si distingue nettamente dal concetto tradizionale di restauro occidentale per vari aspetti filosofici ed estetici. Mentre in Occidente il restauro tende spesso a cercare di riportare un oggetto al suo stato originale, nascondendo i segni del danno per restituirlo a una condizione perfetta e indistinguibile cercando di rimuovere difetti e imperfezioni, il Kintsugi, tende ad esaltare l'imperfezione e la storia dell'oggetto. Oltre ad essere una pratica artistica estremamente interessante, ha un profondo significato spirituale e questo lo rende veramente unico. Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | « Aggiustare, riparare, verbi che nel nostro tempo sono stati cancellati dal vocabolario, perché il vecchio e l’usato sono indice di miseria in un mondo che si crede ricco.»
Giuseppe Zuccarini |
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CULTURA - Belle Greene Articolo di Carlotta Staderini Chiatante In America, una collezione privata diventò nel 1924 una leggendaria istituzione pubblica. La Morgan Library celebra un secolo della sua storia. Evviva la Morgan Library con ingresso da Madison Ave. La Morgan Library nasce nel 1900 per volontà dell’influente banchiere J.P. Morgan che ne fece una biblioteca per conservare la sua collezione di libri antichi. Affida il progetto all’architetto Mc Kim esponente dell’American Renaissance che realizzerà una biblioteca di piccole dimensioni ma sontuosa. Nel 1924, dopo la morte del padre, J.P. Morgan jr. affiancato dalla bibliotecaria Belle da Costa Greene, rende pubblica la biblioteca e amplia l’edificio (Annex) con sale da lettura, sale espositive. L’ultimo intervento di rinnovamento ed ampliamento è quello affidato a Renzo Piano terminato nel 2006. Il suo progetto integra in un unico complesso i diversi nuclei storici, la Morgan Library voluta da J.P. Morgan, l’Annex, voluta da J.P. Morgan jr. e la casa dei Morgan. L’ingresso viene previsto da Madison Avenue ed ha un padiglione di vetro che conduce e collega i diversi edifici ed i piani superiori ed inferiori. È stato costruito un auditorium e 4 nuove sale per esposizioni temporanee. La Morgan Library è una storica e leggendaria istituzione americana che quest’anno compie 100 anni e che si definisce “un luogo dove si studia la creatività”. Per celebrare il suo primo secolo, la Morgan Library ha previsto un programma speciale di balletti, concerti, incontri letterari, ed un’esposizione sul lavoro e la storia della leggendaria bibliotecaria, Belle da Costa Greene, che fu una vera autorità in materia di manoscritti miniati. Belle Greene fu una colta ed intelligente ragazza, appassionata alla cultura ed ambiziosa, nata nel 1883 a Washington. Belle vive in un’America dove dal 1877 sono in vigore le Jim Crow laws con le loro atroci regole: divieto ai neri di salire sugli stessi treni dei bianchi, di bere alle stesse fontane, di utilizzare gli stessi bagni, di frequentare gli stessi luoghi pubblici, gli stessi ristoranti, gli stessi teatri e ovviamente le stesse università. Belle è figlia di Richard Greener, un attivista per i diritti delle persone di colore, primo afroamericano laureato a Harvard. La madre Geneviève era meticcia e dalla pelle bianca. Entrambi i genitori erano di razza mista. Fino al 1964 le leggi americane definivano coloured anche chi aveva solo una goccia di sangue scuro, indipendentemente dall’aspetto fisico, persone qualificate con occhi chiari e pelle chiara o olivastra, per loro l’ascensore sociale del sogno americano era precluso. Il loro destino erano i lavori sottopagati, da neri. Alcuni come Belle ed i suoi fratelli scelgono di falsificare i propri documenti e farsi passare per bianchi. Si inventano origini olandesi, portoghesi, inglesi. Un atto definitivo, chiamato passing, una traversata senza ritorno. Il passing se scoperto veniva severamente punito. Era fondamentale non generare figli dato che le combinazioni della genetica avrebbero potuto riportare casualmente in auge il sangue scuro. Belle è molto determinata ed appassionata, celerà la sua identità ed a vent’anni riesce a lavorare nella biblioteca di JP Morgan che la terrà in grandissima considerazione. Successivamente, dopo la guerra riprende la sua attività con J.P. Morgan jr. e nel 1924 corona il suo sogno. La Morgan Library diventa un’istituzione pubblica. Il suo operato è determinante per il passaggio da collezione privata a istituzione pubblica della Morgan Library. Viene assunta come punto di riferimento dell’alta società newyorkese e ne diventa una delle figure più influenti. Ad un certo punto è la donna più pagata d’America e diventa una regina del panorama culturale e mondano newyorkese. Si veste da uno stilista parigino e diventa sua testimonial oltre oceano. Amicizie importanti come Isadora Duncan le riempiono la vita privata. Si innamora di Bernhard Berenson, celebre critico e storico dell’arte. Bernhard, il cui cognome era Valvrojenski, era un ebreo lituano che arrivò a Boston poverissimo. Iscritto alla Boston University si distingue per il suo talento eccezionale. Anche lui preferì celare la sua identità. Bernhard e Belle si sono riconosciuti. Tuttavia la vita a due non fa per lei, che è una donna molto indipendente e determinata. Belle muore a 66 anni a causa di un tumore nel 1950 e porta con sé il suo segreto. Solo negli anni Sessanta il velo sulla famiglia Costa Greene comincia a squarciarsi. Oggi in qualche modo la sua avventura continua. Ci sono borse di studio a suo nome e molte imprese proseguono la sua opera che è stata quella di rendere pubblica una biblioteca privata. Ultimamente sono usciti due libri su Belle Greene: - Alexandra Lapierre, Belle Greene, Edizioni e/o - Marie Benedict, Victoria Christopher La bibliotecaria di New York, Newton Compton Editori Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | «Il destino di molti uomini dipese dall’esserci stata o non esserci stata una biblioteca nella loro casa paterna.»
Edmondo de Amicis |
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COSTUME - Cielo! Cosa abbiamo fatto? Articolo di Lalli Theodoli Correva l’anno 1994. Con mia sorella Giulia abbiamo allora avviato un'attività innovativa per quei giorni: affitti brevi. Shortletsassistance. Lavoravamo dallo studio di casa mia con un gigantesco vecchissimo computer e il FAX.
Quest'ultimo entrava in funzione a tarda notte. Balzavo dal letto correndo incuriosita a ricevere notizie. Internet? non c’era. I primi proprietari si sono affidati a noi totalmente incerti e terrorizzati. Chi sono? Li conoscete? Faranno danni? Se ne andranno? Davamo risposte rassicuranti, poche. L’unica certezza era che avevano già pagato ma se fossero maleducati, gentili, chiassosi, disordinati, non ci era dato di sapere. Il nostro primo cliente arrivò dall’Australia alle 4 e mezzo del mattino. Pregammo l’amico autista che lo prelevava all’aeroporto di prendere tempo e portarlo in giro per Roma, almeno fino alle 6. Ci chiamò disperato. «Lo sto scarrozzando da un'ora, non ne può piu. Ve lo porto.» Arrivò esausto e noi più di lui. Nella scheda informativa dell’ospite non si poteva ovviamente chiedere «bianco o nero?». Appuntamento a Piazza Barberini con un'americana. Come riconoscerla? «Ho una frezza di capelli rossi.» Nessuna ragazza dai capelli fiammati in vista. La frezza si rivelava poi un ciuffetto di capelli rossi su una capigliatura corvina ed una faccia nerissima. Case allora arredate sommariamente, nessun Wifi, richiesto. Tutto diverso ora. Occorre essere assolutamente perfetti per non calare nelle valutazioni e di conseguenza nelle richieste o, addirittura, venire cancellati brutalmente dalle piattaforme. E così, alcuni disonesti hanno capito che basta denunciare la casa sporca per avere un totale rimborso e fare cosi le vacanze gratis. Ma anche i proprietari o gestori si sono svegliati e fanno foto datate all’ingresso. Quante abitazioni, sottoscala, ex guardiole, umidi sottotetti, si sono trasformati in B&B? La citazione dell’Adelchi del Manzoni è impropria, ma mi è tornata in mente «Dagli atri muscosi, dai fori cadenti…» La città è trasformata. E purtroppo non in meglio. Orde di turisti si affollano ai semafori, si affacciano in file lunghissime per il Vaticano il Colosseo e il Pantheon. Lasciano scie di bottiglie di plastica. Le strade hanno un vero senso di marcia per i pedoni. Guai a cercare di sorpassare. Poco spazio residuo anche per le macchine che sfiorano i tavolini all’aperto. Piccoli bar e ristoranti sprovvisti di posti all’interno hanno preso possesso di strade e di marciapiedi. Durante la notte, all’arrivo dei low cost, i sanpietrini rimbombano sotto le ruote dei trolley. Nel silenzio ancora più rumorosi. Abitanti di appartamenti condominiali, una volta tranquilli, vengono svegliati a notte fonda da insistenti scampanellate. Arrivi rumorosi e partenze chiassose con ascensori lasciati spesso aperti con disperazione dei proprietari dell’ultimo piano. Impossibile vietare affitti brevi. Nei vecchi regolamenti condominiali l’unico divieto era per scuole di ballo e studi medici. Le vecchie golf car sono riempite di turisti che a volte, semplicemente esausti, nemmeno ascoltano le indicazioni della guida che a volte non si capisce che lingua stia parlando. Quanti sono gli alloggi turistici? Quanti giovani ora li gestiscono dopo aver cercato invano offerte di lavoro consone alla loro laurea? Potevamo pensare 30 anni fa che questo sarebbe accaduto? D’altra parte: i ristoranti fanno turni pazzeschi cominciando a fornire pizza e spaghetti dalle 11 di mattina senza smettere fino a notte in molteplici turni. I bar hanno code chilometriche. Gli alberghi sono al completo. La metropolitana scoppia e i Musei anche. E… si sa… PECUNIA NON OLET... o… forse… sì? Vota e/o commenta questo articolo da qui Fai leggere questo articolo ad un tuo amico... Torna all'indice | FLASH NEWS! Un po' qua, un po' là ... Paese che vai, auto che trovi!- L'articolo sull'Economist ci racconta di come gli americani siano innamorati delle auto di grosse dimensioni, e abbiano il monopolio dei pick up, un incrocio fra un fuoristrada e un camion. Si potrebbe pensare a mille differenze tra noi Europei e gli Americani, ma la divisione più grande riguarda proprio le auto. Gli americani si aspettano di guidarne di enormi, idealmente qualcosa che abbia il peso e il rumore di un elefante. Gli europei sono molto più propensi a optare per auto più piccole. In caso di incidenti stradali le auto grandi uccidono di più, gli americani apprezzano la sicurezza, soprattutto per se stessi, ma non per la società nel suo complesso. CV *
La casa di Pasolini - Diventerà museo la casa che Pasolini abitò con la madre vicino a Rebibbia e che descrive con queste emozionante parole: «Abitammo in una casa senza tetto e senza intonaco, una casa di poveri, all'estrema periferia, vicino a un carcere. C'era un palmo di polvere d'estate, e la palude d'inverno, ma era l'Italia, l'Italia nuda e formicolante, coi suoi ragazzi, le sue donne, i suoi odori di gelsomini e povere minestre, i tramonti sui campi dell'Aniene, i mucchi di spazzature: e, quanto a me, i miei sogni integri di poesia». Acquistata dal produttore cinematografico Pietro Valsecchi, l'ha restaurata e donata al Comune di Roma. MdM * Da diapo a foto digitali - Il negativo e la diapositiva diventano foto digitali, Slide N Scan di Kodak: uno scanner professionale che può trasformare vecchi negativi e diapositive in foto digitali. Il dispositivo consente di visualizzare, modificare e convertire in bit i vecchi negativi a colori e in bianco e nero per poi salvarli nella memoria digitale. CV
APPUNTAMENTI DELL'ASSOCIAZIONE LA LAMPADINA:::PERIODICHE ILLUMINAZIONI Ecco i prossimi appuntamenti dedicati ai Soci de La Lampadina. ***************** Sabato 26 ottobre 2024 ore 10.00 LA FORMA URBIS SEVERIANA E SAN GREGORIO AL CELIO CON GLI ORATORI DI SANT'ANDREA, SANTA SILVA E SANTA BARBARA Allestito all’interno dell’Ex Palestra della Gioventù Italiana del Littorio, il Museo della Forma Urbis custodisce i frammenti superstiti di una grande planimetria di Roma incisa su 150 lastre di marmo tra il 203 e il 211 d.C., originariamente esposta sulla parete di un’aula nel Tempio della Pace, in seguito inglobata nel complesso dei SS. Cosma e Damiano. Rappresenta uno dei più rari documenti giunto a noi dall’antichità, restituisce un panorama unico del paesaggio urbano di Roma antica. Nella sua integrità, su di una superficie di 18x13mt circa erano rappresentati almeno 13.550.000 m2 di città attraverso una moltitudine di sottili incisioni che raffiguravano le planimetrie degli edifici di Roma, a una scala media di circa 1:240. Anche se rinvenuti a centinaia, a partire dal 1562 e fino ai pezzi scoperti più di recente, i frammenti della Forma Urbis costituiscono circa un decimo della pianta originale. Ci sposteremo poi alla chiesa di san Gregorio al Celio, fondata nel 575 d.C. dallo stesso Gregorio che trasformò la sua casa di famiglia in un monastero. Oltre alla chiesa stessa visiteremo i tre piccoli oratori siti nell’orto adiacente alla chiesa. La Cappella di Sant’Andrea conserva al suo interno splendidi affreschi del Domenichino e di Guido Reni, al quale si deve anche la decorazione dell’abside (con il “Concerto degli Angeli”) della Cappella di San Silvia. La Cappella di Santa Barbara contiene invece il “Triclinio”, la tavola di marmo sulla quale san Gregorio serviva personalmente il pranzo a 12 poveri. Ci accompagna Alessandra Mezzasalma ***************** Giovedì 07 novembre 2024 ore 10.30 BOTERO Palazzo Bonaparte
La vasta retrospettiva che si snoda nei grandi spazi di palazzo Bonaparte comprende dipinti, acquarelli e sculture di medie e grandi dimensioni e alcuni inediti di Fernando Botero, recentemente scomparso. Non mancheranno le versioni di capolavori della storia dell’arte, come le Menine di Velázquez e la Fornarina di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e van Eyck. Ci accompagna Alessandra Mezzasalma *****************
Martedì 12 novembre 2024 ore 15.00 - Scuderie del Quirinale GUERCINO E I LUDOVISI A ROMA. Il trionfo della pittura
La grande mostra dedicata a Guercino e ai Ludovisi, è stata programmata in occasione della chiusura delle celebrazioni del quarto centenario del papato di Gregorio XV Ludovisi. L’esposizione è curata da Raffaella Morselli e Caterina Volpi, aprirà il 30 ottobre 2024 e ospiterà anche la grande pala di Cristo Crocifisso con Vergine, Maria Maddalena, Giovanni evangelista e San Prospero, opera considerata tra le più significative dell’intera produzione del maestro della scuola emiliana. Quel capolavoro, ancora custodito nella Basilica della Ghiara a Reggio Emilia, è stato sottoposto a un grande restauro proprio in visita del prestito alle Scuderie del Quirinale. Ci accompagna Alessandra Mezzasalma. ***************** Lunedì 25 novembre 2024 ore 20.00 - Cinema Caravaggio CAMPIONE DEL MONDO di Aleksey Sidorov
Il film è basato su eventi reali: la lotta tra Anatoly Karpov e Viktor Korchnoi per il titolo di campione mondiale di scacchi. La storica partita si è svolta nel 1978 nelle Filippine. È stata seguita da milioni di persone in tutto il mondo: si sono scontrati due scacchisti provenienti dall’Unione Sovietica: Anatoly Karpov e Viktor Korchnoi, che aveva lasciato il Paese. Come si concluse effettivamente quella sfida? L'appuntamento fa parte di Cinema Illuminato, incontri con il cinema d'autore, promosso e gestito da La Lampadina Periodiche Illuminazioni: una serie di proiezioni cinematografiche di qualità da offrire nel corso dell'anno ai nostri associati. Entrata su invito. Per info sull'Associazione e/o prenotazioni, scriveteci a appuntamenti@lalampadina.net |
E ANCORA FLASH NEWS! Cercasi parole! APP box è una soluzione alternativa al cloud per memorizzare foto, filmati e musica ed anche un'alternativa vantaggiosa alle soluzioni di memoria su hard disk. L'app mette a disposizione degli utenti fino a dieci gigabyte gratuiti. Puoi disporre dei tuoi file sempre e ovunque, e puoi condividerli online; inoltre l'app ti consente di cercare singole parole e frasi all'interno di documenti in Pdf, PowerPoint, Excel e Word. Per l'archiviazione illimitata dei dati, l'azienda californiana chiede il pagamento di un canone mensile. CV ***
ABBIAMO OSPITI/PENSIERI E PAROLE LA DOCCIA di Simonetta Pacini Verga Buondì. Piccolo pensiero quotidiano. La doccia. Può essere un'irrilevante abitudine ma può avere dei risvolti interessanti. Per me il bagno nella vasca era una meravigliosa abitudine invernale. Era fonte di profondi pensieri accompagnati da un tepore di grembo materno. Mi lasciavo cullare dai ricordi lasciando un rivolo di acqua calda che maneteneva costante la temperatura. Mi cullavo allungandomi in quel tepore. Da anni questa meravigliosa lasciva abitudine è stata sostituita dalla doccia. Purtroppo la difficoltà a sorgere da quel grembo ha reso indispensabile la scelta. La doccia è milanese! È rapida efficiente utile pratica e veloce! Ma il piacere ... ne vogliamo parlare. Non si pensa ... si agisce e dato che per quanto calda non è accogliente ... ci si lava e basta! Forse più igienica, forse più reattiva ma la morbida accoglienza? Lo sciacquettio accogliente e distensivo? Finito. Il rubinetto precedentemente regolato sulla temperatura fa il suo lavoro ... non c'è emotiva partecipazione secondo l'umore della giornata. Scroscio d'acqua ... via la schiuma si chiudono i rubinetti... obbligati ad uscire... via comincia la giornata. Quante piccole cose sono cambiate... quante forzatamente abbandonate. Un vabbè ci sta bene ... di sconforto ? di obbligata accettazione? Commenta da qui... |
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A ogni Paese la sua colonia- La sorte dell’Africa fu decisa In una Conferenza a Berlino nel 1884, indetta da Otto von Bismarck alla quale parteciparono 14 paesi compresa l’Italia. Fino a quel momento l’interesse era solo per il trasporto degli schiavi dalla costa. Tuttavia le numerose risorse naturali del continente erano una prospettiva allettante. L’ottanta per cento dell’Africa era ancora libero, dopo pochi anni, il novanta per cento sarebbe stato sotto il controllo dll’Europa. Si era convinti che sarebbero stati i nativi a trarne i maggiori benefici come indicato da Livingstone con le tre C prospettate a suo tempo; commercio, cristianesimo e civiltà. La colonizzazione avrebbe reso i nativi migliori e più saggi… CV
*** VITA NONNE IN CROCIERA... E ANCORA E ANCORA! di Lucilla Laureti Crainz Era il lontano 2018 quando descrissi per La Lampadina la prima crociera nonne-nipoti... bene da quell'anno di crociere ne abbiamo fatte una ogni anno... Ma con formule diverse. Il secondo anno sempre maxi nave e tragitto dall'altra parte del Mediterraneo: Genova, Marsiglia, la costa spagnola con Ibiza e risaliti dalla Sicilia ... È stata l'ultima volta! Abbiamo poi preferito barche più piccole e solo per noi! Ho un nipote, Francesco, che affitta una stupenda barca in legno si chiama Oberon. È lunga 20 metri ha 2 alberi designer Carlo Sciarelli, ispirata allo schooner Saint Anne in chiave moderna. All'interno 4 cabine e 3 servizi con docce con acqua calda. Il capitano ha illustrato all'equipaggio la vita di bordo e i compiti di ciascuno: Pietro marinaio di coperta, Elena secondo marinaio di coperta, Bianca nostromo, Helena e Luca tayler, Sophie e Lucia randiste, Giacomo comandante del tender, Benedetta ufficiale di coperta ottima cuoca e ottimi "gin tonic" ghiacciati in coppa! Questa volta le nonne sono solo due con 5 mamme e 7 nipoti, proprio un bel gruppetto! Il programma sono le isole pontine, Ponza Palmarola Ventotene. Le nonne vedono lungo e in questo caso hanno preferito l'hotel Feola e la loquace Maria le aspetta. Le giornate trascorrono tranquille tra pesca con vermi super, portati da Roma, di prima qualità ...Abboccano i surici! ...gite in gommone e belle veleggiate! L'anno dopo invece programma completamente diverso! Si va in febbraio sul Nilo con una Dahabyia, tipica barca in legno con vele e senza motore...scorre sul fiume lenta e si può fermare dove i barconi non possono. Questa volta siamo 4 nonne 5 mamme e 6 junior così la riempiamo tutta perché sono 6 comode cabine tutte con il bagno. Ottimo il cibo. Il programma della settimana è imbarco a Assuan e seguendo la corrente del fiume abbiamo visitato tombe - templi - cave di marmo - la valle dei re etc etc. La crociera finisce a Luxor e dopo aver visitato anche lì i templi andiamo in aereo al Cairo.... Certo dopo giorni di pace e tranquillità siamo in mezzo al traffico caotico anche di notte....il viaggio termina con la visita alle piramidi e il museo. ...aspettando il nuovo che dovrebbe essere pronto a breve, ma si rimanda ormai da anni. Quest'estate invece con il caicco in Turchia. Solite nonne solite mamme e soliti nipoti.... Anche il caicco è veramente comodo ....6 cabine con bagno ... 1 capitano un cuoco e 2 marinai. Ci imbarchiamo a Bodrum e il programma è di veleggiare in lungo e in largo per il golfo di Kos.... Gran bei bagni tutto il giorno! Per chi volesse imitarci posso darvi tutte le informazioni e cosa molto importante: fate un diario della vacanza, sembrerà futile ma ultimamente abbiamo sfogliato quello che avevamo fatto nel 1987 e nel 1988 ed è stato un fantastico "Amarcord"...
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*** ALL'OLIMPICO CON LA LAMPADINA
è Partner Culturale e luogo dell’edizione 2024 della Festa del Cinema di Roma. Appuntamento dal 16 al 27 ottobre con gli eventi di #RoFF19
Per tutte le informazioni su eventi in programma consultare il sito ufficiale. Martedì 29 ottobre 2024 ore 20.30 - 22.00 Umberto Galimberti. Quando la vita era regolata dal cuore. Emozioni e sentimenti dell'era della tecnica
Filosofo, psicanalista e saggista Umberto Galimberti racconta come il sentimento non sia una dote naturale, ma da acquisire ed accrescere culturalmente. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso la mitologia. Nell’Olimpo i Greci hanno descritto le passioni, le emozioni ed i sentimenti quelli che Dante chiama i «movimenti umani». Nel nostro tempo possiamo riapprenderli attraverso la letteratura, luogo privilegiato dove si imparano il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, la passione, il romanticismo. La «distanza» odierna dalle emozioni, dalla complessità del linguaggio in cambio di facili semplificazioni unite ad un uso senza freni della tecnologia, provocano una preoccupante e spaesante confusione emozionale. In questa lezione-spettacolo il filosofo narra con fascino di emozioni e di risonanze emotive in una mappa di idee, riferimenti culturali e pagine della letteratura che risvegliano, emozionano in tempo anestetizzato dal digitale. Galimberti è eccezionalmente accompagnato dal performer Raffaello Fusaro che interpreta con intensità ed energia alcune pagine della letteratura che hanno la capacità di ricordare come le emozioni vadano sempre re-imparate. Dal 31 ottobre al 03 novembre 2024 Manuel Ángel Zotto Tango. Historias de Astor
Lo spettacolo scritto, coreografato e diretto da Miguel Ángel Zotto, è la storia di Piazzolla, considerato universalmente il padre del tango moderno. Rappresentato per la prima volta a Trani nel 2021, in occasione del centenario della nascita del musicista, Tango.Historias de Astor torna a Roma. Insieme alla vita di Astor Piazzolla, Zotto porterà in scena la storia di un genere musicale e di un ballo che è l’essenza stessa dell’Argentina. A guidare la narrazione dello spettacolo sarà un angelo, identificato come l’angelo del tango, cui Astor racconta la sua vita dall’infanzia all’incontro con il tango, dalle orchestre in cui suonò alla direzione dell’Orchestra Fiorentina alla messa in scena di Maria de Buenos Aires. Commenta da qui... |
*** MOSTRE Ecco le segnalazioni di Marguerite de Merode per questo novembre MUCIV: Museo delle civiltà: Tessere è umano. Isabella Ducrot e le collezioni tessili del Museo delle Civiltà. Da più di vent'anni l'artista colleziona e studia tessuti provenienti da ogni parte del mondo. Questa passione ha dato vita ad un originale percorso artistico. La mostra racconta i linguaggi e le culture della tessitura in un dialogo fra una selezione di opere tessili dalle collezioni storiche del Museo e le opere della Ducrot. Fino al 16 febbraio 2025
Sant’Andrea De Scaphis: Peter Doig In mostra nella chiesetta sconsacrata di via dei Vascellari alcune opere del pittore scozzese Peter Doig. Uno degli artisti viventi più quotati al mondo. Fino al 21 settembre
Villa Torlonia: Tina Maselli nel centenario della nascita La mostra celebra il centenario della nascita di questa famosa artista del secolo scorso, non solo pittrice, ma anche scenografa e attrice. La sua vivace vita artistica la portò in Biennale Arte due volte, in Quadriennale a Roma, a soggiornare a New York e Parigi. La mostra si divide in due sedi espositive diverse: i Musei di Villa Torlonia, il Casino dei Principi; il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della "Sapienza" Università di Roma. Dal 22 novembre 2024 al 30 marzo 2025
Palazzo Rhinoceros - Fondazione Alda Fendi: Futurbella Curato da Raffaele Curi, un omaggio poetico e suggestivo al Futurismo utilizzando l'attività artistica di uno dei suoi principali, più fecondi e creativi esponenti, Fortunato Depero. La mostra si snoda nei sei piani di Palazzo Rhinoceros, e ripercorre l'epoca attraverso la vita di Depero, attivo quale pittore, scultore, illustratore, scenografo, costumista e designer. Ingresso gratuito. Fino al 30 novembre 2024
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